(RENATA
SCIELZO / foto di Felice De Martino) -
Dire, contraddire ed applaudire, tra record
e fattore C.
Un rigoroso buon inizio settimana ai lettori
che con affetto seguono le nostre staffilate
al vetriolo, la nostra ironia talvolta
spicciola, il nostro riso amaro e le nostre
lunghe tirate.
La settimana comincia bene, freschi di
sorpasso al Genoa, con un secondo posto
acciuffato negli ultimi minuti della gara
contro l’ostico Frosinone.
Si apre con il buon auspicio di una bella
vittoria sul campo che fa ben sperare in
vista dello sprint finale per la promozione
diretta in A.
A separarci dai genoani (amici e gemellati
ai quali auguriamo comunque di salire in A,
ma tramite play off) solo un punto, un punto
che dovrebbe servire a consolidare la
agognata posizione se il nostro Napoli saprà
sfruttare il fattore C, vale a dire il
fattore campo, o casa che dir si voglia,
visto che i prossimi due match vedranno i
ragazzi di Mister Reja impegnati al San
Paolo con il supporto non da poco del
dodicesimo uomo, il pubblico.
Un pubblico che si spera possa aver smesso
l’abito da fustigatore (quei fischi a Bucchi
gridano ancora vendetta) e si accomodi sugli
spalti per godersi la partita ed ora più che
mai per sostenere i ragazzi, spettacolo o
non spettacolo.
Bisogna essere corali, perché uniti si vince
e sull’obiettivo finale, a quanto pare, si è
tutti d’accordo: società, mister, giocatori,
stampa, pubblico etc. Le polemiche, i
rumours, come dicono i britannici, sono da
riservare ad altri momenti, questo è
delicato e bisogna remare tutti nella stessa
direzione.
Il fattore Campo come dicevamo è dalla
nostra, ma di fattore campo vogliamo parlare
e vogliamo farlo per enne motivi.
Il campo di pallone, quell’affascinante
rettangolo verde, sul quale bisogna
decretare chi vince e chi perde, chi sale
sugli altari e chi finisce nella polvere.
Non c’è gusto se non è lì che si consuma la
vittoria. Ne sa qualcosa la neocampionessa
di Italia, quella pazza Inter, che sebbene
avesse uno scudetto cucito sul petto, quello
conferitole dalla giustizia sportiva post
calciopoli, ha vissuto la festa scudetto,
come se il 15° scudetto fosse arrivato dopo
18 lunghi anni, da quando in panchina sedeva
Trapattoni.
Perché questa tirata? Non perché siamo di
quelli che sostengono che lo scudetto
dell’anno scorso non andava assegnato
(sebbene il campionato sia stato falsato
quanto e non meno di quello precedente…), ma
perché siamo di quelli che ritengono che
vincere sul campo sia molto più
gratificante, entusiasmante, adrelinizzante
(non si può dire, ma lo diciamo),
elettrizzante etc. etc.
Al di là degli scontati applausi all’ Inter
per la meritata galoppata, vogliamo parlare
di noi, del nostro Napoli e ribadire quanto
desideriamo viverci questi ultimi scampoli
del campionato di B sul campo, in un testa a
testa fino all’ultimo respiro e all’ultima
stilla di sudore e lacrime con gli amici
genoani.
Chi segue con continuità il calcio avrà già
da un pezzo capito dove vogliamo andare a
parare, per chi non è tanto addentro
chiariamo subito: si parla di penalizzazione
al Genoa (e la Juve poi con le sue altre 15
partite dove la mettiamo, ma qualcuno dice:
“ha già pagato abbastanza” – prego ridere,
ma non schiattare…-), una penalizzazione che
in questo momento del campionato
significherebbe Juve e Napoli direttamente
in A.
Lungi da noi voler arrogarci il diritto di
sostituirci alla giustizia sportiva,
vogliamo solo chiarire quello che è un vero
e proprio desiderio e ancor di più una
speranza: che il Napoli conquisti la
promozione sul campo, Genoa o non Genoa,
penalizzazione o non penalizzazione.
Non vogliamo fare i nudi e puri a tutti i
costi, né tanto meno vogliamo giustificare
chi ha sbagliato perché se ha sbagliato è
giusto che paghi, né tanto meno vogliamo
sottolineare che il Genoa è una delle poche
squadre che in passato ha pagato - e come se
ha pagato - , vogliamo solo sentirci fieri
di aver conquistato con il sudore e la corsa
la serie A.
Nessuno ci ha mai regalato nulla, tutt’altro.
Abbiamo toccato il fondo e vissuto l’inferno
e ora che siamo ad un passo dal rialzarci
non vogliamo nessuna mano tesa: possiamo
farcela da soli. Non è alterigia o che
altro, non vogliamo sentirci dire: siete in
A, perché al Genoa hanno tolto tot punti.
Non vogliamo fare la fine della Roma, al di
là del 7-1, accusata di aver rubato un posto
in Champions (posto che le spettava visti i
maneggi lì in alto nella classifica di Juve,
Milan e Fiorentina), non vogliamo fare la
fine dell’Inter alla quale quello scudetto
cucito sul petto fino all’altro ieri pesava
come un macigno, vogliamo essere fieri di
prenderci sul campo ciò che l’ingiustizia
sportiva ( ops è venuto fuori) ci ha tolto.
Con l’augurio che tutti i tifosi del Napoli,
che si sono sempre contraddistinti per
sportività e senso di giustizia, la pensino
come noi, tutti insieme appassionatamente
godiamoci questo testa a testa con gli amici
genoani e che vinca il migliore. E se
proprio qualcuno dovesse essere penalizzato,
quel qualcuno è lì in testa alla classifica
con ancora tanti, troppi scheletri
nell’armadio, scheletri che avrebbe potuto
cancellare solo un campionato di C.
Alla prossima e forza Napoli