(RENATA
SCIELZO) - Un ritorno amaro alla nostra
rubrica, orfani del calcio giocato e in
seria difficoltà a scrivere di fronte ad una
vita barbaramente e indegnamente spezzata.
Costretti persino a “rivedere” il titolo
consueto della nostra rubrica, laddove di
tutto si può parlare fuorché di amenità e
laddove l’ultima di campionato neppure si è
potuta giocare.
La nostra solita ironia dovrebbe farsi
feroce sarcasmo, ma gli eventi, le
dichiarazioni, – ahinoi poco condivise e
forse poco condivisibili – ci lasciano
interdetti, ci gettano nello sconforto più
totale, ci annichiliscono e ci privano della
nostra consueta verve.
Cronaca. Ci limiteremo a segnalare ai nostri
lettori alcune dichiarazioni, senza entrare
nel merito delle questioni, sottoporremo
alla loro attenzione le misure prese dal
governo per contrastare la violenza.
Avevamo preannunciato già venerdì sera,
soltanto poche ore dopo la tragica scomparsa
dell’agente catanese e dopo le prime
dichiarazioni di Sangalli, che sarebbero
partiti sondaggi più o meno inutili e
discussioni poco costruttive.
Noi ci rifiutiamo di proporre soluzioni,
perché non è il nostro compito e perché non
siamo in grado di farlo, ribadiamo solo la
impellente necessità di affrontare la
questione con piglio deciso e coinvolgendo
tutti gli attori dell’immenso
pianeta/sistema calcio.
E’ necessario ora più che mai arrivare a
decisioni condivise, mostrarsi compatti
nella lotta alla violenza e alla barbarie,
evitare strumentalizzazioni di sorta,
mostrandosi per una volta uniti nel
perseguire l’obiettivo più importante:
restituire credibilità e sano interesse al
pallone, lasciare fuori degli stadi i
facinorosi e i violenti.
Non vogliamo entrare assolutamente nel
merito delle scelte che hanno avuto e
avranno luogo nell’immediato, quali
sospensione del campionato e porte chiuse,
ciò che ci preme è il lungo periodo. In
molti propongono un modello vincente, quello
inglese, capace di mettere a tacere i
tristemente noti “hoooligans”, altri non
sono d’accordo.
Un po’ di dichiarazioni sparse qua e là
daranno ai nostri lettori l’idea dell’aria
che tira….
Lasciano riflettere le parole del numero uno
della Lega, Antonio Matarrese, che lunedì ha
dichiarato: «Il calcio hai suoi prezzi, lo
spettacolo deve andare avanti» per poi non
presentarsi al tavolo di discussione con i
ministri Amato e Melandri. Parole forse più
che opinabili e uno spot tutt’altro che
edificante per il nostro calcio e per il
nostro paese, un tempo candidato ad Euro
2012?
Pronta la risposta aggressiva di Zamparini:
“Chiederò le dimissioni di Matarrese, perché
la sua assenza di ieri al tavolo
ministeriale è grave, quel tavolo era
importante e noi eravamo gli assenti». «E i
politici? Hanno discusso senza gli
interlocutori più importanti, le società.
Mancavamo noi al tavolo della discussione ed
è una cosa inammissibile. Cosa ne sanno
Amato e la Melandri del calcio?» ha poi
aggiunto Zamparini.
Ancora più taglienti le accuse del nostro De
Laurentiis sulle possibili soluzioni per
uscire dal blocco dei campionati:
"Nel breve periodo se ne esce se il signor
Prodi, il signor Amato e la signora Melandri
escono da qualunque compromesso di pura
demagogia e si siedono con grande
educazione, democraticità e rispetto al
tavolo dei diretti interessati, si sospende
il campionato per tre settimane, si
riscrivono delle regole che rispondono a una
logica e a una razionalità d'impresa sul
territorio che tende a migliorarlo.
Dopodichè si comincia tutto daccapo. Questa
è la logica. Questi signori non hanno capito
che si devono confrontare con i diretti
interessati. Questa è democrazia? È un
sistema democratico? Sembra di stare in
Cile, in un paese del Sudamerica. Questo è
puro fascismo di 80 anni fa". E ancora: "Tre
anni fa, quando sono arrivato nel mondo del
calcio, chiesi a Carraro, che mi guardava
stupito, perché non si applicavano le regole
del calcio inglesi. Qualcuno mi disse ecco,
è arrivato il neo-english"[…]"Le porte
chiuse sono una grandissima cazzata, non so
chi l'abbia inventata. Dovete mettervi in
testa che i proprietari degli stadi sono
responsabili del loro ammodernamento perché
sono loro che li affidano e devono
rispondere alle norme di agibilità".
C’è bisogno di aggiungere altro? Risparmiamo
le dichiarazioni dei politici, vale a dire
di Amato e della Melandri che hanno ribadito
con veemenza che non si giocherà negli stadi
fuori norma e che la sicurezza negli stadi
viene prima dello show business e lasciamo i
nostri 25 lettori alle prese con le misure
antiviolenza del governo contenute nella
bozza di decreto legge.
Abbiamo aspettato le ultime decisioni
proprio per fornire per mero diritto di
cronaca notizie precise ai lettori. Vorremmo
che da soli, scevri da pregiudizi e
sovrastrutture, i nostri lettori esericitino
la loro capacità di analisi e di giudizio.
Queste in sintesi le misure antiviolenza del
governo contenute nella bozza di decreto
legge:
Divieto di accesso alle manifestazioni
sportive preventivo (Daspo) innalzato a
sette anni e presuppone non più soltanto
l'accertamento di un reato, ma "può essere
disposto anche nei confronti di chi, sulla
base di elementi oggettivi (come ad esempio
un rapporto di polizia pure su minorenni,
ndr), risulta avere tenuto una condotta
finalizzata alla partecipazione attiva a
episodi di violenza in occasione o a causa
di manifestazioni sportive o tali da porre
in pericolo la sicurezza pubblica in
occasione o a causa delle manifestazioni
stesse". Chi viola il Daspo rischia da 6
mesi a tre anni di reclusione e una multa
fino a10 mila euro.
- Previsto l'obbligo di firma in un comando
di polizia durante la partita.
- arresto in flagranza di reato differita da
36 a 48 ore per chi in occasione di
manifestazioni sportive risulta autore di un
reato commesso con violenza alle persone o
alle cose grazie a foto o video.
- giudizio per direttissima anche per chi
viene trovato in possesso di razzi, bengala
e fuochi pirotecnici in genere;
- pene da 5 a 15 anni (anzichè da 3 a 15)
per chi commette violenza e resistenza a
pubblico ufficiale con armi. ma anche con il
"lancio di corpi contundenti e altri
oggetti, compresi gli artifici pirotecnici"
- "Fino all'esecuzione degli interventi
strutturali e organizzativi richiesti" per
attuare quanto previsto dai decreti 'Pisanu,
le partite di calcio "possono essere svolte
esclusivamente a porte chiuse".
- Le società che organizzano le competizioni
non possono più vendere ,"direttamente o
indirettamente", alla squadra ospitata,
biglietti in blocco. È vietato inoltre
"vendere o cedere" alla stessa persona un
numero di biglietti superiore a dieci. In
caso di violazione si rischia da 10mila a
150mila euro di multa. Il divieto è
immediato per cui i biglietti ceduti o
venduti prima dell'entrata in vigore del
decreto "non possono essere utilizzati".
- misure di prevenzione a coloro che sono
indiziati di aver agevolato gruppi o persone
che hanno peso parte attiva, in più
occasioni, a manifestazioni di violenza
durante le partite. Prevista inoltre la
possibilità si sequestro di quei beni "la
cui disponibilità può agevolare, in
qualsiasi modo, le attività di chi prende
parte attiva a fatti di violenza in
occasione o a causa di manifestazioni
sportive".
E’ davvero il caso di dire: “Ai posteri
l’ardua sentenza”?