Il
calcio
da
qualche
anno
ha
preso
una
curiosa
piega.
Sembra
infatti
di
assistere
ad
una
commedia
che
presenta
un
copione
simile
ogni
settimana.
Tutte
le
domeniche
c’è
chi
vince,
c’è
chi
perde,
c’è
chi
sbaglia
e
c’è
chi,
di
conseguenza,
chi
si
lamenta
e
grida
vendetta.
Per
questo
gli
errori,
veri
o
presunti,
degli
arbitri
sono
divenuti
uno
dei
principali
oggetti
di
attenzione
del
pubblico
sportivo.
Il
tifoso,
ormai,
più
che
rammaricarsi
per
la
rete
sbagliata
dal
proprio
attaccante,
è
sempre
più
propenso
a
inveire
contro
i
direttori
di
gara
imputando
loro
la
mancata
vittoria
della
squadra
del
cuore.
Fin
qui
non
ci
sarebbe
nulla
di
strano,
errare
è
umano,
una
volta
si
subisce
un
torto,
un’altra
si
è
favoriti
e
così
via…
Ma
c’è
un
particolare,
una
non
insignificante,
come
la
vogliamo
chiamare…coincidenza
(?),
che
ci
fa
riflettere
al
di
là
dei
singoli
errori,
oltre
le
facili
demagogie.
Il
problema
fondamentale
è
che
i
più
clamorosi
errori,
peggio
ancora,
i
più
decisivi
sono
commessi
ai
danni
delle
squadre
più
piccole,
le
meno
potenti.
Bisogna
però
cercare
le
spiegazioni
a
questi
episodi
andando
oltre
quello
che
succede
la
domenica
sul
manto
erboso.
Gli
arbitri
sono
soggetti
a
delle
regole
già
di
per
sé
di
ardua
comprensione
e
applicazione,
il
tutto
è
poi
aggravato
dal
flagello
della
discrezionalità.
I
vertici
del
calcio
anziché
imporre
nuove
regole
tali
da
poter
facilitare
il
lavoro
dei
direttori
di
gara,
avvalendosi
magari
di
supporti
tecnologici,
hanno
congetturato
una
serie
di
norme
che
lasciano
mutevoli
interpretazioni
agli
arbitri,
liberi
di
elargire
decisioni
secondo
la
propria
discrezione.
È
quindi
comprensibile
(ma
non
giustificabile)
come
un
fuorigioco
divenga
passivo,
ad
esempio,
per
Inter,
Milan
e
Juventus,
e
risulti
invece
irregolare
per
Reggina,
Perugia
o
Modena.
Se
tutto
il
sistema
calcistico
non
funziona
non
ci
si
deve
stupire
di
errori
o
presunti
favoritismi
da
parte
delle
ex
giacchette
nere,
se
non
si
ha
la
competenza,
oppure
se
non
la
si
vuole
avere,
per
creare
dei
regolamenti
che
diano
un
po’
di
chiarezza,
continuando
a
scaricare
tutte
le
responsabilità
sugli
arbitri,
non
ci
si
deve
stupire
delle
polemiche,
dei
malumori
dei
presidenti
e,
cosa
ancor
più
grave,
del
disagio
dei
tifosi,
e
di
coloro
che
amando
il
calcio
vorrebbero
vedere
uno
sport
sano,
che
non
ha
certo
bisogno
di
sospetti
su
eventuali
“congetture”
da
parte
di
chi
lo
comanda.
Il
calcio
ha
già
troppi
problemi,
perché
non
tentare
di
migliorarlo
li
dove
sarebbe
possibile..?