MARANGON,
IL BEL LUCIANO
Luciano
Marangon ha vissuto una breve ma
intensissima parentesi all’ombra del
Vesuvio. Cresciuto nelle giovanili della
Juventus, fu dirottato a Vicenza nella
stagione 1975-76. Vive stagioni formidabili
nella città del Palladio, dove si segnala per
essere uno dei migliori terzini
“fluidificanti” (allora si diceva così)
del Campionato. Con i biancorossi arriva
perfino al 2º posto nella stagione 1977-78,
con Paolo Rossi capocannoniere.
Resta
in Veneto fino all’estate del 1980, quando
viene acquistato da “Totonno” Iuliano
insieme a Claudio Pellegrini ed Enrico
Nicolini. Risulteranno fondamentali le sue
cavalcate sulla fascia destra per la
fantastica stagione azzurra che si conclude
con il 3º posto; il Napoli, però, se lo
lascia sfuggire alle buste con il Vicenza.
I
pettegolezzi in città dicono che il Club
azzurro non ha fatto tutto il possibile per
trattenerlo, in quanto troppi cuori sono stati
infranti dal “bel Luciano” (anche
qualcuno, diciamo così, “intoccabile”).
Va
a Roma, sponda giallorossa, ma il rapporto con
Liedholm è alquanto burrascoso ed allora fa
ritorno in Veneto, questa volta al Verona.
Sembra
aver imbroccato il viale del tramonto, ed
invece Luciano diviene pedina fondamentale
dello scacchiere gialloblù che Osvaldo
Bagnoli conduce clamorosamente allo scudetto
nella stagione 1984-85. Le sue azioni sono di
nuovo alle stelle e così il “nostro”
approda a Milano, sponda interista.
Qui,
complice anche un grave infortunio, non riesce
a dare il meglio di sé e si ritira nel 1987.
Nonostante
la sua unica stagione nella nostra città,
abbiamo voluto rievocarlo, perché in ogni sua
intervista ha sempre ricordato Napoli con
affetto e nostalgia. Per un “razza Piave”
(è nato nel 1956 a Quinto, hinterland
Trevigiano) no è cosa da poco.
O
no?
Emanuele
Orofino
28/10/2003