• LA ROSA AZZURRA VA ANCORA COMPLETATA •

9/12/2005

(MICHELE CAIAFA) – Complimenti a tutti. Complimenti al grandioso patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, grande magnate dell’industria cinematografica mondiale, che solo se metterà in atto la metà dei progetti che vuole e desidera per la sua nuova società, per l’appunto il Napoli, ci sarà da sognare per i tifosi azzurri, forse anche di più rispetto all’epoca di Maradona. Complimenti al direttore generale del Napoli, Pierpaolo Marino, esperto conoscitore dell’arte calcistica, ormai da trent’anni, in tutte le varie forme, dai bilanci di società, alle carte federali, al calciomercato, etc… Non dimentichiamoci che, il signore prima citato, ha fatto vincere uno scudetto al Napoli, il primo, anche se all’epoca dirigeva ancora sotto l’ala protettiva di uno dei suoi mentori, il direttore sportivo o generale che dir si voglia, più grande della storia calcistica italiana, Italo Allodi. Ma non finisce qui, il curriculum di Marino: esperienza proficua alla corte della Roma del presidente Viola, dove portò anche uno dei campioni giallorossi più indimenticati dell’ultimo ventennio, Rudy Voeller. E dulcisic in fundo, l’esperienza di Udine. Entrò nella società dei Pozzo, e nell’arco di otto anni, avvalendosi di collaboratori societari, tra l’altro scelti per la maggior parte da lui, ha portato la squadra friulana alla qualificazione in Champion’s League, oltre ad una miriade di partecipazioni Uefa, e la valorizzazione di tanti giovani, di cui, una buona parte, sono diventati campioni.
Ma anche a Napoli, il buon Marino, ha già fatto vedere il suo valore, che lo porta ad essere tra i primi in Italia, nel suo ruolo. Infatti, partendo da zero, l’uomo nato ad Avellino, ha messo su, grazie ai soldi del presidente, per carità, ma grazie anche alla sua logistica organizzativa, una società, dotata di un centro tecnico sportivo tra i primi d’Italia, nonostante la serie C, un parco giocatori giovanile già di soddisfacente livello, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, fatturati che, grazie agli sponsor, stanno raggiungendo risultati che, in serie C, ma anche per buona parte della serie B, non si erano mai visti. Ed infine, si è costruita una buonissima rosa di calciatori, che di certo è superiore per rango e qualità, a tutte le formazioni della terza serie italiana. Un neo, allora, ci dovrà pur essere. Quale? Proprio la composizione della compagine azzurra, ha lasciato qualche strascico negativo, che non ha convinto noi, ma anche una buona parte dei supporters napoletani. Dicevamo di squadra, per caratura, superiore alla categoria? Non c’è dubbio, lo è. Ma è incompleta, soprattutto in certi ruoli. Partiamo dalla difesa, perché sugli estremi difensori non c’è niente da dire, siamo in una botte di ferro, con Gennaro Iezzo soprattutto, e l’ottimo Matteo Gianello. In questo articolo non faremo nomi di calciomercato, di cui ci occuperemo approfonditamente nel prossimo numero del mensile di “PianetAzzurro” prossimo all’uscita, ma indicheremo la falle, per altro evidenti, secondo noi da coprire. Per fare ciò, pensiamo alla squadra, come l’ha impostata Edoardo Reja, nell’ultima parte del campionato di C. Dicevamo della difesa. La difesa, almeno per il momento, è impostata a quattro. A destra bazzica, abbastanza bene, un buon Gianluca Grava. Ma può Grava, correre per tutto l’anno, senza mai tirare il fiato, offrendo sempre delle buone prestazioni? Ci sembra difficile. Quindi il ragazzo, nativo di Caserta, ha bisogno di un supporto, di un giocatore che gli possa far tirare un po’ il fiato, durante la lunga stagione. Del resto, questo tipo di rinforzo, lo ha richiesto anche il tecnico friulano. Passiamo ai centrali difensivi. In questo torneo di C1, è stato spesso schierata, la coppia centrale Romito-Maldonado. Fin quando le cose giravano per il verso giusto, anche grazie ad un po’ di fortuna e ad un super Iezzo, la difesa del Napoli, sembrava quasi perfetta, imperforabile. L’infortunio di Mirko Savini, adattato sull’out di sinistra, ma anche lui un centrale difensivo, ha mostrato le prime crepe della difesa centrale. Perché con Ruben Maldonado spostato sull’out di sinistra, e lo schieramento da parte di Reja, della coppia Romito-Giubilato, due marcantoni, molto bravi sulle palle alte, ma un po’ lenti, ha fatto sì, che la difesa incassasse quattro reti in tre gare. Si è cercato di rimediare, portando di nuovo al centro della difesa, Maldonado, che ha avuto come compagno di reparto in due match, una volta Giubilato (Perugia) ed una volta Romito (Roma). La soluzione tampone è stata l’unica preventivabile, ma non pare quella ottimale. In quanto, vada bene per il paraguaiano, calciatore tecnico e discretamente veloce, ma l’altro centrale, deve, a nostro avviso, essere un difensore veloce, in grado di saper controllare bene anche attaccanti rapidi, tipo i vari Virdis, Artistico, Cellini, etc…, e fare degli ottimi recuperi palla. Passiamo alla fascia sinistra della difesa napoletana. Qui, secondo noi, c’è il più grande equivoco del mercato estivo, fatto sempre con la spada di Damocle della giustizia sportiva addosso, svolto da Marino. Il Napoli, in pratica, non ha un terzino sinistro. Non ce l’ha. Perché ne Savini, ne Briotti, forse lo diventerà in futuro, lo sono. Per non parlare di Maldonado, adattato, o addirittura di Giubilato, adattatissimo. Quindi la rosa partenopea, ha urgentemente bisogno di un terzino sinistro. Meglio addirittura se due.
Passiamo al centrocampo. Nella zona centrale del campo, il Napoli dispone di cinque giocatori: il capitano Francesco Montervino, Gaetano “Jimmy” Fontana, Cataldo Montesanto, Nicolas Amòdio, Fabio Gatti. Cinque uomini per due posti in mediana. Sembrerebbe abbondanza, ed in parte lo è, ma non nel ruolo di regista puro. E’ vero che in Italia, non c’è più abbondanza di registi, per così dire alla Fontana, ma è anche vero che il buon Jimmy, pur con la sua classe, in campo più che altro cammina. E non si offenda nessuno. Ma questo, una squadra che ha solo due centrocampisti centrali impiegati dall’allenatore, non è una cosa che la si può concedere agli avversari. Quindi, non è meglio prendere già a gennaio un’alternativa a Fontana, senza aspettare l’estate? Sugli out del centrocampo poi, sulla sinistra non abbiamo un esterno vero, Bogliacino assolutamente non lo è, ed anche il mister friulano lo ha richiesto. Sulla destra poi, a nostro parere, la rosa ha bisogno di un altro esterno. Perché il buon Capparella, che pur si danna su quella fascia, non lo è. E’ più un fantasista, un trequartista. E l’altro giocatore di fascia destra, potrebbe essere Montervino, di sicuro più esterno destro di centrocampo, rispetto a Capparella. Ma ne varrebbe la pena, spostare il capitano “Cuor di leone” del Napoli, sulla fascia destra, togliendolo dalla zona nevralgica del campo? Meglio comprare un esterno desto, no. Infine l’attacco. Qui abbiamo Calaiò, Sosa, Pià e Grieco. Però le vere punte, quelle che buttano la palla dentro, sono due, Emanule ed il Pampa. Non è meglio affiancare a questi, un altro attaccante?
Questa la nostra analisi, ma anche di quella di tanti tifosi azzurri, che si sa, in particolar modo a Napoli, sono una specie di Bibbia calcistica. Ma questo che abbiamo appena analizzato, e ripetiamo analizzato, non criticato, nulla toglie al buon lavoro fin qui svolto, dal direttore generale del Napoli Pierpaolo Marino. E noi cronisti, è proprio nelle grandi capacità del direttore napoletano, in ambito calcistico, che crediamo. E siamo consapevoli che il direttore apporrà quelle pezze, almeno in quei punti più scoperti, e saranno sempre scelti calciatori di primo ordine, per ricoprire quei ruoli scoperti. Ed a quel punto la cosiddetta “Ferrari” azzurra, diventerà una “Lamborghini”, e per gli avversari di C, saranno davvero dolori.
 

INDIETRO