(RENATA
SCIELZO / foto di Felice De Martino) -
Weekend SCOPPIETTANTE quello appena
trascorso tra petardi, goal fantasma, rigori
dati e non dati, polemiche del giorno prima
e del giorno dopo.
Per amor di cronaca e amor di Napoli,
partiamo da sabato pomeriggio e su sabato
pomeriggio ci concentreremo, troppo annosa è
la questione, troppo spazio ci ruberà.
Napoli – Frosinone.
Solita partita, solita media goal,
manteniamo il primato in classifica, ma
rimediamo un brutto pareggio in casa.
L’avversario non è dei più scarsi, ma di
certo non siamo al cospetto del Real
Madrid…Fin qui comunque a parte le dubbie
scelte del tecnico nulla quaestio è il gioco
del calcio: si vince, si perde, si pareggia.
Il problema, perché chiamasi problema, visto
che chi di dovere non è in grado di
risolverlo, si consuma sugli spalti, dove il
solito gruppo di soliti noti, soliti idioti,
fa scoppiare petardi a ripetizione, facendo
le prove generali per l’ultimo dell’anno.
I Petardi e i soliti idioti. Il nostro
Napoli. Il nostro direttore generale. Il
nostro Presidente. L’interruzione della
partita. Il rischio squalifica del campo. Le
forze dell’ordine. I biglietti nominativi. E
il San Paolo che continua ad essere un
arsenale. Troppi dubbi, troppe questioni
irrisolte. Qualcuno ci spieghi perché se
andiamo ad un concerto allo stadio ci
vietano di entrare con bottiglie di vetro,
ci perquisiscono da capo a piedi e poi
finalmente ci fanno entrare per goderci
qualche ora di buona musica e invece per una
partita di pallone personaggi noti e meno
noti riescono ad introdurre senza colpo
ferire botti di ogni tipo. Chi è in grado di
rispondere a questa retoricissima domanda?
Forse un po’ tutti, dall’analista del
pallone all’uomo della strada.
Ma NOI no. NOI continuiamo ad essere
dannatamente sciocchi, irriverenti, poco
tradizionalisti e poco legati alla cultura
della nostra Napoli. Continuiamo a non
capire. Ma come, qualcuno lassù ha detto che
i botti fanno parte della tradizione e del
folklore napoletano, fanno molto made in
Naples e noi vogliamo in un solo colpo
cancellare una tradizione centenaria? Quella
stessa tradizione che, se non controllata,
il primo gennaio ci regala il servizio di
apertura di tutti i telegiornali per la
conta dei feriti?
E soprattutto nello stadio che ha visto
protagonista il Pibe de Oro vogliamo negare
l’ingresso al “pallone di Maradona” e ai
suoi molteplici scoppiettanti, assordanti
discendenti? Non sia mai detto…Ma stiamo
scherzando????
I lettori ci perdonino la becera
provocazione, ma ciò che si consuma al San
Paolo causa petardi ci lascia a dir poco
perplessi. Si fanno campagne nelle scuole
contro i botti, non perché non si debbano
sparare,ma perché lo si faccia con
moderazione, prendendo le dovute
precauzioni, acquistando quelli legali,
insomma evitando di rovinarsi la festa e
invece allo stadio…allo stadio si spara
senza colpo ferire, si rischiano feriti,
contusi, interruzioni di partita,
squalifiche del campo, si contribuisce ad
infangare ulteriormente l’immagine della
città (che di questi tempi ne farebbe
volentieri a meno) e per colpa di chi? Non
solo per colpa di coloro che reiteratamente
a mo’ di scimmie senza cervello si recano
allo stadio esclusivamente per creare risse
e tonfi e per sfogare le frustrazioni
accumulate nella loro quotidianità (e si
badi non li stiamo giustificando) ma anche
per colpa di chi preposto ai controlli non è
in grado di fare il “controllore”.
Eppure basterebbe esplorare l’impianto prima
del match. Fare perquisizioni con la P
maiuscola, salire sugli spalti, sedare le
rivolte e sequestrare le “armi” e
soprattutto allontanare i soliti idioti i
soliti noti. Allo stadio non devono metterci
piede. Non esiste avallo, non esiste
giustificazione. Fuori senza pietà. Del
resto a chi interessa che questi personaggi
si rechino sugli spalti? A chi giova che
infanghino il nome di Napoli e del Napoli?
E che diamine – cari lettori - già nel
Napoli il clima non è sereno perché la
stampa, o meglio certa stampa, “tiene sempre
la parola soverchia”, e la società è tutta
intenta a placare tensioni e polemiche, poi
ci si mettono pure questi “ignoti
artificieri”. Poveri dirigenti….
A voi le considerazioni, noi dobbiamo
chiudere e scusarci se i tanti rigori non
dati e il famoso goal fantasma sono rimasti
tali…
Solo un’ultima battuta e chiudiamo: un
applauso doveroso e tanti auguri ai granata
del Toro, cento anni di storia gloriosa, che
supera le barriere del tifo e delle maglie,
che ci fa essere orgogliosi del calcio
italiano e ci commuove pensando a quei
campioni del grande Torino: un pezzo della
storia del nostro pallone.
Alla prossima