--------------------------IL PUNTO--------------
ATALANTA, COLPO DA A. IL RUGGITO DEL BARI
Primo freddo invernale ma
campi "caldi" e sfide pirotecniche. Dieci i turni finora
giocati e dieci il voto che ci sentiamo di dare a questo campionato, che
non ha pari per qualità e spettacolo.
Il ritorno del Bari.
Perentorio 4-1 ad una Triestina che ancora una volta
sbanda, stavolta Tardelli salva davvero la sua panchina con una vittoria
che allontana la crisi perché netta ed insindacabile. Il poker è
firmato dalle doppiette di Cordova e Spinesi, i gol tengono a
galla una barca che ha rischiato di affondare e sta adesso
all'azzurro mundial ritrovare quella compattezza che permise lo scorso
anno una salvezza al Bari. Tanto da lavorare per Tesser, evidentemente
gli alabardati dopo le prime vittorie pensavano di aver capito tutto.
Brutto errore.
Perfetta identità di
motivazioni e alla fine perfetta identità di punteggio per il Cagliari,
che risponde alle quattro "pere" raccolte a Torino con
altrettante sberle, rifilate al malcapitato Livorno. La
squadra di Mazzarri è in fase calante, è necessario invertire la
rotta. Il Cagliari può invece essere letto nelle prestazioni di Zola:
straordinario sotto le stelle del sabato sera, ha aperto le danze
spianando la strada ai suoi compagni e alla sua squadra. Festa, Lopez e
Langella hanno chiuso i conti, per i toscani il gol della bandiera
arriva dal guerriero Lucarelli: è dalla sua grinta che il Livorno deve
attingere le giuste motivazioni.
Al galoppo la Ternana.
Un secco 0-2 dimostra la non continuità del Como che
affonda sotto i colpi di Houssine e Frick. La Ternana stabilmente fra le
grandi, il Como che affonda nel suo Lago. Non riemergono i lariani, il
salvagente di Vicenza rigettato dalla squadra di Fascetti che torna
penultima. A questo punto è interessante capire le prossime mosse del
presidente Dall'Oglio. Potrebbe tanto continuare con Fascetti ed
intervenire a gennaio sul mercato quanto esonerare il tecnico viareggino
e lasciare campo aperto ad un altro allenatore. Beretta dal canto suo
veleggia tranquillo, gli umbri dopo la sbornia si sono ritrovati e hanno
ripreso la loro marcia trionfale.
Quando il problema è
l'allenatore. Cacciato Enzo Patanìa, il Messina ha
cominciato a volare: da quando in panchina siede Bortolo Mutti, tre
partite e tre vittorie, l'ultima per 2-0 su una Salernitana
comunque in forma (tre vittorie nelle ultime quattro partite prima della
trasferta siciliana). I giallorossi sognano grazie ai gol di Rezaei e
Zoro - un ex - ma soprattutto grazie all'esperta mano del tecnico
siciliano che ha ridestato i calciatori peloritani. A tre punti dalla
zona A, il Messina intravede importanti prospettive di classifica mentre
la Salernitana perde subito i motivi di felicità: per restare in B gli
uomini di Pioli dovranno sudare non poco.
Il segnale viola grazie al
capitano. Angelo Di Livio è un estintore per la panchina di Cavasin che
cominciava a surriscaldarsi troppo, e la Fiorentina
batte per 1-0 un Verona comunque molto modesto. I
toscani stazionano sempre a metà classifica, in un limbo che non dice
niente. Per tentare la A ci vogliono almeno un paio di rinforzi a
gennaio. Il Verona, invece, per restare tranquillo dovrà muoversi con
sapienza nel mercato invernale. In caso contrario, per i tifosi
scaligeri a giugno si profilerebbero davvero amarissime sorprese.
Pastorello è ulteriormente avvisato.
Frena il Genoa
perché incontra una squadra davvero "tosta". Contro il Pescara,
De Canio si emoziona e ricorda i suoi trascorsi in Abruzzo, non
riuscendo a sospingere la sua squadra oltre l'1-1. Al parziale vantaggio
di Bjelanovic (uno dei tanti scuola Como...) risponde Calaiò, che
ancora una volta toglie le castagne dal fuoco a Ivo Iaconi. L'allenatore
dei biancoazzurri può ritenersi estremamente soddisfatto non solo per
il risultato che smuove la classifica, ma soprattutto per aver strappato
un punto su un campo che alla stregua si rivelerà ostico per tutti.
Dov'è finito il bel Treviso
di inizio campionato? La terza sconfitta consecutiva mette a luce i
limiti della squadra di Buffoni, che evidentemente ha esaurito quei
bonus di entusiasmo che le erano stati utili per sopperire limiti
tecnici. L'entusiasmo può essere un'arma in più, ma la condizione
ineludibile è disporre di un gruppo solido che non si sfaldi dopo i
primi dispiaceri. Onore anche al Piacenza, il 2-0 sui
veneti rende merito al lavoro di Gigi Cagni che in punta di piedi tenta
la scalata ai quartieri alti.
Il colpo della giornata lo
mette però a segno l'Atalanta. La vittoria per 1-0 sul
campo del Torino (dove è finita la "legge del
Delle Alpi"?) esalta la squadra dell'ottimo Andrea Mandorlini,
ormai proiettata verso una promozione che per quanto speso la scorsa
estate sarebbe davvero un bel colpo. Grossa però la mole di lavoro
prodotta dall'ex tecnico del Vicenza e dai suoi. Allo specchio, un
Torino che non riesce a trovare la giusta continuità per affrontare
senza patemi un campionato comunque molto difficile.
La reazione del Catania
non si fa attendere, e arriva grazie ad un gol di Oliveira al quale
rimedia una prodezza di Raimondi. Finisce 1-1 fra l'Albinoleffe
e gli etnei, in sostanza punto utile ad entrambe per una classifica che
rimane estremamente tranquilla. Il Catania magari aspira a qualcosina in
più rispetto all'Albinoleffe (a tre lunghezze dalla quartultima) ma per
quanto fatto vedere finora i tifosi siciliani possono sperare in un
campionato di ricco di soddisfazioni e di emozioni. Magari per la serie
A è lecito attendere ancora un altro anno.
Dopo il grande bailamme di
questi giorni, a Venezia-Palermo tutti
guardavano con occhio particolare. Zamparini, odiato ex, è stato
inibito per otto mesi per la doppia proprietà delle due squadre durante
lo scorso campionato, il compagno di merenda Dal Cin per quattro. La sua
metà. E i due si sono (involontariamente, ci mancherebbe) divisi la
posta in palio al Penzo, 1-1 con brivido per Silvio Baldini che
ringrazia Toni per avergli evitato in pieno recupero la beffa di una
sconfitta che alla luce del perimetro emozionale sarebbe stata
deleteria. Per la rabbia di un'intera laguna, anche se il Venezia si
conferma squadra "tosta" ma povera di qualità.
L'Avellino che
non ti aspetti. Va sotto di due gol e in tre minuti riequilibra il
risultato contro l'Ascoli. 2-2 finale e Zeman si salva
dall'inferno del Partenio. La salvezza è però arrivata dal cielo, in
una partita dai connotati incredibili: se fino a pochi minuti dalla fine
l'Avellino premeva per la sospensione della partita (campo ridotto ad
acquitrino e pallanotisti sul rettangolo verde), alla fine a mangiarsi
le mani sono proprio stati gli ascolani, che hanno perso due punti per
due pozzanghere che hanno favorito le segnature avellinesi. L'Ascoli dal
paradiso (terza vittoria consecutiva) all'inferno in tre giri di
lancette, Zeman dalle fiamme al purgatorio.
Povero Napoli,
"in casa" è piccolo piccolo. Se lontano quando gioca
lontano da casa (non si può dire lontano dal San Paolo...) riesce
a mettere in mostra buone cose, quando tocca agli azzurri ospitare è
sempre un dramma. Il Vicenza dopo poco si ritrova in
vantaggio grazie ad un gol di Moscardi, poi però tocca a Zamboni
(ebbene sì, ancora ad un difensore) riequilibrare le sorti di un match
che andava vinto per la modestia dell'avversario. Di colpo, si spengono
i sogni di gloria degli azzurri, una lezione per tutti quelli che si
erano montati la testa. Bisogna lavorare con costanza, applicazione e
calma per migliorare. Frattanto, però, per la panchina di Agostinelli
ricomincia l'altalena.
18/10/03
Marco Santopaolo
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