(VINCENZO
CIMMINO)- Stamattina su ‘Il Mattino’
è apparsa una testimonianza alquanto
inquietante. A parlare è uno degli steward
che ogni domenica lavora allo stadio per
controllare che tutto vada liscio e dalle sue
parole trapela un po’di paura per questa
gente che ogni domenica arriva allo stadio
solo per fare sfracelli. “Un po’di paura
c’è e per questo preferisco che il mio nome
non venga pubblicato. Il mio è un compito
difficile, ricordo che l’ultima volta che ho
chiesto il documento per verificare che il
nome era lo stesso di quello stampato sul
biglietto mi sono beccato un pugno nello
stomaco ma a volte sono comparsi anche
coltelli. Noi non siamo mica agenti della
pubblica sicurezza, siamo semplici
funzionari”.
Ma allora chi ve lo fa fare? “Sicuramente
non il denaro, si guadagna solo una ventina di
euro a partita e quindi non ci si paga manco
una pizza. Io sono uno studente universitario
e il calcio per me è una passione, mi piace
vivere il clima dello stadio e poter guardare
la partita della mia squadra del cuore”.
Lo steward rivela che i controlli sono
pressocchè fasulli: “Nel novanta per cento
facciamo passare tutti, mica ci vogliamo
trovare nei casini. Magari poi la domenica
successiva ci riconoscono e si vendicano. A
pochi minuti dall’inizio della partita poi
succede che passa di tutto: la folla pressa
per entrare e nello stadio entra qualsiasi
cosa, oltre ovviamente a parsone senza
biglietto”.
Come mai la Curva A è più difficile da
gestire della curva B? “Perché in quel
settore non esistono leader riconosciuti.
Quando lavoro in curva B e vedo arrivare i
capi, sono sereno e non mi interessa se non
mostrano nemmeno il biglietto: sono certo che
la loro presenza significa che la zona è
controllata. In curva A, invece, ci sono tanti
gruppi, quindi tanti leader, ed è sintomo di
caos”. .
“Non abbiamo mai fatto un vero corso
preparatorio e nemmeno avremmo la voglia di
mettere e repentaglio la nostra salute per
pochi euro a settimana”.
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