(RENATA
SCIELZO) - Era l’anno dei mondiali quelli
del '66 la regina d'Inghilterra era Pelè…cantava
un nostalgico Antonello Venditti nella
celeberrima “Giulio Cesare”, raccontando
degli anni vissuti tra i banchi del celebre
liceo romano.
Era l’anno dei mondiali quelli del 2006 la
regina di Germania era l’Italia viene da
canticchiare a noi pensando e ripensando ad
un giorno che sembra ormai lontano nel
tempo, ma che ci ha riempito il cuore di
gioia e ci ha fatto urlare fin quasi a
scoppiare.
Era da quel triplice “Campioni del mondo,
Campioni del mondo, Campioni del mondo” del
compianto Nando Martellini che il nostro
paese non provava una gioia simile, quella
gioia che ancora ci portiamo dentro, quella
gioia incontenibile che è ancora possibile
leggere nelle retrospettive alla tv o nei
tanti video su youtube negli occhi del
capitano azzurro Fabio Cannavaro, quando ha
issato la coppa del Mondo verso l’alto,
verso quel “CIELO AZZURRO SOPRA BERLINO”
come ebbe a dire, in maniera calzante e
indimenticabile, Marco Civoli.
Quel giorno, ad un anno di distanza, fa
parte della memoria collettiva come di
quella individuale, perché ognuno di noi
porta e porterà con sé i rituali di quel
pre-partita, gli scongiuri e le imprecazioni
durante i calci di rigore, il grazie reso a
Trezeguet quando la sua palla si è andata a
stampare sopra la traversa, gli striscioni,
i suoni, gli odori di quell’indimenticabile
sogno di una notte di mezz’estate.
Un sogno che si è realizzato tra polemiche e
testate, un sogno che non ha avuto un solo
eroe, un sogno che porta la firma di un
gruppo che con caparbia, lavoro e un pizzico
di fortuna ha regalato al nostro malandato
calcio la più bella delle rivincite.
Negli anni ce ne ricorderemo e racconteremo
di quel caldo luglio che ci vide contro i
cugini transalpini soccombere ad un rigore
provocato da Materazzi, tornare in partita
con un goal dello stesso numero 23 e vincere
ai rigori con il tiro definitivo dal
dischetto di un signor Fabio Grosso
qualunque, che ironia della sorte - è
notizia di questi giorni - è andato ad
accasarsi proprio in Francia, dai campioni
di Francia, quelli del Lione.
E ricorderemo il viso incredulo di Fabio
Grosso dopo il goal realizzato alla
Germania, gli occhi di un concentratissimo
Totti fissi sul portiere australiano prima
del rigore decisivo, le incornate di
Materazzi e la testata di Zidane, la gioia
di Lippi e del presidente della Repubblica
Napolitano con il ministro Melandri, il
taglio dei capelli di Camoranesi in diretta,
gli occhi raggianti di Fabio Cannavaro e la
festa dell’Italia una e trina, tutta – nord,
centro e sud – sotto un’unica bandiera: il
tricolore.
E ricorderemo gli sfottò fatti ai francesi e
quella gioia e quell’urlo che da troppo
tempo represso in gola è esploso in tutta la
sua deflagrante e devastante potenza.
Un urlo quasi liberatorio che ci ha fatto
riscoprire tutti innamorati dei nostri
colori e del nostro paese, fieri di aver
alzato per la quarta volta quella coppa,
quella coppa che Dio solo sa quanto avevamo
sognato.
Un anno solo è passato, i protagonisti di
quell’epica impresa vestono quasi tutti
ancora l’azzurro e qualcuno si spera possa
ancora indossarlo, ci auguriamo possano
regalarci ancora tante emozioni e
soddisfazioni, regalandoci il sogno di
un’Italia che si rialza e vince nel segno e
nel sogno del pallone.
Buon anniversario ragazzi!!!!
VIVA L’ITALIA DEL 9 LUGLIO!
Buffon, Peruzzi e Amelia; Cannavaro, Nesta,
Materazzi, Barzagli, Zaccardo, Oddo,
Zambrotta e Grosso; De Rossi, Pirlo, Gattuso,
Perrotta, Camoranesi, Barone e Totti;
Gilardino, F. Inzaghi, Del Piero, Iaquinta e
Toni.