26/1/2009
(RENATA SCIELZO/ foto di Felice de Martino) – Scuro il cielo sopra Napoli, scuro il volto di Reja, tetro quello dei tifosi. Lunedì amaro per Napoli e per il Napoli. Inizio settimana da incubo, dopo una domenica da dimenticare al più presto. Reja ridimensiona gli obiettivi, ridimensiona la squadra e i suoi ragazzi.
Una prestazione mortificante contro la Roma, per alcuni da schiaffi. Ma…ma….qualcosa stavolta ci sentiamo in dovere di ribadirla, anche se si tratta di già detto, già sentito e purtroppo già visto.
Per una volta giochiamo anche noi a fare le vittime. Non giustifichiamo la prestazione di un Maggio, di un Mannini, di un Santacroce o di un Cannavaro e la prova incolore di Lavezzi (completamente annullato dalla retroguardia giallorossa), ma non accettiamo quello che è accaduto nei primi minuti del match e che ha SICURAMENTE condizionato una partita, per la quale, duole dirlo, il risultato sembrava già scritto.
Nessun dubbio sul goal di Zalayeta, siamo tra quelli che hanno visto la palla scorrere - dopo lo stop di petto - sul braccio di Morpheus. Annullato. Perfetto. Sebbene andasse annullato subito e non dopo le proteste giallorosse. Goal di Mexes. Fuorigioco innegabile ed abbastanza evidente. Come la mettiamo? Già a Verona contro il Chievo il Napoli era stato vittima di “distrazioni arbitrali” e domenica? Stessa storia, la pellicola non cambia, nonostante le polemiche seguite all’indecoroso arbitraggio del sabato sera in perfetto stile Calciopoli.
“Ma la Roma poi ha vinto 3-0, finendo per annientare il Napoli e legittimare il risultato”. Recitano le cronache. Dicono i soloni.
E c’è che Reja ha tenuto in campo Mannini, ha sostituito il migliore in campo Zalayeta per dare spazio a “El Tanque”, che potrà di qui a giugno segnare anche goal a grappoli, ma continua a non convincerci (una statua di sale in mezzo all’area) ed ecco DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI NAPOLI.
Di arbitraggi subiti, di una squadra che tira i remi in barca dinanzi ai suoi tifosi, di un allenatore, che al di là delle statistiche che lo davano già perdente contro Spalletti, non ha saputo trovare alcuna soluzione per scuotere il gruppo, di un gruppo che subisce e che va sfaldandosi sempre più, di una Champions che poteva pure arrivare ma che a qualcuno evidentemente non va giù (e siamo proprio sicuri che quel qualcuno sia solo esterno al Napoli, che il nemico non si annidi tra le mura di casa? E qui si aprono interrogativi da un milione di dollari…) e ancora parliamo di ragazzi ingenui che andrebbero strigliati un po’ di più, nonostante si tratti dei gioielli di famiglia (si veda alla voce Hamsik del quale abbiamo dovuto e dovremo fare a meno a causa di uno stupido cartellino rosso rimediato contro il Chievo).
A questo si aggiungano l’indecorosa sconfitta della Fiorentina, il pareggio dubbio del Genoa, che recrimina per qualche torto di troppo nel match contro il Catania, la svista sul goal di Mexes, Inter – Sampdoria di ieri sera.
E null’altro. Vi diamo la “nostra” classifica di fine campionato. Non sappiamo chi vincerà lo scudetto. Ma scommettiamo su quali saranno le prime quattro: Inter, Juve, Milan e Roma. Sono le più forti? Nessuno mette in dubbio il potenziale delle squadre in questione, il valore dei campioni che ne vestono la maglia è qualcosa di oggettivo, come oggettivi sono i semplici conti, le semplici addizioni e quei semplicissimi collegamenti che oggi anche il più sprovveduto osservatore del pallone avrà provato a fare ed avrà fatto.
Dobbiamo contraddire, non abbiamo contraddetto affatto? Beh a noi pare di aver detto anche troppo. E pensate lettori, e chi ci segue da tempo lo sa, un tempo la Roma ci piaceva pure…ma così no. Così è una vergogna.
Per i nostri due sole parole: CORRERE E SUDARE. Per i TIFOSI: NON MOLLARE. La squadra ora più che mai deve sentirsi amata. Non commettere l’errore di sparare a zero. In questo momento non avrebbe senso. Ci vogliono PAZIENZA (naturalmente fuori del campo e perdonate la boutade) e SPERANZA (la speranza che qualche nuova pedina arrivi a rinforzare la rosa in questo mercato di riparazione). Alla prossima, sperando di poterci permettere qualche battuta più simpatica.
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