18/11/2005
(VINCENZO CIMMINO) - Pochi giorni fa
facendo zapping in tv mi sono imbattuto in
Diego Armando Maradona, proprio lui. Era alla
‘Bombonera’ e palleggiava; che bello,
penso, è sempre un piacere vedere Diego
all’opera. Dopo qualche secondo scaglia la
palla in rete, guarda verso la telecamera ed
esclama: “A me le scommesse piace
vincerle”. Solo allora capisco che si tratta
di una pubblicità di un agenzia di scommesse,
che delusione: avevo voglia di vedere qualche
magia del più grande giocatore di tutti i
tempi.
Eccolo di nuovo, ma cos’ha sul polso? E’un
braccialetto e questa è ancora una reclame,
questa volta di una collezione di gioielli.
Basta televisione, esco.
Indovinate cosa vedo poco dopo? Il bel
faccione del Pibe de Oro stampato su un
cartellone 30x40 che pubblicizza con un
sorriso a 36 denti un agenzia immobiliare.
Ed ecco che allora mi chiedo: ma che sta
succedendo? Come mai una persona del suo
calibro sta vendendo la sua immagine a cani e
porci? Cerco di pensare a più soluzioni ma
alla fine la più plausibile è anche la più
banale: SOLDI.
Questa tesi è avvalorata anche dalla notizia
che è salita agli onori della cronaca pochi
giorni fa: Dieguito per partecipare alla gara
di addio di Julio Cesar, ex Juventus e
Borussia Dortmund, avrebbe richiesto come
cachet la bellezza di 400mila euro!
Ma davvero ha così bisogno di denaro Maradona
oppure questa esosità è un lato del suo
carattere che ancora non conoscevamo? Non
vorremmo che si ripetesse per lui una
situazione simile a quella ai tempi della
militanza in maglia azzurra: un nugolo di
persone che gli girano intorno solo per soldi.
Sicuramente questo suo continuo apparire sta
contribuendo alla smitizzazione del
personaggio: prima di tornare a Napoli in
quella famosa serata della festa di addio al
calcio di Ferrara il Pibe era mito e la sua
carriera e la sua vita turbolente lo avevano
reso una sorta di eroe maledetto. Non
fraintendiamoci ora: siamo tutti contenti del
pieno recupero psico-fisico dell’argentino
ma questa prostituzione della sua immagine ci
fa amare un po’meno, se possibile, questo ex
campione.
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