5/2/2006
(MICHELE
CAIAFA) –
“Christian
Bucchi non
era
un’alternativa
ad Emanuele
Calaio’, ma
una
trattativa
intavolata
con il
Modena e con
il suo
direttore
sportivo
Tosi, per
l’acquisto
in ottica di
giugno, del
capocannoniere
della serie
B. E questa
trattativa
andrà avanti
nei prossimi
mesi, questa
come altre
che ho
iniziato ad
intavolare
nella mia
due giorni
milanese”.
Queste le
prime parole
del
direttore
generale del
Napoli
Pierpaolo
Marino,
all’indomani
della
chiusura del
mercato di
riparazione.
Ma bisogna
approfondire
qualcosa
sull’argomento
Calaiò, in
quanto ieri
era giunta
voce, che il
D.G. del
Napoli,
avesse
offerto al
Modena, per
ottenere
subito
l’arrivo di
Bucchi alle
falde del
Vesuvio,
l’intero
cartellino
di Calaiò.
“No, questa
cosa non è
assolutamente
vera”.
- Ma
direttore,
questa cosa
l’ha
rivelata
proprio il
direttore
sportivo del
Modena
Andrea Tosi…
“Evidentemente
ha fatto
confusione
su quello
che ho
detto,
oppure può
essere che
sono stato
io a non
essermi
spiegato per
bene. Delle
due l’una,
ma una cosa
è certa: Io
ho citato a
lui il
prezzo del
cartellino
di Calaiò,
solo per
sapere quale
fosse stata,
invece, la
cifra
economica
del
cartellino
di Bucchi.
Assolutamente
non ho mai
pensato di
cedere il
nostro
attaccante a
qualche
altro club.
Anzi se
volete, vi
dico anche
di più”.
- Che cosa
direttore?
“Penso che
la notizia
non sia
nuova, ma a
cercare
Calaiò,
oltre alla
richieste di
parecchi
club di B e
di alcune
società
medio-piccole
di A, mi è
pervenuta
una proposta
per avere il
calciatore a
disposizione,
addirittura
da una
grande di
serie A,
cioè l’Inter”.
-
Addirittura!
“Certo. E la
mia parola
non credo
possa essere
messa in
dubbio, in
quanto come
testimoni
oculari
della
vicenda,
c’erano i
giornalisti
di Sky, che
erano
presenti
all’hotel
Quark di
Milano.
Inoltre, e
questa cosa
la si può
controllare
dai tabulati
telefonici,
ci sono
state due
chiamate,
dico due, in
entrata sul
mio
telefonino
da parte del
direttore
sportivo
dell’Inter
Marco
Branca.
Appena ho
saputo che
la sua
richiesta
era quella
di
acquistare
la nostra
punta, non
ho voluto
approfondire
l’argomento
più di
tanto, in
quanto non
ho mai avuto
alcuna
intenzione
di cedere
Emanuele
Calaiò.
Avessi
voluto così,
ci sarebbe
voluto un
minuto di
tempo per
mettermi
d’accordo
con Branca,
e
sicuramente
avremmo
avuto anche
la
possibilità
di
patrimonializzare
più che
bene, la
cessione del
nostro
attaccante.
Ma la nostra
società, non
è di quelle
che vende i
propri
gioielli,
come Calaiò,
anzi se li
tiene ben
stretto.
Noi, grazie
all’apporto
economico
del nostro
grande
presidente,
Aurelio De
Laurentiis,
siamo un
club che
investe per
progettare
un grande
futuro, e
quindi
seguendo
quest’ottica,
ragioniamo
così anche
per quel che
concerne il
nostro parco
giocatori. I
più forti ce
li teniamo
stretti”.
- Benissimo
così
direttore su
questo
punto. Ma
c’è una cosa
su cui
rimaniamo
ancora un
po’
dubbiosi.
Sapendo che
lei ha già
preso per la
prossima
stagione
l’attaccante
Giglio,
attualmente
parcheggiato
al San
Marino, e
che per il
prossimo
anno
cercherà di
accaparrarsi
in tutti i
modi un
forte
attaccante,
qual è
Bucchi o chi
per lui, non
è che
l’attuale
reparto
delle punte,
non sia
stato
azzeccato in
tutto e per
tutto, visto
che dopo
l’arrivo
certo di
Giglio e di
un altro
attaccante,
un paio di
elementi tra
Calaiò, Pià,
Sosa e
Grieco, di
sicuro
faranno le
valigie?
“E chi vi
dice ciò? Io
vi posso
assicurare
di una cosa:
per la
prossima
stagione, il
Napoli avrà
una rosa di
tutto
rispetto, e
per
l’attacco,
l’allenatore
avrà a
disposizione
sei
elementi.
Quindi se vi
fate un po’
i calcoli,
vedrete che
la cifra,
sommando le
attuali
punte
partenopee,
alle due che
si andranno
di sicuro ad
aggiungere,
fa proprio
il numero
che prima vi
avevo detto.
Cioè 6”.
- Ma come
direttore in
serie B e
senza
nessuna
competizione
europea da
disputare,
il Napoli
avrà un
parco
attaccanti
di sei
giocatori?
“Non
dimenticatevi
che la serie
B è un
campionato
che prevede
la bellezza
di 42 turni
da
disputare,
con parecchi
partite
infrasettimanali
e pochissime
soste da
effettuare.
Avremo
bisogno
quindi di
una rosa
molto
numerosa, e
questo
discorso
vale
ovviamente
anche per
l’attacco.
Poi un’altra
cosa…”
- Cosa…
“Anche
quest’anno,
all’inizio
della nostra
stagione,
avevamo sei
attaccanti
in rosa. Ne
avevamo
bisogno di
un tal
numero, in
quanto il
modulo
tattico che
avrebbe
dovuto
applicare
inizialmente
il nostro
allenatore,
sarebbe
stato un
4-3-3. E tal
cosa
giustificava
anche
l’acquisto
di Mirko
Savini,
esterno
sinistro
difensivo
bloccato,
che in un
modulo
4-3-3,
questo tipo
di terzini
alla Savini,
servono come
il pane. Poi
se ci
mettiamo
pure che
Mirko è un
ottimo
difensore
centrale…Ci
sembra che
queste due
cose abbiano
più che
giustificato
l’acquisto
del
giocatore
della
Fiorentina,
che poi
purtroppo si
è
infortunato,
ma che tra
un mesetto a
questa
parte,
tornerà di
nuovo ad
essere
disponibile.
Ma torniamo
a parlare
dell’attacco.
Quando poi
mister Reja
decise di
impostare la
squadra
secondo i
dettami del
modulo
4-4-2,
decidemmo di
sfoltire il
parco
attaccanti,
cedendo
Varricchio,
perché a
quel punto,
dovendo
mettere in
campo solo
due punte,
sarebbe
stato
inutile
avere
quattro
ricambi lì
davanti,
visto che
prima erano
in sei,
perché
c’erano i
ricambi per
ogni
componente
dei tre
attaccanti.
A questo
punto tal
cosa
ribadisce
anche il
concetto che
non stavo
cercando
alcun
centravanti
da
aggiungere
in questo
momento alla
rosa
napoletana,
visto che
mancano solo
13 giornate
alla fine
del torneo,
ed abbiamo
ben cinque
attaccanti a
disposizione,
perché io
considero
tale anche
Capparella.
Inoltre, con
il passaggio
dal modulo
4-3-3 al
4-4-2, ci
sarebbe
anche
servito un
terzino
sinistro che
spinge, e
per questo,
in questo
mercato di
riparazione,
abbiamo da
subito
acquistato
Luca
Lacrimini”.
- Certo
direttore,
ma lei non
aveva anche
rivelato,
che in
questo
mercato di
gennaio, si
sarebbe già
lavorato
anche in
prospettiva,
facendo
arrivare già
da adesso,
qualche
nuovo
calciatore
alla corte
di Reja, che
avrebbe così
gia
cominciato a
respirare
l’aria di
Napoli?
“E’ vero,
avevo detto
così. Ma le
motivazioni
che non mi
hanno
permesso di
portare già
qualcuno dei
calciatori
che tratterò
soprattutto
nel prossimo
mercato,
quando
costruiremo
una
compagine di
categoria
superiore
anche per la
serie
cadetta sono
state due:
in primis,
qualche
calciatore
che stavo
trattando
per poterlo
portare da
subito a
Napoli,
soprattutto
all’estero,
è stato
acquistato
da grossi
club
stranieri.
Ed in
secundis,
come prima
vi ho
rivelato
anche per la
scelta di
acquistare
Lacrimini,
sono stato
costretto a
fare degli
altri tipi
di scelte di
mercato, per
integrare
l’attuale
buonissima
rosa
azzurra.
Infatti come
per
Lacrimini,
il
cambiamento
di modulo di
gioco, ha
fatto sì che
io
acquistassi
giocatori
adatti ad
entrare bene
nelle corde
del 4-4-2.
Da qui
l’arrivo di
Ivano
Trotta,
centrocampista
di fascia
destra,
adatto nel
ruolo di
quarto a
destra di
centrocampo
più di Marco
Capparella,
che è un
calciatore
adattato in
quel tipo di
posizione.
L’arrivo di
Andrea Cupi
poi, essendo
lui un jolly
di difesa,
cioè un
giocatore in
grado di
ricoprire
tutti i
ruoli della
retroguardia,
è stato
previsto e
fatto, in
quanto non
sapevamo
all’epoca,
quanto erano
lunghi i
tempi del
recupero
dall’infortunio
di Davide
Giubilato.
Ma con ogni
probabilità,
devo essere
onesto come
sempre, Cupi
lo avremmo
preso lo
stesso,
infatti lo
stavamo già
facendo
seguire da
un po’ di
tempo e
seguivamo
con costanza
lo stato
delle sue
cure grazie
alle
informazioni
che ci dava
la Roma,
società con
la quale si
stava
allenando,
in quanto
Andrea è
quel tipo di
giocatore
che potendo
assurgere a
qualsiasi
compito
difensivo,
laterale o
centrale,
con il piede
destro o
sinistro,
anche
essendo lui
un destro
naturale,
può essere
utile in
qualsiasi
momento
della
stagione,
anche se
sono
convinto
che, grazie
anche a
quello che
ci ha fatto
vedere in
passato
nella sua
carriera, il
buon Cupi,
una volta
trovato lo
smalto
fisico di un
tempo, potrà
concorrere
alla pari
per un posto
in squadra
con tutti
gli attuali
titolari del
reparto
difensivo
azzurro”.
- Questo
campionato
non si sta
mettendo,
crediamo,
proprio come
lei sperava,
in quanto i
punti sulla
seconda in
classifica
sono solo
quattro ed
il Napoli
visto
all’opera
nell’ultimo
mese non è
che ci fa
ben sperare…
“Invece
posso
assicurarvi
che sono
molto
sereno,
perchè non
ho mai
creduto che
avremmo
potuto
terminare il
girone B
della serie
C1, con
dieci o
quindici
punti di
vantaggio
sulle nostre
dirette
inseguitrici.
Sapevo bene
fin
dall’inizio
di quest’
avventura,
che superare
il primo
gradino
della nostra
scalata ai
vertici del
calcio
internazionale,
non sarebbe
stato
facile. Pur
non avendola
mai
disputata
come
direttore
generale,
conoscevo
bene che
l’ambiente
della serie
C sarebbe
stato un
inferno da
affrontare,
soprattutto
per club
grandi come
il nostro,
che non sono
abituati a
questi tipi
di
palcoscenici.
Ed io sapevo
che da
questo
ambiente
noi,
nonostante
avessimo
lavorato più
che bene,
avremmo
ricevuto
parecchi
doloretti. E
quanto dico
noi, non mi
riferisco
solo alla
società, ma
anche ai
nostri
tifosi, che
sono
costretti ad
effettuare
trasferte su
campi
piccoli ed
inospitali
che mai
avrebbero
sognato di
dover fare
un giorno,
ed in fine
anche alla
squadra, che
si sarebbe
trovata ad
affrontare
sempre
avversari
con il
coltello fra
i denti, sia
per il
blasone del
nostro
mitico club,
che per il
loro valore
alto dei
componenti
attuali la
rosa
partenopea.
Non a caso
dissi lo
scorso anno
che, il
Napoli in
serie C,
sarebbe
stato come,
facendo
un’analogia
particolare,
una balena
in una
pozzanghera.
Le
difficoltà
infatti in
questi due
anni,
nonostante
il buon
lavoro
svolto da
tutti, si
sono
mostrate
eccome, del
resto
restando
sotto
l’aspetto
del gioco di
squadra, non
è che il
Genoa, altra
nobile
caduta che
vedo spesso
il lunedì
mattina
quando fa la
replica su
Sky, esprima
un gioco
molto
diverso dal
nostro.
Anche i
grifoni
trovano le
loro
difficoltà
ad
affrontare
le compagini
di serie C,
in un girone
che a detta
dello stesso
club ligure,
è più
facile, nel
valore
assoluto
degli
avversari,
rispetto al
nostro. E se
non vi basta
ancora come
chiarificazione
di come sia
ostico
questo
torneo di
C1, voglio
anche
ricordarvi
che la
famosa
corazzata
del Rimini
dello scorso
anno, che in
attacco
aveva
calciatori
del calibro
di
Muslimovic e
Floccari,
attaccanti
che
attualmente
giocano per
il Messina
in serie A e
che per i
quali il
club
siciliano ha
sborsato un
bel po’ di
quattrini,
nonostante
tutto, se
nelle ultime
quattro
giornate di
campionato i
romagnoli
non fossero
riusciti a
pareggiare
sui campi di
Avellino ed
al San
Paolo,
avrebbero
con ogni
probabilità
perso la
possibilità
di vincere
il girone, e
si sarebbero
dovuti
accontentare
della
possibilità
di disputare
i play-off.
Come vedete,
quando dico
che la serie
C è un
inferno, la
mia
considerazione
non è che
sia troppo
lontana
dalla
realtà”.
- Ok
direttore,
ci sta
sempre più
convincendo.
Ma vogliamo
porle un
altro
quesito
ancora. E’
vero, o
almeno c’è
la
possibilità
che
l’attuale
tecnico
azzurro
Edoardo Reja,
non sia più
l’allenatore
del Napoli
nella
prossima
stagione?
Sia anche
qui sincero.
“Certo che
lo sarò. Per
come la vedo
io, Reja a
Napoli sta
facendo
bene. Ed il
suo lavoro,
che sta
avendo tra
l’altro
risultati
più che
lusinghieri,
va valutato
nell’arco
dei tredici
mesi nei
quali il
trainer è
stato seduto
sulla
panchina
napoletana.
Non certo si
può legare
il giudizio
dell’operato
di un
allenatore
sul
risultato di
un singolo
mese, cioè
l’ultimo,
che tra
l’altro
sarebbe
davvero
l’unico
momento vero
negativo
della
squadra, da
più di un
anno a
questa
parte. Poi
giocano a
favore della
conferma di
Reja, altri
elementi
essenziali
se non
addirittura
fondamentali,
come il buon
rapporto che
il mister ha
con il
presidente
De
Laurentiis,
con me, e
soprattutto,
cosa
importantissima,
con la
squadra.
Quindi
valutando
tutte queste
situazioni,
non riesco
proprio a
vedere
nessun
motivo
valido di
dover
interrompere
il rapporto
a fine
stagione con
questo
signore, e
quando dico
signore lo
dico nel
vero senso
della
parola.
Abbiamo un
programma
con lui per
il quale
deve portare
il Napoli in
serie A in
due anni,
non capisco
perché
dovrei
interrompere
il progetto
a metà
strada”.
- A
proposito di
futuro,
molte
squadre di
serie A, tra
le quali la
Juventus, l’Inter,
il Livorno,
presto il
Milan, si
stanno
accordando
con le varie
piattaforme
televisive,
per i
contratti
che
permetteranno
di vedere ai
tifosi di
queste
squadre, i
propri
beniamini in
campo dal
proprio
salotto di
casa. Il
Napoli come
si sta
ponendo, e
come si sta
preparando
da questo
punto di
vista?
“Sotto
l’aspetto
televisivo e
dello show,
inteso come
calcio
televisivo,
io non mi
preoccupo
proprio.
Infatti noi
abbiamo a
nostra piena
disposizione,
le doti e le
conoscenze
di Aurelio
De
Laurentiis,
un uomo che
per quel che
concerne lo
spettacolo
in generale
allo
spettacolo
del calcio,
e per quanto
riguarda
tutti gli
aspetti
legato ad
esso, ne sa
una più del
diavolo,
essendo
proprio lui,
come tutti
sanno, un
magnate di
livello
mondiale,
dell’industria
cinematografica.
So già
infatti che
diverse cose
bollono in
pentola,
qualcuna e’
addirittura
in fase più
avanzata.
Stiamo solo
aspettando
il momento
di avere in
mano un
prodotto,
che come
inizio
potrebbe
essere già
la serie B,
e poi, come
ho già detto
prima, De
Laurentiis
saprà quello
che dovrà
fare…”
E noi
crediamo in
questa
società…
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