4/8/2007
(RAIMONDO
MIRAGLIA) -
Le strategie
di mercato
di Marino
stanno
facendo
trascorrere
un’estate
davvero
torrida ai
tifosi
azzurri, mai
come
quest’anno i
napoletani
hanno ansia
di sapere se
il Napoli
tornerà a
comprare,
hanno voglia
di discutere
e commentare
le azioni
societarie.
Ciò accomuna
tutti ma la
tifoseria è
spaccata tra
chi ha cieca
fiducia e
chi critica
in maniera
piuttosto
aspra una
squadra che
comunque
viene da una
promozione,
quale è il
motivo? Il
tifoso ha
paura.
Il pubblico
di Napoli
attendeva
questa serie
A da troppo
tempo, non
solo per
giocarsela
nel maggior
campionato
italiano ma
anche per
avere la
possibilità
di vedere
arrivare
campioni in
squadra,
giocatori
che sanno
far
innamorare
gli
appassionati
del pallone
e che
riempiono di
orgoglio i
tifosi
grazie alle
proprie
giocate, e
di
calciatori
così non se
ne sono
visti
ancora,
anche se il
mercato ne
offriva
diversi (Miccoli
ad esempio).
Il tifoso
azzurro tra
l’altro non
ha
dimenticato
la serie A,
non ha
dimenticato
i suoi
meccanismi
né la sua
difficoltà,
per questo
teme che
l’organico
non sia
sufficientemente
irrobustito
per
impattare
contro le
altre 19
migliori
squadre
italiane e
non vuole
perdere ciò
che è stato
faticosamente
conquistato
per mera
voglia di
risparmiare
o per
superficiale
fiducia nel
team di Reja
che dovrà
combattere
contro
avversari
ben più
forti di
quelli che
concedevano
gli
striminziti
e stentati
1-0 di un
anno fa.
Infatti
attendere
non crediamo
paghi nel
calciomercato,
più volte si
è detto in
società che
il Birra
Moretti e le
prime gare
di coppa
Italia
avrebbero
fatto capire
al D.G. un
eventuale
bisogno di
migliorare
l’organico.
In realtà
chi capisce
di calcio sa
il Birra
Moretti è un
divertentissimo
torneo
estivo, ma
niente di
più, basti
pensare che
il Napoli
l’anno
scorso batté
l’Inter,
quindi non è
un vero
banco di
prova,
meglio
sarebbe
stato
affrontare
in Austria
formazioni
migliori.
Inoltre
temporeggiare
è un danno
perché tutte
le squadre
sono in
ritiro e se
alcune
compagini
pensavano a
Luglio di
potersi
facilmente
disfare di
giocatori al
prezzo
giusto, a
metà o fine
agosto
potrebbero
pensarla
diversamente
e chiudere
le porte.
Inoltre ad
attendere si
perde solo
tempo e si
fanno
scappare i
pezzi
migliori
sulla piazza
(Lucarelli,
Pellè,
Bianchi,
Rossi, ecc.)
e quindi
nasce
l’esigenza
di dover
chiudere poi
per
giocatori di
mediocre
livello, gli
unici di cui
gli
avversari
potrebbero
sentire di
fare a meno
a prezzi
competitivi,
come quelli
che va
inseguendo
il Napoli.
Inoltre il
ritornello
di tutta la
città è che
serve
esperienza
in campo,
altrimenti
da chi
dovranno
imparare i
giovani per
crescere, a
chi possono
ispirarsi?
Servono
rinforzi
anche per
questo, Zola
studiò da
Maradona,
Ferrara da
Bruscolotti
e Fabio
Cannavaro da
Ferrara, ma
ora?
Sposando la
scelta di
giovani da
crescere,
servono
anche i
maestri.
Intendiamoci
il Napoli
quest’anno
dovrà
puntare alla
salvezza e
con
l‘organico
attuale se
la giocherà
alla pari
con altre 5
o 6 squadre.
Ciò che non
si capisce
però è
perché in un
campionato
abbordabile
come la
serie B, con
l’organico
migliore
dopo la Juve,
in società
si sceglieva
il basso
profilo
indicando la
promozione
all’anno
successivo,
mentre
quest’anno
con un
organico che
necessiterebbe
di almeno
altri 4
arrivi
estivi di
qualità per
essere
davvero
competitivo
(rimandiamo
al pezzo del
direttore
per
un’analisi
delle
deficienze
della
squadra), si
parla di
ottavo-decimo
posto.
I tifosi
sono in
fibrillazione,
quest’attesa
snervante
finirà in
bellezza? A
Marino
l’ardua
sentenza.
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