LUIGI CAFFARELLI, L'OPERAIO DELLO SCUDETTO

     

 

Gigi Caffarelli nato a Napoli il 7/7/1962 fa parte di quei napoletani “razza Iuliano”, quelli, cioè, che non amano parlare troppo, né assumere atteggiamenti folcroristici, in sostanza “fatti non parole” come recitava un famoso “carosello” (allora si chiamavano ancora così) degli anni ’70. 

Ragazzo umile e riservato, si ritagliò un ruolo molto importante nel Napoli del 1º scudetto. Disputò infatti ben 21 partite su 30, venendo spesso preferito da Mister Bianchi ad Andrea Carnevale nell’undici di partenza. Il perché è presto detto: Gigi si sacrificava moltissimo facendo una continua spola, fra centrocampo e attacco, che solo gli osservatori più superficiali non prendevano in giusta considerazione. Non aveva un ruolo definito (a volte venne schierato da tornante, altre volte come centravanti di manovra), ma dovunque lo si mettesse, il suo contributo era sempre pari alle aspettative dell’allenatore e della squadra. Non disdegnava il gol, tanto che in quella storica annata andò 3 volte a segno contro Como (2) e Sampdoria. Furono gol decisivi per quelle due vittorie, il che naturalmente non guasta.

 Tutto questo però non bastò a garantirgli la riconferma per il campionato successivo. Alla “corta” essere più furbi e smaliziati paga, e Gigi non essendo di quella pasta, accettò, sia pur a malincuore, il trasferimento all’Udinese in serie B, senza scatenare assolutamente polemiche.

Quanto sarebbe stata utile la sua presenza soprattutto in quel “drammatico” finale del torneo successivo, quando quasi tutta la squadra non si reggeva praticamente in piedi, stremata da due stagioni sempre al “galoppo”.

Caffarelli, comunque, in seguito ha sempre fatto il suo dovere, anche se i palcoscenici che calcò dopo la partenza da Napoli non avevano certo il fascino del “San Paolo”, dell’“Olimpico”, o di “San Siro”.

Alla “lunga” però c’è sempre un premio per gli onesti. Ormai da parecchi anni è nel settore giovanile azzurro, e tutti i Presidenti che si sono alternati alla guida della Società in questi anni lo hanno sempre confermato.

 

Perché secondo voi?                                                                              

 

Emanuele Orofino

                                                                        15/8/2003 

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