13/6/2006
(RENATA SCIELZO) - 100 bottiglie di
vino a Pirlo come da copione (tante erano le
bottiglie promesse dalla Federazione Strade
del Vino, dell'Olio e dei Sapori di Toscana
al primo realizzatore azzurro) e un plauso a
Iaquinta al suo primo goal in nazionale e
per giunta in formato mondiale (complice
quel bontempone del romanista Semi Kuffour,
autore di uno svarione da antologia).
Un grazie al nuovo Totti, fresco di barbiere
e di “collaudo”. Coraggioso, ha preso botte
e poi è uscito, ma ha giocato e, c’è da
giurarlo, continuerà a farlo.
Bene anche Toni, partito al rallenty e un
po’ in affanno, ma cresciuto durante il
match. Un po’ meno Gilardino, bravo però ad
abbassarsi sul goal del compagno milanista
Pirlo.
Bene i centrali di difesa. Un ottimo Nesta,
come non si vedeva da tempo, si è lanciato
su ogni palla, ha prodigato finezze. Meno
bene sulle fasce con Zaccardo e soprattutto
Grosso un po’ in affanno. Romantico Buffon,
poco impegnato e continuamente rivolto verso
la tribuna, ha fatto per lo più da
spettatore, ammirando da lontano le grazie
della sua bella ALENA. (A proposito come la
metteranno i due piccioncini quando si
giocherà Italia – Repubblica Ceca?)
Tralasciando gossip e inciuci soffermiamoci
su un deludente De Rossi, subito ammonito e
forse condizionato nel suo match, autore di
un dubbio fallo in area, non al top come ci
aspettavamo.
E poi last but not least veniamo a LUI,
l’eroe della serata, Simone Perrotta, quello
che a Roma, da tempo ormai, chiamano SUPER
PERROTTA, intonando una bella canzoncina
sulle note di un vecchio tormentone di Er
Piotta.
Qualcuno l’ha definito “gregario di lusso”,
qualcuno (molti) non lo voleva al mondiale,
qualcuno diceva che era assurdo farlo
partire titolare. Due sole parole:
PRESTAZIONE SUPERBA.
E’ tuttavia una prestazione che non
meraviglia chi ha seguito il campionato
della Roma. Nella Roma dei record lo zampino
del rinato Simone Perrotta c’è tutto.
Instancabile ed indefesso, sempre su ogni
palla, sempre pronto a tirare, si è scoperto
addirittura goleador, siglando in campionato
ben 5 goal e poco c’è mancato che non
timbrasse il cartellino anche ieri sera.
Per i più Marcello Lippi l’avrebbe mandato
in campo insieme al compagno di reparto
nella Roma, Daniele De Rossi, per dare
sostegno e tranquillità a Totti, ma quale
che sia la scelta il numero 20 della Roma e
della nazionale, ha conquistato la fiducia
dei più critici, l’amore dei tifosi e una
maglia da titolare.
L’ex ct azzurro Trapattoni gli aveva dato
fiducia all’ultimo Europeo, fiducia non
tradita, Perrotta aveva segnato anche un bel
goal; poi il passaggio dal Chievo alla Roma
e la pessima stagione dell’anno scorso
dell’intera squadra e soprattutto del
centrocampista, preso di mira da stampa e
tifosi per le sue prestazioni non proprio al
top, hanno contribuito ad allontanarlo
sempre più dalla nazionale. Il ragazzo
fremeva, voleva smettere la maglia
giallorossa, che vedeva come causa dei suoi
mali, cambiare aria, partire verso nuovi
lidi, quelli viola, ricominciare daccapo.
Ma poi miracolo. La cura Spalletti. La cura
funziona e restituisce alla Roma e in
seconda istanza alla nazionale un nuovo
fresco pimpante centrocampista con la
propensione al tiro e al goal. Non il
vecchio Simone Perrotta, ma SUPER PERROTTA.
Una stagione in crescendo giustamente
coronata con la chiamata mondiale e con la
superba prestazione di ieri.
Che dire, di strada il ragazzo partito nelle
file della Reggina, scartato dalla Juve
(98/99), distintosi al Chievo e approdato
alla Roma (che difficilmente ora se lo farà
scappare) ne ha fatta davvero tanta,
conquistandosi con fatica, sudore e spirito
di abnegazione la stima e l’approvazione di
tutti. E soprattutto trasformandosi da
gregario in supereroe.
Che sia lui la rivelazione di questo
mondiale? Mah, l’importante è che continui a
giocare e a sudare come sa fare!
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