AMEDEO
AMADEI, “IL FORNARETTO”
Nato
a Frascati (RM) il 26.07.1921 deve il
simpatico soprannome all’attività
condotta dalla sua famiglia
(proprietaria di un forno) e da lui
proseguita una volta uscito dal mondo
del calcio.
Esordisce
giovanissimo a 16 anni con la casacca
giallorossa della Roma verso la fine
della stagione 1936-’37. In seguito
viene ceduto in prestito all’Atalanta
per poi tornare all’ombra del Cupolone
per il campionato 1939-’40.
Per
tre stagioni consecutive mette a segno
18 reti compresa quella del 1° storico
scudetto romanista (1941-’42) che
rimarrà l’unico titolo vinto nella
sua attività di giocatore e tecnico.
L’anno dopo, però, durante una
partita di Coppa Italia a Torino è
ingiustamente accusato di aver colpito
con un pugno l’arbitro Pizziolo e
perciò viene squalificato a vita.
La
sua estraneità al fatto sarà provata
molto tempo dopo, ma intanto il povero
Amedeo rischia di trovarsi senza mezzi
di sussistenza nei difficili anni di
fine guerra.
Una
provvidenziale amnistia gli restituisce
la maglia n. 9 della Roma, dove nel
1947-’48 stabilisce il suo record
personale di gol in maglia giallorossa:
19. Gli fa l’occhiolino l’Inter che
l’acquista per la stagione seguente.
Amadei
non delude le aspettative realizzando 22
gol nel 1948-’49 e 20 la stagione
successiva segnalandosi anche (qui
entriamo nel campo dei “si dice”)
come amico affettuoso di una
“dirigentessa” nerazzurra.
Durante
la sua militanza all’ombra della
Madonnina esordisce anche in Nazionale (Spagna-Italia
1-3 del 27/3/1949), bagnando subito il
battesimo con un gol. Dopo aver anche
partecipato all’infausta spedizione
dei Mondiali Brasiliani del 1950 chiude
la sua esperienza tricolore con
Italia-Ungheria 0-3 del 17/5/1953,
giorno dell’inaugurazione dello Stadio
Olimpico, con un bilancio di 13 presenze
e 7 gol, fra i quali c’è da ricordare
quello realizzato contro gli eterni
rivali, all’epoca mai sconfitti dagli
Azzurri, dell’Inghilterra (Italia
–Inghilterra 1-1 del 18/5/1952).
Nel
1950 arriva a Napoli: gli Azzurri sono
appena stati promossi in serie A e con
Amadei al centro dell’attacco si
classificano al 6° posto con il
Frascatano autore di 11 gol.
L’anno
successivo il Napoli si riclassifica
sesto, ed Amadei migliora il suo
personale “score” realizzando 12
reti. Dal 1952 al ’55 il Napoli si
classifica 4°, 5° e 6°. Amadei,
avendo arretrato leggermente il suo
raggio d’azione per far spazio a
“Mister 105” Hasse Jeppson, ha meno
possibilità di andare a segno pur
realizzando rispettivamente 7, 10 e 6
gol.
Durante
la stagione 1955.’56 svolge il doppio
ruolo di giocatore e allenatore
sostituendo Eraldo Monzeglio e
traghettando il Napoli ad una faticosa
salvezza piazzandolo al 14° posto.
Amadei
resta il tecnico anche per il 1956-’57
(11° posto) e per il 1957-’58 quando
il Napoli ottiene un ottimo 4° posto
togliendosi lo sfizio di battere sia
all’andata che al ritorno la Juventus
Campione d’Italia di Charles, Sivori e
Boniperti.
Per
il 1959-’60 Achille Lauro dopo aver
inutilmente fatto la corte a Nereo Rocco
ingaggia l’ex Campione Olimpico del
1936 Annibale Frossi.
Amadei
però, rimasto nei quadri tecnici come
osservatore, rioccupa la panchina
Azzurra dopo le prime 4 partite nelle
quali il Napoli aveva sempre perso. Con
Amadei la squadra si riorganizza pur
ottenendo alla fine un deludente 14°
posto. La stagione seguente segna il
canto del cigno di Amadei a Napoli in
una disgraziata stagione che vede gli
Azzurri retrocedere dopo 11 anni in
serie B.
Il
simpatico “fornaretto” viene prima
affiancato da Renato Cesarini nel ruolo
di direttore tecnico e poi sollevato
dall’incarico insieme allo scopritore
di Omar Sivori per far posto ad Attila
Sallustro, che comunque nulla potrà per
evitare l’amara conclusione di quel
campionato.
Professionista
esemplare, Amadei non ricoprirà più
ruoli attivi nel mondo del calcio se non
quello per alcuni anni di allenatore
della Nazionale femminile funzione,
peraltro, svolta gratuitamente.
“Nel
periodo peggiore della mia esperienza
napoletana, Achille Lauro mi mostrò
decine di telegrammi inviatigli da
allenatori disoccupati che si offrivano
di prendere il mio posto; la paura di
diventare come loro mi ha indotto a
ritirarmi da questo mondo che tanto ho
amato e a dedicarmi a tempo pieno alla
mia attività di imprenditore”.
Queste
parole, ribadiscono l’estrema serietà
del personaggio Amadei, che a
tutt’oggi rimane nel Napoli il settimo
cannoniere di ogni tempo con 189 gol
realizzati.
Emanuele
Orofino
21/6/2004