TRISTEZZA
INFINITA, IL TEMPO STA SCADENDO
Sembra
che questo campionato di serie B,
per qualcuno, abbia un inizio ma non
abbia una fine. Come una cometa
della quale si vede la testa ma non
la coda. Diverso è il Napoli: una
squadra che non ha né capo né
coda. Non ci siamo soprattutto con
la testa. Pareggiare, ancora una
volta, contro una squadra della
modestia nota ai più, è deleterio.
L'entusiasmo generato da uno
striminzito 1-0 conto un altrettanto
modesto Treviso è stato spento come
un piccolo focolaio dalla pioggia
caduta sul Romagnoli. Abbondante,
così come abbondante sono gli
appunti che un qualsiasi osservatore
deve aver steso sul gioco del
Napoli. Un plico da consegnare ad un
altro allenatore, appunti su ciò
che c'è da rivedere. Introspezione
psicologica a parte, questo Napoli
non va neanche sulle gambe. Scelte
cervellotiche, tristezza infinita e
classifica laconica: come è amaro
è il quadro dipinto da un Picasso
ubriaco. Ebbene sì, perché questo
è il Napoli. Quella concentrazione,
quella compattezza qui invocata dopo
i tre celesti punti di Treviso, non
c'è stata. Non è stata riproposta
in una partita che bisognava
vincere. E la classifica,
specchietto per le allodole per
nessuno, è impietosa. Chissà chi
giovedì si è chiesto quanti punti
mancavano per la A oggi cosa si starà
domandando. Sarebbe bello saperlo.
Non cerchiamo di alimentare un fuoco
che già divampa all'interno,
semplicemente è utile capire ancora
una volta che di questo passo
ci si incammina verso l'ennesimo
anno di anonimato o peggio. Le
soluzioni sarebbero tante, a volte
ne basta però una per
mascherarne tante altre. Il
messaggio è chiaro, deciso, perché
è da incoscienti nascondersi dietro
un dito: bisogna cambiare guida
tecnica. Vicenza ultima goccia che
ha fatto traboccare un vaso, ma
piccola goccia nell'oceano della
disperazione nel quale affonda e
affoga un Napoli piccolo piccolo.
Marco
Santopaolo
18/10/2003
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