ADDIO AI SOGNI

 

 

Questo calcio non piace più a nessuno. Un calcio che non ha più certezze, regole, dominato dalle TV satellitari, dagli sponsor, dai capricci dei potenti. Ho amato quel calcio romantico che si giocava la Domenica, con l'inizio di tutte le gare alle 14,30. Quel giorno era sacro, aveva il sapore tiepido dell'attesa di una settimana passata a fremere immaginando la gara della squadra del cuore. E la magia si innescava quando ci si sintonizzava su Tutto il Calcio Minito per Minuto: e si sognava il mondo fantastico pennellato dalla propria immaginazione, e colorato dalle voci dei grandi Sandro Ciotti, Enrico Ameri... Un tuffo in un prato verde dove ognuno di noi era l'allenatore della propria squadra, che indirizzava -con l'immagine che proiettava la radio- quel giocatore verso la fascia o al tiro... Dov'è finito quel gioco popolare che faceva diventare bambini gli anziani, che aggregava, univa in un'unica passione. Il calcio di oggi, svilisce la tradizione, i suoi valori, e il suo stesso germinale significato. Un calcio, una volta popolare, che non unisce più, ma che anzi divide, che ha creato una lacerante elite di chi può godere dei servizi delle TV a pagamento e di chi è invece stato privato del rito domenicale ed anzi deve disperdere la propria passione tra posticipi, anticipi, recuperi e rinvii... Rivoglio quel calcio, quello vero, delle radioline la domenica, tutto alle 14,30. Voglio tornare a godermi alle 18,30 90 minuto, e la sera rilassarmi con la Domenica Sportiva... Questo calcio di pasticci, di imbrogli, sbriciolato, senza anima, senza sogno, questo calcio per soli ricchi, non mi piace più. Un calcio che va evaporandosi sempre più...  

 

 

Vincenzo Letizia                                                 25/07/2003

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