• DETTI E CONTRADDETTI – AMENITA’ DALLA QUINTA DI CAMPIONATO E DINTORNI •

29/9/2008

(RENATA SCIELZO) - E venne la luce. E il pallone d’oro dimenticato fece goal. Un goal da tre punti pesanti, da tre punti nel derby, da tre punti che ti regalano l’abbraccio commosso dell’allenatore e le urla festanti dei tifosi.
E’ bastato poco a Ronaldinho per far dimenticare la brutta Olimpiade e l’inizio poco convincente in maglia rossonera. E’ bastato annullare il nemico nerazzurro e l’antipatico Mourinho per conquistarsi la simpatia dei suoi e quella di mezza Italia (stampa compresa), che ieri, per amor di classifica e di campionato e in alcuni casi per piaggeria - solo per questo - si ritrovava a tifare Milan.
Un goal da campione, un’incornata che ha sconfitto il connazionale Julio Caesar e che ha lanciato di colpo Dinho nell’Olimpo degli eroi rossoneri. Solo un punto separa ormai il bistrattato Milan delle prime giornate dalla pazza Inter di sua maestà Mourinho. Ronaldinho il simpatico, un po’ di casini e quel sorriso sempre stampato sul volto da castoro, ha attentato all’aplomb di Mourinho, mister perfettino, mister primo della classe. Ed è stato divertente. Anche se forse il Milan non meritava i tre punti. L’Italia intera (fatta eccezione per quella nerazzurra) ha riso e ringraziato.
Lazio e Napoli si tenevano stretti il primo e il secondo posto e quel guascone con la faccia da castoro faceva la prima delle sue marachelle ai danni del primo della classe.
Così è amdata la giornata di ieri, segnata da un derby che continua a far discutere, ma che è tutto lì in quel goal di Ronaldinho e in quell’abbraccio ad occhi chiusi rivoltogli da Ancelotti, che sembra riportare il sereno in casa Milan. Carletto aveva rischiato e puntato su di lui e Dinho, per fortuna, ha pagato il conto.
Ma la domenica ha regalato altre sfide e altri sorrisi. Quelli di una Roma che ha visto Mirko Vucinic ritrovare l’appuntamento con il goal e che ha sperimentato per la prima volta nella stagione, complice Panucci, il perfetto schema Mourinho. Panucci, grande condottiero giallorosso e difensore goleador (ha già colpito quattro volte in stagione) ha eseguito alla perfezione. Tiro, deviazione del malcapitato avversario e palla in rete. E già le grandi o le presunte tali è così che sbloccano il risultato, è così che portano a casa i tre punti. Peccato che ieri in casa Inter lo schema Mourinho non abbia funzionato e abbia dovuto scontrarsi con i 40 anni di Maldini, con l’esperienza di chi la sa lunga e di chi la maglia rossonera ce l’ha cucita addosso, sulla pelle. E’andata bene a Panucci però e alla Roma, che di sbloccare il risultato e di scacciare la crisi ne aveva proprio bisogno. Secondo una logica di Dio toglie e dà, il difensore giallorosso si è ripreso quel goal ingiustamente negatogli dal guardialinee nel turno infrasettimanale; un goal anzitempo festeggiato che al povero Panucci era costato persino i fischi dei genoani, suoi ex tifosi.
E per una Roma che finalmente tornava a sorridere c’era una Lazio raggiante con un Lotito, fiero e orgoglioso della sua tirchieria. Zarate si rivelava l’acquisto più azzeccato della stagione e lui – alla faccia dei suoi stessi tifosi sempre pronti a contestarlo – si godeva il momento di gloria.
Un po’ come Paolo Cannavaro, invitato negli studi mediaset, perché proprio non se ne poteva fare a meno, visto che il Napoli è lì, secondo, e allora proprio non puoi parlare delle milanesi per tutta la trasmissione. Certo Paoletto, ieri a riposo per il turnover, dovrebbe fare qualcosa in più di questi tempi per accontentare i tifosi, perché le telecamere, se il Napoli continuerà ad essere questo, verranno da sole. E l'Europa, se lui e i suoi compagni giocheranno a dovere, sarà più di un sogno di bambino che si realizza.
E ieri si è quietato pure Zamparini, convinto di aver fatto un ottimo acquisto: Ballardini. Ma ci sembra presto per parlarne. Bisognerà vedere come tuonerà alla prima sconfitta dei suoi. Intanto il patron rosanero plaude a Moratti e dice: “Mourinho è un po’ spaccone, ma è un grandissimo, il migliore acquisto dell’era Moratti. E’ molto sagace ed ironico”. Beh Zamparini, se l’ha detto lei, non possiamo che confermare. E’ proprio vero che – per certi versi – chi si somiglia si piglia. Chissà se lei da Mourinho mutuerà un po’ di quell’aplomb che certo non guasterebbe alla sua figura…
Ma forse non sono affari nostri. Guardiamo a Reja e per una volta – signori – almeno per una volta a quest’uomo facciamogli i complimenti. Grazie mister. Chè altrimenti non staremmo lassù. Le sue facce imbronciate - per fortuna- sono un triste e lontano ricordo.
Ad maiora.

 

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