(RENATA SCIELZO) - Sotto il sole che scotta, con le colonnine di mercurio che in parecchie città italiane hanno toccato i quaranta gradi, con le file in autostrada per il rientro è finalmente cominciato l’ennesimo campionato di serie A, quello più atteso, quello che avrebbe restituito al grande calcio Napoli e Genoa, alla propria casa la Juventus, vedi DG Blanc, sottolineando, ovemai non lo si fosse ancora capito, che la serie cadetta certo non poteva addirsi ad una Signora come la Juve.
- E non sia mai detto. Per ripagare la povera vecchia Signora dei TANTI TORTI SUBITI, infatti Matarrese & co, quelli del nuovo corso, si affrettavano a farla testa di serie insieme alle prime 4 dello scorso campionato - .
Ma tiriamo avanti e non perdiamoci nei soliti stanchi preamboli. Glissiamo sulle moviole e sugli arbitraggi (perché altrimenti inizieremmo alla solita maniera e chiuderemmo pure peggio) e vediamo quali sorprese ci ha riservato questa prima doppia giornata, tra anticipi e posticipi, e soprattutto quali sono state le reazioni nei salotti televisivi e nel variegato mondo del pallone.
Si comincia.
Il sabato pomeriggio è tutto per Lazio e Toro, le prime due a dare spettacolo nella fornace dell’Olimpico. Una partita godibile con un primo goal da cineteca, un cucchiaio di Rosina che si sarebbe rivelato tra i più bei goal della giornata. Finisce due a due con i giocatori che corrono sotto le docce e un Torino che dà subito a vedere che la musica rispetto allo scorso anno è già cambiata.
Ma il match più atteso era quello del sabato sera, che avrebbe visto scontrarsi la Juve post calciopoli e post serie B con il Livorno post Lucarelli, affidatosi per l’occasione a Ciccio Tavano, desideroso di riscatto dopo la deludente stagione giocata sull’asse Valencia – Roma.
La vecchia Signora e il suo allenatore, quello che gli inglesi hanno soprannominato in maniera esilarante Nasello, erano attesi alla prova del 9, sebbene avessero già deliziato i propri tifosi in quel di Cesena in tempi di amichevoli estive rifilando un sonoro 5-2 alla Roma “brasiliana” di Spalletti (quella che nel primo tempo contro il Palermo avrebbe tenuto tifosi e non inchiodati agli schermi).
Manco a dirlo la Juve (ahinoi) non è mai morta e come si addice agli Alien ha cominciato alla sua maniera: con un Trezeguet in formato supermegagoleador (speriamo che Domenech si ricordi del rigore sbagliato ai mondiali e lo lasci fuori l’8 settembre) e un Iaquinta che sembra aver già capito che la maglia bianconera che indossa adesso nasconde strani poteri: 3 per il primo e 2 per il secondo. Il Livorno pensa a Lucarelli, Ciccio Tavano non riesce a tornare quello di Empoli, Del Piero finisce prima del tempo sotto la doccia come ai tempi di Capello, ma la Juve va e come se va….
Uno schiaffo in pieno volto arriva anche alla Gazzetta che in un sondaggio sui possibili capocannonieri del campionato di A proponeva persino Cassano (nemmeno convocato dal suo nuovo tecnico Mazzarri) e lasciava fuori il signor Trezegol, manco a dirlo il signor T alla prima ha in saccoccia già il primato….ah questi sapientoni….
E si arriva alla domenica tra tappi di champagne, molti goal e qualche lacrima amara.
Partenza sprint per il redivivo Milan sul campo dei nostri fratelli genoani, sonora stecca con autorete ed espulsione della supercorazzata Inter in casa contro la ben attrezzata Udinese, vittoria dei viola nel derby toscano, pareggio con rissa tra Parma e Catania, ritorno al goal di Bellocci e Montella che regalano alla Samp il successo sul Siena, dubbio pareggio dell’Atalanta al Granillo contro la Reggina e “inquietante e triste” esordio del Napoli dinanzi ai sessantamila del San Paolo.
Votati alla sauna i tifosi accorsi in massa hanno dovuto accontentarsi di quella che si spera andrà annoverata solo come una falsa partenza, una delle poche non troppe scoppole che rimedieremo.
Qualcuno ha fischiato, qualcun altro – quelli più intelligenti – a fine match ha applaudito ugualmente, nonostante gli errori, nonostante le mani fossero così sudate da scivolare l’una contro l’altra.
Il CALDO – ha detto il presidente – già il CALDO, ma anche una squadra che non vince e soprattutto non convince.
L’EMOZIONE – hanno detto alcuni tifosi nonché alcuni giornalisti – già l’EMOZIONE, ma si giocava contro il Cagliari, un’ancella della A, non certo contro il Milan, rispolverando uno di quei match dai fasti antichi.
Parecchi GIOCATORI AL DEBUTTO nella massima serie – hanno aggiunto altri – già parecchi al DEBUTTO… ma forse qualcuno non avrebbe dovuto debuttare alla prima o ancora non avrebbe dovuto debuttare affatto (e vogliate perdonarci il pizzico di cattiveria….)
La PRESSIONE DEL PUBBLICO E DELL’AMBIENTE – hanno detto i più - già la PRESSIONE DEL PUBBLICO E DELL’AMBIENTE, ma cosa si pretende da un pubblico, di natura facile agli entusiasmi come alle lacrime di coccodrillo, e con alle spalle 6 anni di attesa, trascorsi tra gli stadi di Crotone e Frosinone, Foggia e Lanciano?
Attenuanti? Forse che sì, forse che no….
L’esordio è davvero brutto e pure sfortunato (perché non vuole essere una delle svariate attenuanti ma anche signora iella ci ha messo la sua). I nostri si vedono ridimensionati e loro malgrado mettono in riga i tifosi, a molti dei quali forse sarà apparso chiaro che non è il caso di coltivare sogni di gloria. SIGNORI SI PARTE, DESTINAZIONE SALVEZZA.
La sconfitta già pesante perché subita in casa, dinanzi al proprio pubblico e per di più con una delle squadre che potrebbe rivelarsi una diretta avversaria, diventa ancora più amara. Tiene banco i tutti i salotti televisivi, che avendo già dedicato molto spazio il sabato alla Juve, preferendo glissare sulla stecca interna dell’Inter e desiderosi di folclore e simili, si sono concentrati manco a dirlo proprio sul povero Napoli. Quello che doveva fare scintille invece si è solo COTTO E DECOTTO sotto il sole del San Paolo…
Poveri tifosi…mai si sarebbero augurati una simile partenza. In preda alla gioia per aver finalmente ritrovato palcoscenici e telecamere, nella sera di domenica sarebbero stati loro malgrado protagonisti tra Rai e Mediaset, con panze all’aria, con magliette che si sarebbero rivelate di triste auspicio per il campionato appena iniziato (Add’A passa’ a nuttata), intenti ad ammazzare ansia e attesa addentando consistenti palatoni e con la coda tra le gambe all’uscita dalla sauna San Paolo, dopo essere stati messi a tacere da un napoletano, che sì non ha esultato quando ha segnato, ma si è pur sempre procurato un rigore (per altro assai dubbio) e gioca pur sempre al Cagliari (e qui la domanda sorge spontanea, ma ad esempio uno come Foggia non poteva essere utile alla causa azzurra?).
Ora, stendendo un velo pietoso sulle trasmissioni televisive nazionali, che manco a dirlo hanno cannibalizzato il nostro ritorno in serie A, tratteggiandoci more solito come pappa e ciccia e urla e sudore (sarebbe stato più politically correct fare in tutti gli stadi quei primi piani traditori…) e ringraziando Roma e Palermo che con un posticipo brasiliano ci hanno tolto di impaccio e Donadoni che ha tenuto banco con la nazionale, arriviamo ad una conclusione semplice semplice e da decalogo sulla quale, sapientoni o non, per una volta, c’è da giurarlo, saremo tutti d’accordo. Perché sembrerà paradossale, ma la sconfitta di ieri sembra aver messo tutti d’accordo.
Ci arroghiamo il diritto di zittire i vari opinionisti da salotto, i vari Mosca, Galli, Capello e compagnia bella, di boicottare trasmissioni dove ci dipingono alla solita maniera, mettendoci alla berlina e dimenticando la nostra storia e le nostre tradizioni e vi proponiamo il nostro decalogo semiserio per venir fuori senza “appizzarci le penne” (come dalle nostre parti si suol dire) e magari divertendoci anche un po’ da questo campionato.
1) Non crocifiggere Reja (almeno non alla prima, aspettiamo la terza….)
2) Non montare casi, vedi Calaiò e simili, già il ragazzo ha battuto la testa…lasciamo che si riprenda….
3) Non insistere con un modulo con la difesa a tre laddove gli esterni che abbiamo di certo non fanno gola alla Roma di Spalletti….
4) Ricordarsi che non acquistare non è un bel comandamento e quindi invitare la società a mettere mano al portafoglio, magari portando all’ombra del Vesuvio esterni bravi sia nella fase difensiva che offensiva
5) Tenere a mente che Lavezzi è argentino ma non è Maradona, dando a “El pocho” il tempo di ambientarsi e di buttare giù qualche chilo.. e già ieri c’è da starne sicuri l’effetto sauna l’ha aiutato non poco…
6) Non dire che abbiamo un centrocampo solido, perché ce l’abbiamo da paura. Manca un centrocampista con la C maiuscola, un regista che detti i tempi e smisti palloni lì davanti, lì nel mucchio, che siano per la testa di Zalayeta o per i piedi di Calaiò poi è da vedersi….
7) Regalare a Gargano, che accostato ora a Gattuso ora a Pizarro, ha ribadito di essere Gargano, un bel set di vhs con le giocate del milanista e del romanista (figliolo la strada è lunga e tortuosa…)
8) Dire al povero Hamsik (e finalmente uno buono) di cambiare immediatamente numero di maglia (quel 17 ieri tra pali e respinte del portiere ha parlato chiaro, troppo chiaro)…
9) Aumentare i posti disponibili in tribuna…in quella vip per accogliere una serie di giocatori che a quella sono più consoni (hanno conquistato la A ed è il caso che tornino a conquistarla o che la guardino dall’alto, dagli spalti) e aumentare i posti in quella stampa o quanto meno assegnarli a chi di dovere: a chi lavora, paga le tasse, cerca di essere sempre obiettivo nel rispetto dei lettori e non gioca affatto al Sapientino….
10) Sperare nei miracoli di San Gennaro, san Domizzi e san Cannavaro (e perdonateci la blasfemia…) e ricordare a De laurentiis che le scoppole non arriveranno….sono già arrivate
Lavorare, lavorare, lavorare……….
Siamo stati lunghi anzi lunghissimi, ma troppa carne bolliva in pentola…urgeva scoperchiarla.
Alla prossima e forza Napoli