1/10/2007
(RENATA SCIELZO/ foto di Felice De Martino) - Domenica coi botti. Trema l’Olimpico di Torino al 93’. E’ il solito Trezegol. Tre punti alla vecchia signora, il vecchio Toro inviperito negli spogliatoi.
Goal dubbio o non dubbio, fuorigioco o non fuorigioco: è sempre la solita storia.
Juve brutta brutta da guardare, ma cinica e fortunata. I bianconeri bypassano Fiorentina e Roma e si vanno a piazzare solitari al secondo posto, ad un sol punto di distanza dalla capolista Inter.
Si riaprono vecchi scenari e antiche rivalità. Si parla già di corsa a due.
E’ bastato un nanetto Giuly nelle inconsuete vesti di Buffon per condannare e bocciare senza appello la Roma, non è servito un Osvaldo super a far apprezzare il lavoro che la Fiorentina sta svolgendo e a farla entrare di diritto tra le “favorite”.
Si delinea la solita noia? Troppo presto per dirlo.
Sta di fatto che la Roma è stata colpita e affondata in una battaglia senza esclusione di colpi che ha visto la sua ciurma perdersi nelle acque patrie, dopo un istintivo ma imperdonabile harakiri di Giuly.
Un’esercitazione in chiave Manchester? Hanno forse voluto con questo 4 -1 esorcizzare ed allontanare il pericolo di un’altra memorabile debacle con gli inglesi? Si salveranno gli uomini di Spalletti o affonderanno definitivamente sotto il peso del loro modulo?
Staremo a vedere. In parte già condannata e con la mente rivolta ad obiettivi in dimensione europea sembra essere l’altra aspirante al podio, quel Milan, che ieri avrebbe dovuto iniziare la corsa verso l'agognato riscatto e che invece è stato fermato per l’ennesima volta. E’stato il Catania a bloccarlo in casa su un altro 1-1.
I rossoneri non segnano e prendono facilmente goal.
In una giornata come quella appena consumatasi vengono da suggerire un paio di consigli per gli acquisti a Berlusconi e Galliani. In difesa, vista la mancata intesa con la palla di Dida e Kalac, il superportierone Giuly, un nanetto con una grandissima elevazione e mani capaci di dire no al grande Ibra. In attacco, visto il prolungato digiuno di Gilardino, un super Paolo Cannavaro, ottimo inquadramento della porta e zampata da attaccante puro.
Si scherza, un po’ per mettere alla berlina i due principali artefici delle sconfitte di Roma e Napoli, un po’ per guardare alle prossime (al Napoli toccherà in sorte la capolista al Meazza) con un minimo di speranza o quantomeno con il sorriso sulle labbra. Sarebbe davvero triste se tutto fosse già finito, se tutto si fosse già consumato in questa sesta domenica pallonara.
Se la Roma ha pagato le sue solite mancanze e ingenuità, se il Napoli ha pagato la solita sfortuna e quelle porte ingiustamente chiuse, se il Toro ha subito la più brutta delle beffe e Inter, Juve e Genoa invece se la sono goduta alla grande, non è che tutte le altre sono state a guardare senza lasciare traccia.
Ha finalmente lasciato traccia il Pibe de Bari, palla in rete e striptease che sa tanto di “guardatemi, non sono quella palla di lardo che tutti credete”. Il talento di Bari vecchia firma il 3-0 per la sua Samp, condanna definitivamente una sfortunatissima Atalanta e si conferma bestia nera del povero Del Neri. Ai tempi della Roma litigi e sberleffi, oggi manda a casa la sua squadra con la coda tra le gambe e con un risultato quanto mai bugiardo che penalizza davvero troppo Zampagna, Doni & co. C’est la vie. C’est le football.
Ma l’Atalanta non è l’unica ad avere la peggio. Anche il Palermo passato in immeritato vantaggio subisce i colpi dell’Empoli di Gigi Cagni, finalmente convincente e vittorioso, con un secco 3-1.
Stancano Reggina e Lazio, con i biancocelesti che raddrizzano il risultato a pochi minuti dalla fine (l’ennesimo pareggio) e forse sono con la testa già al Real Madrid per l’imminente sfida con le merengues in Champions League. Non entusiasma l'Udinese, ma Quagliarella torna al goal e condanna il Parma di Corradi & co.
Intanto se la ridono in Sardegna, con un Cagliari dato tra le squadre più deboli e inevitabilmente destinate alla retrocessione, che, punticino dopo punticino, grazie al furetto Foggia e ad un buon numero di rigori, si attesta a ben 7 punti. Della serie alla pari del Milan. A farne le spese il Siena. A regalare l’occasione del rigore un altro eroe della domenica. Sul podio con Giuly e Cannavaro sale una vecchia conoscenza: un tal Christian Bucchi. Fallo di mano in area e rigore e tre punti vittoria alla squadra avversaria. Che domenica bestiale!
A versare davvero in brutte acque è invece il Livorno. Nel derby toscano subisce la violenza dei viola e guarda al passato con tristezza e con rammarico. Spinelli starà iniziando a pensare che i quattrini incamerati con la cessione di Lucarelli sono quattrini maledetti. Senza il suo ariete il Livorno è irriconoscibile, i tifosi protestano e la classifica è già preoccupante.
Il prossimo turno con la sfida al vertice tra Fiorentina e Juventus darà ulteriori indicazioni sul prosieguo del campionato, anche sul fronte tifoserie. Nemici giurati i tifosi bianconeri e quelli viola per uno scudetto di quelli che gridano ancora vendetta, c’è da sperare che si comportino bene. Nella peggiore delle ipotesi dovesse accadere il contrario, attendiamo “fiduciosi" la "giustizia sportiva”.
Olimpico 1 e Olimpico 2, Roma e Torino, tanto per fare un esempio, dovrebbero chiudere i battenti, viste le scene consumatesi sabato e domenica, ma la serrata sembra essere di moda solo all’ombra del Vesuvio. Se colpisci arbitri e guardialinee porte chiuse e a casa, se invece fai macelli fuori allo stadio, nessun problema domenica prossima è un altro giorno e puoi andare tranquillamente a sfogare le tue frustrazioni da idiota sugli spalti. Ingiustizia e dintorni. Figli e figliastri.
E tra ingiustizie e dintorni, figli e figliastri, noi non giochiamo alle vittime, alziamo la testa e andiamo a giocarcela. Il Napoli andrà a misurarsi con l’Inter. Una sconfitta annunciata? La speranza è l’ultima a morire.
Alla prossima e complimenti alle ragazze del volley. Loro sì che sono campionesse davvero. Campionesse d'Europa.
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