15/5/2005
(Luigi Petagna) - Già in passato mi ero pronunciato sul tema del razzismo, altra situazione che, come la violenza, nel calcio, non si vuole risolvere. Nella serata di venerdì, dopo il match Verona-Perugia, una orrenda rissa è scoppiata dopo, sembra per motivi razzisti o non ben precisati, penoso spettacolo. Devo comunque dire che queste scene nei campionati dall’eccellenza in giù, nella regione Campania, sono all’ordine del giorno. Doveva essere, è stato, il momento della celebrazione del ventennale dello scudetto scaligero, nell’anno del sorteggio arbitrale, caso davvero lampante, lo scudetto di Bagnoli, persona come pochi ce ne sono nel calcio, non per nulla si è fatto da parte. Tutto è stato infangato dai soliti scemi, non importa quanti fossero, i soliti uu che accompagnano un tocco anche di un giocatore “ coloured”, stavolta nel finale, chissà se è stato il solo a scatenare la bagarre fra giocatori e dirigenti; una zuffa che non c’entra con lo sport, ma il gesto bello lo ha fatto il calciatore del Perugina Coly, senegalese dal connazionale Waigbo del Verona abbracciato: batte sul colore della pelle, a dire sono fiero di questo, un bacio al bracciale di “ Standup speak up ”, campagna antirazzismo. Non so quanto siano razzisti i suoni emessi a Verona, stadio non nuovo a queste cose, ma ovunque succede. Con questo non intendo affermare che tutti i tifosi gialloblù sono così, certo, ma certi atteggiamenti sono da ignorante, ogni cosa negativa deriva dalla pura ignoranza e la reazione del giocatore umbro è normale, lo schiavismo è un fattore schifoso superato, rievocare queste tristi pagine storiche con dei versi da macachi non è onorevole, volete abolire le barriere? Non scherziamo, di questo passo è meglio giocare senza pubblico. Scusate lo sfogo, lettori, buona giornata a tutti gli sportivi.
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