AMARA
SORPRESA DOPO LA PAUSA ESTIVA
Abbiamo
lasciato il pianeta calcio ad agosto peno di acciacchi
e di incognite – vedi la vicenda Fiorentina – e lo
abbiamo ritrovato peggio. Difficile sarebbe stato
prevedere uno slittamento del campionato , ma
evidentemente i problemi ci sono davvero, e sono anche
gravi.
La
storia del calcio fiorentino è crollata e non pochi
Presidenti temono di fare la stessa fine, perdendo così
investimenti per decine di milioni. Le cifre gonfiate
dei diritti televisivi si sono sgonfiate
all’improvviso e rischiano di mettere in grossa
difficoltà chi ha introiti derivanti quasi
esclusivamente dalla televisione. In A militano
diverse compagini che non hanno un grosso seguito, i
cui pochi tifosi potrebbero procurare entrate per non più di una
decina di milioni di euro per tutto il campionato –
e qui ci si riferisce alle provinciali, che compongono
la rosa delle formazioni di A. Gli incassi di una
intera stagione rischiano di coprire a malapena gli
ingaggi lordi di un paio di giocatori: tutto il resto
è affidato alla generosità delle tv e degli sponsor.
Ma un improvviso calo rischierebbe di avere effetti
devastanti.
E
il perché è subito spiegato.
Nel
patrimonio delle società la voce più cospicua è
senza dubbi quella del parco giocatori, che non di
rado può raggiungere valori da capogiro. Ma a
condizioni ben precise, e cioè, tra l’altro, che i
giocatori siano muniti di contratti di durata
prolungata. Evidentemente: perché se tutti i
calciatori fossero ingaggiati con contratto annuale,
sarebbero liberi a fine stagione a parametro zero,
ossia gratis.
Le
società non potrebbero ricavare nulla dalle cessioni,
che alla fin fine non sarebbero tali, essendo libero
il giocatore. Per valorizzare il proprio patrimonio si
impone l’esigenza di ingaggi pluriennali. Ma gli
ingaggi pluriennali sono comunque un impegno: se un
Presidente assume l’onere di sborsare tre milioni
netti per quattro anni è
vincolato e non può rimangiarsi la parola.
Perciò vengono assunti impegni di durata ampia, ai
quali si conta di far fronte con gli introiti degli
anni a venire.
E’
facile immaginare cosa possa accader nel caso in cui i
soldi vengano improvvisamente a mancare: debiti a iosa
( e gli ingaggi sono di gran lunga la voce
di spesa più consistente).
Di
qui la crisi.
La
necessità di salvaguardare il patrimonio con vincoli
pluriennali diventa una arma a doppio taglio, fonte di
incognite. Massima comprensione va dunque alle società
medio piccole che cercano ad ogni costo di non uscire
bastonate dalla trattativa sui diritti per la
televisione a pagamento: senza questi, e senza i
diritti in chiaro, ci troveremmo di fronte a tante
altre Fiorentine.
Ma
al peggio non c’è mai fine: alcuni addetti ai
lavori hanno chiesto aiuto allo Stato. Mentre si parla
di tagliare prestazioni
previdenziali e posti letto negli ospedali, c’è chi
pensa di sostenere i livelli stipendiali di Nesta, Del
Piero e compagni. A proposito, li avete visti con la
Slovenia?
Flavio
Riccelli
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