12/6/2006
(RENATA SCIELZO) - Ricordiamo il
primo articolo scritto sulla nazionale
azzurra. L’avevamo intitolato “Alla ricerca
dell’azzurro perduto”. In tempi non sospetti
facevamo appello ai tifosi, nonostante le
pessime figure rimediate nelle ultime due
competizioni internazionali, a stringersi
intorno alla maglia azzurra.
Ad oggi di acqua ne è passata sotto i ponti,
ma quel titolo torna più adatto che mai.
Fare appelli diventa difficile, dopo quello
che sta sconvolgendo il nostro calcio, ma
che di fatto era sotto gli occhi e nei
discorsi di tutti, bisogna solo sperare nel
buon cuore italico e nei ragazzi che
scenderanno in campo.
Il gruppo sembra, ripetiamo, sembra,
abbastanza compatto e alcuni sembrano non
essere stati intaccati dalle polemiche che
furoreggiano nello stivale, ormai lontano.
Le luci di Germania sono tutte per loro, e
forse sanno che, stavolta più che mai, non
devono deludere.
Sarà un peso troppo grande o uno stimolo in
più?
Staremo a vedere. Fare pronostici non è di
buon auspicio e risulterebbe difficile.
Tener conto delle ultime due amichevoli
sarebbe inutile, non è la stessa cosa.
Pensare che molti hanno dato l’anima in
campionato non renderebbe giustizia ad
alcuni (vedi De Rossi, che sembra in
formissima).
La competizione iridata ti trasforma,
speriamo che in campo ci siano 11 leoni,
pronti a ringhiare, ma con correttezza e
lealtà.
Beppe Grillo ha annunciato che tiferà Ghana,
quest’Italia gli sta antipatica.
Queste le sue parole:
"Questi sorridenti ragazzoni del Ghana -
scrive il blogger più visitato d' Italia -
sono la nostra speranza, il nostro futuro,
la nostra salvezza. Se vincono, li ospiterò
tutti a casa mia, a mie spese, farò una
grande festa afrogenovese per celebrare la
rinascita del nostro calcio e la sconfitta
dei giggirrriva, dei lippizitti".
Molti dei nostri tiferanno per altre
squadre. Qualche giorno fa leggevamo le
dichiarazioni di alcuni scrittori o dei
cosiddetti VIP.
Che dire? Un po’ di distacco è
comprensibile, ma non condivisibile. Mai.
E’ una voce che si leva da chi ha il cuore
azzurro - Napoli, un cuore tempo fa accusato
di essersi venduto ai colori dell’Argentina,
quando nei mondiali del ’90, i nostri si
scontrarono con la squadra del Pibe De Oro
proprio al San Paolo.
Nemmeno allora tifammo Argentina. E qualche
buon motivo pure c’era: Diego ci aveva
condotti nell’Olimpo del calcio,
dall’inferno al Paradiso. Ci aveva da poco
cucito il secondo scudetto sulla maglia.
Grillo è un bastian contrario, si dice
schifato dal nostro calcio. Non è una
giustificazione, ma non pensi, il buon caro
vecchio Beppe, che altrove sia molto
diverso. E non siamo di quelli che vogliono
assolutamente passare il messaggio, come
abbiamo più volte ripetuto, “Tutti
colpevoli, nessun colpevole”. Anzi, al
contrario.
Il paese che ci ospita, la Germania di
Beckenbauer, che tanto ci ha attaccati, ha
avuto uno scandalo arbitrale di enormi
proporzioni, la Francia ha avuto il suo
Bernard Tapie e il suo Olimpyque Marsiglia,
la Svizzera ha il suo Blatter….e potremmo
continuare all’infinito.
Non vogliamo né difendere, né giustificare,
ma cantare l’inno e provare ad assistere ad
una bella partita, solo quello, una bella
partita tra le tante, si spera.
Il calcio è malato, come in molti hanno
scritto, ma non si può chiedere ad un
italiano di non tifare e soprattutto di non
tifare Italia. Chi sarebbe in grado stasera
di spegnere la Tv e andarsene al cinema o a
prendere un gelato? In pochi, e di questo
siamo certi, anzi di più.
Il pallone ce l’abbiamo nel sangue.
Nemmeno mezz’ora fa - Roma, in metropolitana
due giovani trentenni in abito scuro,
computer e cravatta d’ordinanza: stasera
bisogna uscire prima, c’è la partita. Ci
vediamo da Luca?
Pochi minuti fa – Roma, mercato multietnico
di Piazza Vittorio, un africano prende in
giro un italiano: “stasera vi facciamo
NERI!”. Una vecchietta interviene: “stasera
è mejo che ve fate du spaghi…”.
Ancora Roma, alla fermata del tram, due
diciottenni, ragazzo e ragazza. Hai finito
la tesina per l’esame? Non ancora. Avrei
dovuto finirla stasera. Lei a lui? Se vuoi,
ti aiuto. Ci vediamo stasera? Che sei matta?
C’è la partita! Hai ragione, scusa. A domani
e speriamo di vincere.
Tre su tre, da tre conversazioni su tre è
emerso che sarà ITALIA.
Certo non è una statistica
affidabile…genuina e casereccia, ma sarà
così. Perché l’Italia è così:
da Roma a Napoli a Bari, per risalire su
fino a Milano o a Torino, ancora in festa
per il ritorno del Toro in serie A.
Stasera, ne siamo sicuri, e qui non si
tratta di pronostici, il bel paese
dimenticherà Moggi e Davide Lippi, farà a
meno di pensare che Buffon e Cannavaro hanno
più di qualche peccatuccio da farsi
perdonare, che Del Piero, redivivo Achille,
sempre corretto, è stato un po’ infelice
nelle sue ultime uscite contro il Totti al
70%, e si fermerà completamente.
Per strada poche persone, mezzi pubblici a
singhiozzo, negozi che chiuderanno un po’ in
anticipo, case piene, birre da stappare e
voce pronta ad urlare: comincia il nostro
mondiale e con la mente rivolta al lontano
’82, una sola speranza: vincere e tornare
grandi, perché solo una vittoria così
potrebbe alleviare il dolore di chi,
appassionato di dribbling, tackle e colpi di
tacco, vuole godersi lo spettacolo del
calcio e vivere quelle sensazioni che solo
un pallone che gonfia la rete può darti.
E allora forza, tutti intorno a Totti,
sperando che possa guidarci il più lontano
possibile e alleviare ogni sofferenza...
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