(RENATA
SCIELZO / foto di Felice De Martino) –
Nel calcio ci siamo abituati a ridere e a
piangere, a clamorose vittorie e a
sensazionali sconfitte, a piccole grandi
vendette, a incredibili rovesciamenti di
fronte e di sorte.
Fu Trezeguet ad esempio a regalare gli
Europei alla Francia contro l’Italia ed è
stato lo stesso Trezegol, come lo chiamano i
tifosi bianconeri, a condannare i francesi
al secondo posto nella finale di coppa del
Mondo. Una traversa scheggiata, noi campioni
del mondo loro a guardare. Come disse Romano
Prodi: a pensarci è una questione di cm. E’
il calcio.
Euro 2012, meta agognata per il nostro paese
per rifare il maquillage a stadi e città e,
campioni del mondo uscenti, per ospitare il
grande calcio. Così non è stato. Ad avere la
meglio l’Europa dell’Est, con Polonia e
Ucraina, che in maniera del tutto inattesa
si sono aggiudicate la competizione.
Una doccia fredda per l’Italia, con la
Melandri più che dispiaciuta e un Matarrese
più che arrabbiato. Michel Platini ha dato
probabilmente una testata ben più poderosa
di quella rifilata da Zidane a Materazzi. Ma
forse non c’è revanche, è solo una scelta
politica. O forse è colpa del San Paolo. Ai
commissari europei proprio non è piaciuta
l’idea di non poter vedere le più forti
compagini europee giocare a Napoli in uno
stadio diverso da quello calcato dai piedi
fatati del Pibe de Oro. Al di là di ogni
possibile boutade, più o meno scontata,
dispiace. C’è da augurarsi che i nostri ci
sorprendano con effetti speciali e ci
regalino sul campo il maltolto.
Ma abbiamo speso già troppe parole per quel
confine molto labile che divide calcio e
politica, torniamo al pallone che rotola sul
rettangolo verde. Aria di rivincita per il
nostro Napoli, dopo la debacle in quel di
Torino. Aria di rivincita per Ignacio Pià.
Aria di rivincita per tutto l’ambiente, che
finalmente, dopo le giuste critiche piovute
da ogni dove, ha sfoderato una prestazione
degna di nota. Dopo lo stentato successo
casalingo con il Pescara, la larga vittoria
contro il Treviso, l’eurogoal di Pià
(finalmente incisivo), il rigore parato da
SuperIezzo hanno dato nuova linfa agli
azzurri, apparsi maggiormente vogliosi di
correre all’arrembaggio del secondo posto.
Siamo ancora in Purgatorio, tra color che
son sospesi, ma la vittoria esterna fa ben
sperare e se il brasiliano Pià si è
finalmente svegliato, forse, facendolo
giocare in coppia con Calaiò, con il quale
ha una bella intesa, abbiamo finalmente
trovato la chiave di volta di questi ultimi
scampoli di stagione, e magari chissà….ma il
Genoa va a mille, a fermarsi è piuttosto la
Juve, poco più di una defaillance…la corsa
dei nostri – duole dirlo – deve essere sui
gemellati rossoblù e poi poi…si vedrà…
Aria di rivincita anche in serie A. La Roma
dopo l’inferno dell’Old Trafford si rialza
con 4 goal alla Sampdoria e 3 all’Inter, ne
subisce solo 1, e dopo i 120 kg di carote
spediti in quel di Trigoria da qualche
buontempone, vendica con 7 bei goal l’onta e
l’umiliazione di quel 7 –1, che sembrava
aver pregiudicato quanto fatto di buono fin
qua dalla squadra di Spalletti.
La festa scudetto dell’Inter è solo
rimandata, ma i giallorossi si prendono la
soddisfazione di essere i primi a violare
San Siro e a battere l’armata nerazzurra in
questo campionato.
Con questa vittoria privano l’Inter della
possibilità ddi arrivare a quota 100 e di
stabilire un altro record oltre a quello di
vittorie consecutive. E’ il caso di dire:
CHI DI RECORD FERISCE, DI RECORD PERISCE.
L’anno scorso era stata una bella incornata
di Materazzi a bloccare la Roma in casa
sull’1 – 1 e a interrompere la serie di 11
vittorie consecutive dei giallorossi,
quest’anno è stato il capitano giallorosso,
sempre più capocannoniere di A, a condannare
su punizione un’Inter peraltro graziata
dall’arbitro Trefoloni con la concessione di
un rigore in formato Juventus ( chi vuol
capire capisca…).
Ma è solo una magra consolazione per i
giallorossi. L’Inter festeggerà alla
prossima, la Roma consolida il secondo
posto, e se tra le due squadre ne vedremo
ancora delle belle, sarà al di fuori del
campionato, il cui esito è da tempo
acclarato.
Alla luce di questo risultato acquista
maggiore interesse e sarà tutta da gustare
la finale di Coppa Italia che vedrà per il
terzo anno consecutivo i giallorossi contro
i nerazzurri. La storia dice Inter e se il
vecchio adagio “non c'è due senza tre”
dovesse dimostrarsi valido: nessun trofeo in
bacheca per la Roma, bella da vedere, ma
troppo spesso velleitaria.
Intanto il Milan c’è e si fa sentire a suon
di goal, rinfrancandosi in vista della sfida
che lo vedrà in Champions contro il
Manchester, con i giallorossi a sperare
nell’italica vendetta, la Lazio frena e in
coda è tutta una girandola.
Ce ne sarebbero ancora da dire e
contraddire, ma se alternate la lettura dei
nostri detti con qualche bella trasmissione
in tv e sentite i commentatori che partono a
raffica, direte e contraddirete da soli…
Alla prossima e forza Napoli. Come sempre:
UNITI E SENZA PAURA.