--------------------------IL PUNTO--------------

 

 ATALANTA, PALERMO E LIVORNO

SIETE DA A

 

Quattordicesima puntata di una serie infinita. Buon viso e cattivo gioco di un campionato che sembrava dover annoiare tutti con una griglia di partenza iniziale inoppugnabile. Falso. Vediamo perché.

 

Tre squadre sugli scudi, due sorelle e una cugina. Il Palermo è una forza della natura, nulla poteva e infatti nulla ha potuto Gigi Simoni, assassino chi ha scelto di chiamarlo proprio prima di Palermo e non qualche mese fa. Ferri, Toni e Zauli trascinano i rosanero in una Favorita da A. Così come da A, nel Palermo, sono il tecnico, i giocatori, il ds e il presidente. Insomma, questa squadra davvero non incontrerà ostacoli. Inutile dilungarsi sul povero Napoli, Simoni deve a questo punto avere il tempo per costruire qualcosa di suo.

 

L'Atalanta non dilaga ma supera lo sesso il cugino povero. Il Como infatti cade per l'ennesima volta, lo fa in uno stadio che l'anno prossimo ospiterà la Juve ed il Milan. Poverissimi i lagunari, il presidente medita di cambiare guida tecnica ma senza i giocatori di categoria un derby con il Varese è assicurato. Non sono questi problemi di Mandorlini, che in extremis supera il collega grazie a Marcolini e Bernardini. Inutile ai fini del risultato, la prodezza iniziale del solito Makinwa forse però servirà a salvare per altri sette giorni la panchina di Fascetti.

 

Il Livorno non perdona, così come la miglior coppia gol della B. Protti-Lucarelli negli ultimi dieci minuti stendono il Treviso, un 2-0 griffato da attaccanti di razza che mandano ko Buffoni e i suoi. In buona sostanza, Mazarri non avrà problemi nello scalare ancora questa classifica a patto che i suoi non si disuniscano. Ma la gara ha offerto comunque buone indicazioni ai trevigiani, capaci di resistere per quasi l'intera partita. Contro il Livorno, però, bisogna montare la guardia fino al (e anche oltre il) novantesimo.


Il riscatto del Torino contro un Catania che perde ancora. Ferrante batte Gaucci, dalla cui squadra ci si aspettava almeno un punto contro Palermo e Toro. Ciclo terribile per gli etnei, rimandati all'esame contro due grandi. Per sognare in grande, però, partite come queste vanno quantomeno pareggiate, la classifica ora parla chiaro: Toro quinto, Catania settimo. Distanza corte, ma urge rimettersi in carreggiata. Buona, invece, la prova d'orgoglio dei granata.

 

E la settima piazza è condivisa anche dal Messina, che con Mutti ha messo le ali. Salvioni finisce ko grazie alla prodezza di Di Napoli, ultimo sforzo economico di un presidente che a questo punto, a ragione, pretende la A. Forse con l'esperienza di Bortolo dall'inizio, senza nulla togliere al buon Patanìa, a quest'ora i giallorossi avrebbero qualche punto in più. Il calendario però gioca a loro favore. Il Verona, invece, non è che nutrisse tante speranze nell'occasione. La classifica degli scaligeri resta precaria.

 

Mentre molte hanno accelerato, alcune hanno frenato. E' il caso della Ternana, che contro il nuovo e sorprendente Ascoli di Ammazzalorso non va oltre l'1-1 al Liberati. Al vantaggio degli ospiti targato Mastronuzio risponde il solito Borgobello, che toglie le castagne dal fuoco a Beretta. Che se vuole la A non può permettersi di fallire simili occasioni peraltro davanti al pubblico amico. Si comincia a vedere la mano del tecnico argentino nell'Ascoli, che di questo passo disputerà un buon campionato.

 

Altro pari fra due grandi in crisi. Fiorentina e Genoa non si superano, 2-2 con gol d'autore: Graffiedi e Riganò per i viola ai quali rispondono, con il cuore rossoblu che non cessa mai di battere, Aldair e Bjelanovic. La panchina di Cavasin, a questo punto, trema. C'è chi è pronto a scommettere su Guidolin, chissà. Di certo i quattro punti dalla sesta piazza cominciano a pesare non poco, peraltro partite così a Firenze si devono vincere. De Canio, dal canto suo, respira e lascia il suo Napoli in zona retrocessione.

 

Il Cagliari riprende il Venezia due volte ed evita la beffa del ko interno. Sarebbe costato carissimo a Ventura uno scivolone a Tempio, invece il coriaceo Venezia scappa due volte ma viene raggiunto da Zola e Suazo, che da soli trascinano il Cagliari alla conquista di un punto che in soldoni significa sesto posto. Segnali positivi giungono soprattutto dal clan ospite, che ancora una volta si dimostra compatto e duro da battere. I punti di vantaggio dalla zona C son diventati 3: un bravo a Gregucci per il suo lavoro.

 

Finalmente il Pescara si sblocca dalla pareggite e riesce a domare il Piacenza, che forse in terra d'Abruzzo sperava di cogliere frutti ancora acerbi. Per Cagni che fallisce l'aggancio alla zona A, c'è Iaconi che si porta in un limbo interessante, a debita distanza dalla zona rossa e non lontano dal sogno (utopico, meglio chiarire questo). Il solito Calaiò fa felice gli sportivi biancoazzurri, per i quali si prospettano domeniche più che tranquille, da vivere con pochi palpiti del cuore.

 

Viene bene fuori da una striscia di pareggi anche la Salernitana, che supera di slancio il Bari all'Arechi. Esordio amarissimo per Pillon, adesso i galletti navigano in cattive acque. Un doppio Di Vicino assicura a Pioli una settimana di complimenti, altre contestazioni verso i Matarrese si prevedono invece in Puglia. Forse il problema non era Tardelli, in ogni caso questa squadra ha bisogni di nuova linfa per salvarsi. Il lavoro di Pillon da solo non basterà.

 

Povera Triestina. Era ad un passo dalla zona verde, poi un inspiegabile crollo verticale, dovuto all'esaurirsi della vena realizzativa di Moscardelli, l'ha portata all'attuale posizione. Tre punti dalla quartultima e un pianto greco per Tesser, sconfitto in casa dal collega Iachini che guida il Vicenza ad un colpo gobbo. La rete di Padoin fa respirare i biancorossi in una delicata fase anche societaria, non è escluso invece che Berti possa prendere seri provvedimenti se la situazione non cambierà.

 

Misero, miserissimo Avellino. L'Albinoleffe naviga, anzi sguazza sul mare morto degli irpini, 0-3 che non lascia spazio ad ulteriori commenti. Bonazzi diventa bomber nazionale con una tripletta impensata ed impensabile prima d'oggi, i tifosi biancoverdi non sanno più che pesci pigliare e invadono il campo in segno di protesta. Quei tre punti a tavolino non cancellano l'onta di una campagna acquisti da paura, Casillo odia tanto il collega Aliberti ma fa di tutto per imitare il tracciato della Salernitana 2002-2003. E Zeman che fa? Probabilmente il boemo scapperà. Da Avellino e dal calcio. Il suo tempo è passato, da tempo.

 

Marco Santopaolo 

 

 

 

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