(RENATA
SCIELZO / foto di Felice De Martino)-
Tra una boutade e un’altra questa settimana
si parte con gli auguri sentiti e doverosi,
per quanto un po’ in ritardo, a Roberto
Baggio: 40 anni. Uno dei migliori giocatori
che il nostro calcio abbia espresso,
nonostante quel rigore che nessuno, nemmeno
lui, dimenticherà. Ma non è da certi
particolari che si giudica un giocatore.
In disparte, lontano dai riflettori del
pianeta calcio, rilascia un’intervista
esclusiva alla Rai, intimistica,
appassionata e condita da una bella
stoccatina. A domanda su Calciopoli e su
tutto ciò che abbiamo visto, letto e sentito
e probabilmente anche su molto altro che non
abbiamo ancora visto, letto e sentito,
serafico risponde: forse è per questo che
non ho giocato i Mondiali di Corea e
Giappone del 2002. Beh ahinoi che non li
abbia giocati lo sapevamo e ce ne siamo
accorti, perché, Moreno o non Moreno, quella
nazionale è solo da dimenticare e forse
chissà quantomeno portarselo Roby…che dire
ci siamo rifatti nel 2006. Resta il
rammarico per uno come Baggio, che
sicuramente più di molti attuali azzurri,
avrebbe meritato di inserire nel suo
palmares la Coppa Mundial, ma si sa il
calcio è come la vita, si vince, si perde,
ci si rialza…non sempre è meritocratico.
Torniamo a sfere più basse e interessiamoci
della giornata di campionato appena
conclusasi, con l’ormai consueta alternanza
di porte chiuse, abbonati sì, abbonati no,
riaperture varie e compagnia bella, in
attesa di un turno di Champions che speriamo
possa essere più emozionante dell’ormai già
scritto e concluso campionato di Serie A.
Abbiamo più volte dissentito da Sandro
Piccinini, che alle prime giornate esordì:
“l’Inter ha già vinto”. Ora tocca
necessariamente fare mea culpa e, di questi
tempi più che mai, cospargerci il capo di
ceneri. Purtroppo aveva ragione.
L’Inter ha accumulato la sedicesima vittoria
consecutiva, record europeo secondo i più,
ma qualcuno ha dimenticato i campionati
scozzese e olandese (a meno che non li
consideri minori), la Roma sconfitta sul
campo dell’Empoli rivelazione di Gigi Cagni
ha definitivamente tirato i remi in barca,
perché se prima si era nel territorio
dell’improbabile ora si è in quello
dell’impossibile (14 punti di distanza sono
un’enormità..), e possiamo iniziare ad
immaginare una zona Champions dove a
contendersi il quarto posto ci saranno
l’Empoli, la Lazio o chissà chi. Ormai resta
da vedere soltanto quello. Null’altro.
Molto più interessante il campionato
cadetto, dove tra nobili decadute, vecchie
signore giustamente punite e fanciulle
rinate a nuova vita che hanno pagato
oltremodo (vedi il nostro Napoli), la
situazione è molto meno palese e quindi la
lotta in cima alla classifica sarà bella da
vedere, divertente da vivere e speriamo
ancor più emozionante da festeggiare.
Un posto per la promozione diretta in A è
già andato - dicono tutti - e stavolta non
dissentiamo, magari sbagliamo di
nuovo…l’altro…appunto l’altro. Fino a
domenica scorsa i nostri azzurri erano in
coabitazione con la Juve, dopo la doccia
fredda di Volpato al 92’, sono scivolati al
secondo posto. Ma si è in un fazzoletto, si
parla di punticini, di distanze
tranquillamente colmabili, e il fatto di
aver visto un Napoli volenteroso e tutto
sommato in palla, nonostante l’assenza
dell’uomo in più (Calaiò o il pubblico del
San Paolo, leggete come più vi piace…), fa
ben sperare per il prosieguo di questo
campionato. La Vecchia Signora si faccia
pure forte del suo 5-0 e della tripletta del
suo capitano, il Napoli – e qui emerge il
tifoso che c’è in noi – non starà a
guardare.
Da risolvere in casa azzurri solo una
piccola questione, lì davanti, lì nel
mucchio, dove né il mister ha le idee troppo
chiare, né in verità i giocatori l’aiutano.
Calaiò nonostante gli ultimi nervosismi, è
una certezza. GUAI A CHI LO TOCCA. Bucchi è
stato la grande delusione, ma intanto
domenica ha segnato. CORRENTE ALTERNATA. Pià
la grande promessa, doveva fare sfracelli,
corre, arriva sotto porta e non segna
nemmeno a porta vuota. VELLEITARIO. Il Pampa
Sosa se ne sta lì buono in panchina, “sotto
il peso dei suoi anni”, Reja lo fa entrare
nel secondo tempo, gioca uno scampolo di
partita e per due volte consecutive entra e
va a rete. REDIVIVO. Scegliere non è facile,
c’è da sperare solo che incomincino a
funzionare tutti insieme. Se a loro
aggiungiamo poi De Zerbi la partita è
conclusa. UNA DOMENICA Sì e UN’ ALTRA NO.
Lasciamo i nostri paladini e migriamo per un
piccolo e conclusivo sconfinamento (è
l’ultimo poi vi abbandoniamo a più serie e
interessanti letture) dal San Paolo a porte
chiuse al tempio del calcio, il Santiago
Bernabeu, in terra di Spagna, lì dove gioca
la squadra Real, lì dove i nostri
connazionali non sembrano avere troppa
fortuna. Se pare ormai certo che il Fabio
nazionale e cittadino, il pallone d’oro e
campione mondiale, a fine stagione farà armi
e valigie per tornare in patria, se tutti
sanno che Cassano non si è mai ambientato e
anzi ha forse definitivamente bruciato la
sua carriera in terra ispanica, l’ultima
riguarda l’allenatore degli allenatori: Don
Fabio Capello. Persino lui, che pure a
Madrid c’era già stato e con un altro
italiano, Christian Panucci, aveva condiviso
belle vittorie, arranca, ha dubbi, non è più
vincente come un tempo, nonostante lo
squadrone a disposizione.
C’è aria di crisi: le star vanno via.
Ronaldo torna nel bel paese e, soprappeso o
meno, sigla una bella doppietta, Beckam
volerà verso gli States, tenuto a lungo
fuori squadra, entra, segna e regala una
linguaccia alla Del Piero (non sarà stata
mica rivolta al tecnico di Pieris?!!).
Pare proprio che Don Fabio non ne azzecchi
più una. Ieri si sono a lungo rincorse voci
di dimissioni, prontamente smentite
dall’immediata conferenza stampa convocata
dal Real, ma sono in molti ormai a
scommettere sull’imminente partenza di
Capello. E allora le trasmissioni tv avranno
di nuovo di che parlare; chi siederà sulla
panchina Real? Mourinho, Lippi, Mancini…il
toto allenatori imperverserà e a noi
toccherà essere bombardati con ipotesi e
controipotesi…PIETA’…CHE QUALCUNO CI
SALVI!!!!!!!
Che dire? Speriamo che Don Fabio non ne
azzecchi davvero più una, magari Cassano
viene a Napoli, si trasforma, diventa alto,
bello, buono ed ubbidiente e segna goal a
valanghe. Magari. Ma questo FORSE è
fantacalcio, degno del totoallenatori.
Cari lettori, vogliate scusarci, abbiamo
provato a distinguerci, ma se tutto intorno
è fatto di chiacchiere e distintivi, bombe
di Mosca, azzardi e fantaprevisioni, ci
dobbiamo adeguare, perché se non siamo un
po’ ridicoli nessuno ci legge. CHE S’ADDA’
FA’ PE’ CAMPA’….
Alla prossima e forza Napoli