(RENATA
SCIELZO/ foto di Felice De Martino) - Un
caloroso e doveroso bentornato a quei pochi
che avranno la pazienza di rileggere le
nostre presunte amenità. Ci siamo lasciati
di recente e a stretto giro siamo di nuovo
qui. Il nostro Napoli ha giocato due
importanti match nel giro di tre giorni e
noi non potevamo essere da meno nel dire e
contraddire.
La gioia è tanta e non solo per lo stranoto
risultato dei match che ci consegnano quel
bel secondo posto che significa promozione
diretta in A. La gioia deriva anche
dall’aver potuto vedere la sera alla tv i
nostri colori e sognare facendo un po’ di
zapping tra Liverpool – Chelsea, valida per
l’accesso alla finale di Champions League e
Napoli – Albinoleffe, valida per un posto in
serie A.
Sognare non costa nulla e discutere con chi
ci era accanto di futuro, mercato e grandi
ambizioni è stato l’ingrediente in più della
serata calcistica.
Una serata di emozioni: quelle di casa
nostra, con un bel risultato siglato dal
solito Pampa Sosa e quelle altrui, con un
derby d’Inghilterra conclusosi alla lotteria
dei rigori.
Passato, presente e futuro.
Il passato c’ha provato a ricordarlo (ed è
stato un successone) il nostro Pampa: “Chi
ama non dimentica” recitava la sua dedica al
Pibe de Oro, il presente è doversi
accontentare di un serale contro l’Albinoleffe
e guardare lo spettacolo del calcio inglese
nell’Olimpo d’Europa, il futuro è sperare un
giorno, che sia il più vicino possibile, di
essere tra le prime in Italia e di calcare
anche noi campi stranieri, prodighi di
emozioni, ricchi di storia.
Qualche malpensante (e quando mai non ci
sono) ha detto che la dedica del Pampa era
un dedica strappa applausi. Noi, si dica e
si contraddica pur quel che si vuole, siamo
con il Pampa e non solo perché ieri sera ci
ha regalato la “spizzata” vincente e tre
punti di vita, ma perché ci ha fatto
emozionare e ha fatto in modo, che in quel
preciso istante, quando la rete si è
gonfiata, tutto il San Paolo, così come
tutti gli azzurri sparsi ovunque nel mondo,
si stringessero in un unico grande abbraccio
intorno a una persona cara che ultimamente
non se la passa così bene.
Grazie Pampa, grazie Diego. Che quella
dedica possa essere l’inizio di un nuovo
corso, di nuove sfavillanti emozioni.
Ma ultimamente la nostra consueta verve ha
lasciato spazio a nostalgiche retrospettive,
sarà il profumo della A, sarà il sentirsi
come quelle debuttanti prima del gran ballo,
sarà la paura di tornare tra le grandi?
Sarà….
E allora un po’ proviamo a sdrammatizzare,
ridiamo di Pià, che non ne becca una ed è a
tratti irritante, a tratti degno di
compassione: se segna è in fuorigioco, se la
becca scivola, se sta per superare l’uomo si
incarta con l’ultima delle sue ubriacanti
finte (ubriacano anche lui…), se sta per
entrare in partita il mister lo chiama
fuori…scherzi a parte, questo belloccio
brasiliano è davvero uno dei misteri della
fede: sembra sempre sul punto di fare
qualcosa di sensazionale per poi perdersi in
una colossale figuraccia…
E il nostro capocannoniere? Alla tv hanno
fatto notare come in una delle ultime
partite (scaramanzia?) abbia indossato la
maglia con il numero 11 e i pantaloncini con
il numero 17…anche lui ultimamente denota
qualche problema o il presidente ha deciso
di fare economia su magliette, pantaloncini
e affini? Stiamo degenerando e ne siamo
consapevoli, il problema è che i questi
tempi duri, di attesa e di paura, di tirar
fuori le nostre battutine al vetriolo
proprio non ne abbiamo voglia, restiamo solo
in fatidica attesa della festa, quella festa
che speriamo si possa consumare prima di
arrivare a Marassi e possa vedere un San
Paolo degno dei bei tempi andati, perché
“CHI AMA NON DIMENTICA”.