ESCLUSIVA
PIANETAZZURRO
ANDREA
CARNEVALE: "A NAPOLI
ORA
NON TORNEREI"
I
successi della sua carriera
sono quasi tutti legati al
Napoli. Per Andrea Carnevale
vestire la maglia azzurra è
stata senz’altro la più
grande soddisfazione della
sua carriera. Con il Napoli
Carnevale ha disputato 5
stagioni, le più belle in
assoluto. La sua esperienza
all’ombra del Vesuvio
iniziò con la conquista del
primo scudetto e terminò
con quella del secondo.
Nell’intermezzo ha
conquistato anche una Coppa
Italia e da una Coppa Uefa.
Accolto nel migliore dei
modi dall’ambiente
azzurro, Carnevale sin da
subito illuminò il pubblico
del “San Paolo” insieme
con i compagni Maradona e
Giordano. Indimenticabile fu
il gol che decise il primo
scudetto ai danni della
Fiorentina, uno scudetto che
a Napoli mancava da decenni.
La sua esperienza in azzurro
si concluse in bellezza, con
la conquista dell’altro
scudetto della storia della
società partenopea.
Dopodiché finì prima alla
Roma, dove rimase per tre
stagioni, tutte più o meno
sfortunate. Non era la Roma
che dominava gli scenari del
calcio italiano, era
soltanto una Rometta che
vivacchiava a metà
classifica. Alla sua prima
stagione fu anche coinvolto
nello scandalo doping,
mentre dopo non riuscì
quasi mai a mettersi in
particolare evidenza. Oggi,
a 43 anni, è il capo degli
osservatori dell’Udinese.
La società che lo ha
scoperto e gli ha permesso
di arrivare a Napoli. Per
lui fu molto importante
imparare da campioni come
Zico e Maradona, due
giocatori molto diversi, ma
di indiscutibile classe.
Sfortunato invece nella
Nazionale. Per lui soltanto
10 presenze e 2 reti. Prese
parte al Mondiale del ’90
senza però riuscire ad
incidere restando
all’ombra di Schillaci e
Baggio. Nonostante la
lontananza da Napoli, resta
comunque un grande tifoso,
dispiaciuto per la triste
sorte riservata alla sua ex
squadra.
Carnevale,
cosa le è rimasto di
Napoli?
“Tutto.
Una città eccezionale che
mi ha amato ed una squadra
capace di vincere tanto e di
vivere il momento più
grande della sua storia. Non
potrò mai dimenticare
questi 5 anni, i migliori in
assoluto della mia carriera.
Arrivavo dall’Udinese,
dove insieme a Zico ero
ritenuto un idolo. A Napoli
era tutto diverso, bisognava
rimettermi in discussione.
Non ebbi paura ed alla fine
la mia scelta si rivelò
vincente, sia per i trofei
conquistati che per la
conquista della Nazionale.
Di Napoli mi è rimasto il
grande calore della gente.
Mai visto così tanto
pubblico su un campo da
calcio in quegli anni,
nemmeno squadre come Milan,
Inter e Roma riuscivano a
portare così tante gente
allo stadio. E’ tutto
bello ed indimenticabile”.
Torna
qualche volta da noi?
“Sì
perché il mio lavoro mi
permette molto di girare per
il Sud alla ricerca di
talenti. In verità non mi
capita di essere spesso a
Napoli, però comunque
girando per l’Italia mi
ritrovo spesso dalle vostre
parti”.
Il
ricordo più bello della sua
carriera da calciatore?
“E’
facile indovinare. Il gol
che decise il primo
scudetto. Giocavamo
l’ultima di campionato al
“San Paolo” contro la
Fiorentina. Feci gol dopo un
bello scambio con Giordano
ed alla fine il tutto risultò
decisivo per la conquista
del nostro primo scudetto. Lì
per un giorno divenni
l’idolo del “San
Paolo” rubando, ma
sottolineo solo per quel
giorno, lo scettro a
Maradona”.
Oggi
invece il Napoli vive una
situazione molto
particolare. Secondo lei
riuscirà a venirne fuori
anche stavolta?
“Se
devo dire la verità la cosa
mi sembra molto
preoccupante. In questi
giorni sui giornali ho letto
di tutto e sinceramente sono
molto deluso per quanto sta
succedendo. Purtroppo il
tutto è scaturito da una
cattiva gestione della
società iniziata con
Ferlaino e continuata fino
ad oggi. Il caso del Napoli
è sicuramente grave, però
anche altre squadre hanno
abusato troppo del capitale
a loro disposizione ed
adesso si trovano con
l’acqua alla gola. Tutto
ciò è dovuto ad un aumento
eccessivo dei costi dei
calciatori. Il Napoli per
vincere investì 15 miliardi
su Maradona, oggi la stessa
somma permetterebbe di
comprare un calciatore di
media caratura e ciò ha
senz’altro peggiorato la
situazione di alcune squadre
permettendo soltanto a poche
di investire e di vincere.
Del resto oggi è pressoché
impossibile creare un nuovo
miracolo Napoli perché il
tutto è in mano alle tre
grandi del Nord e le romane,
le quali però stanno
facendo molta fatica per
restare alla loro scia.
Bisogna trovare un freno a
questo fenomeno e su questo
posso pubblicizzare ciò che
da anni sta facendo
l’Udinese. Stiamo
ottenendo grandi risultati
spendendo poco e lavorando
molto sui giovani. Speriamo
di essere da esempio a
qualcun altro perché la
situazione ogni giorno
diventa sempre più
critica”.
Cosa
non ha funzionato
quest’anno al Napoli?
“Lo
so che lo dicono tutti, però
è la verità. Manca un
programma serio.
Quest’anno la società
aveva puntato tutto su
Agostinelli, dopodiché ha
chiamato Simoni creando un
viavai di giocatori. Ecco,
tutta questa mancanza di
solidità da parte della
società ha creato disagi
notevoli”.
Se
dovesse arrivare una
chiamata da Napoli, cosa
farebbe?
“Il
cuore mi direbbe di
accettare subito perché
lavorare qui dà sempre
stimoli molto particolari.
Però sono comunque un
professionista e non posso
farmi prendere
dall’istinto. E’ vero
che lavorare a Napoli mi
soddisfa, però se devo dire
la verità rifiuterei di
lavorare in questo Napoli.
Non ho nulla contro la
società ed il presidente
Naldi, che sta facendo di
tutto per salvare il Napoli,
però questo continuo caos
all’interno della società
e dell’ambiente non mi
consentirebbe di lavorare su
prospettive importanti”.
Alessio
Borrelli
17/6/2004
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