• E ORA RIDATECI LA GIOCONDA •

10/7/2006

(RENATA SCIELZO) - La festa di PIAZZA ITALIA. Un unico ideale abbraccio, un unico ideale carosello, un unico ideale tricolore da Palermo a Milano, passando per Napoli e per Roma e per le altre mille piazze, cento città e innumerevoli borghi dello stivale.
Festa ovunque. Festa che sa di vittoria. Festa che sa di calore italiano, di quell’essere italiani che sa di ottimismo, carattere gioviale, fantasia e voglia di urlare.
Festa che annuncia l’alba di un giorno nuovo per il nostro paese e il nostro calcio. C’è il capodanno cinese e da ieri il capodanno italiano: il 9 luglio.
Botti, petardi e fuochi d’artificio.

L’asse Napoli – Roma – Milano è in diretta tv. Piazza del Plebiscito, il Circo Massimo e Piazza del Duomo, è l’ITALIA UNA E TRINA, è la festa del POPOLO ITALIANO.

L’esultanza di una Milano impazzita dinanzi al maxischermo allestito sin dalla prima partita, quella contro il GHANA. L’esultanza di un circo Massimo letteralmente gremito, quasi fino a scoppiare di gente e bandiere, l’esultanza scaramantica e fantasiosa di Napoli, dei napoletani, del loro (nostro) tifo colorato, colorito e festoso.

Una festa di striscioni da “Cannavaro santo subito” a “Toni be Good”, a “No pizza, no party” fino a:

NAPOLI, PIAZZA DEL PLEBISCITO: “E ORA RIDATECI LA GIOCONDA”

Sintomatico dei sentimenti di rivalsa di un intero popolo, che in questa vittoria ieri ci ha creduto più che mai, simbolo dell’incredibile fantasia e stravaganza del popolo Napoletano.

In una frase l’orgoglio della vecchia Europa, quella più antica, l’orgoglio e la soddisfazione di un popolo di poeti, artisti, eroi, santi, pensatori, scienziati, navigatori, trasmigratori, e….calciatori e quattro volte campioni del mondo.

Ma è Tripudio italiano e non solo.

ROMA, PIAZZA VITTORIO EMANUELE II. Un tempo cuore della Roma umbertina e postunitaria, oggi centro pulsante della Roma multietnica.
A festeggiare non solo italiani, ma cinesi, cingalesi, indiani, pakistani, nigeriani, arabi e chi più ne ha più ne metta, tutti vestiti di azzurro, in un paese che supera ogni ostacolo, abbatte le frontiere e guarda al domani speranzoso.

Energie inesauribili e una fame di vittoria finalmente appagata hanno dato la forza ai milioni di italiani riversatisi nelle strade di festeggiare e urlare fino alle prime luci dell’alba e forse anche oltre, quelle stesse energie e quella stessa forza che oggi regaleranno al nostro paese la più indimenticabile delle feste.

L’ Appuntamento è nella capitale, al Circo Massimo, tra il Palatino e l’Aventino, ieri teatro di spettacoli di gladiatori e di corse di carri, lì dove gli aurighi lanciavano per l'ultima volta, briglie al vento, i loro destrieri alla conquista della gloria, alcuni, o della libertà, altri, oggi teatro del trionfo italiano, del bagno di folla per i ragazzi del 2006.

Tutti sul carro del vincitore, pronti a urlare di gioia, a festeggiare i nostri eroi a ringraziare il sindaco della capitale per questo grande regalo, a sentirci - sopra ogni altra cosa - popolo unito che suda, lotta, vince, dice no alla devolution, e sceglie un pallone di cuoio per rinascere e tornare grande.

 

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