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• LE PERPLESSITA’ SUL NAPOLI “ROMBOIDALE” •

10/8/2006

(VINCENZO LETIZIA) - Premettiamo subito una cosa: chi scrive chiarirà subito che i moduli (il posizionamento dei giocatori sul terreno verde) nel calcio contano, eccome se contano. Nello sport più amato dagli italiani si è vinto e perso con qualsiasi modulo, non esiste un teorema per cui quel modulo è più divertente o più “vincente” rispetto ad un altro. Fa bene chi si adegua alle caratteristiche degli uomini in organico per affidarsi ad un modulo. Tutta l’ammirazione e la stima per il presidente De Laurentiis, ma molti avranno sorriso sulle sue certezze sul “rombo”. Premesso che un presidente per quanto carismatico e competente (?), mai si dovrebbe intromettere nelle strategie tattiche del suo allenatore, evidenziamo che in Italia con il 4-3-1-2 (con il rombo a centrocampo) gioca solo il Milan. La squadra cara al presidente Berlusconi ha nel suo organico tutti calciatori molto dotati sul piano del palleggio e rimedia alle carezze di gioco sulle fasce, affidando le scorribande offensive sugli esterni a due terzini fludificanti (come si diceva una volta): a destra Cafù a sinistra Serginho. Fondamentale in questo sistema di gioco è poi il play basso davanti alla difesa, nel nostro esempio Pirlo. E’ questo il modello che Reja (e noi) prenderemo come riferimento per dimostrare alcune palesi incongruenze. Nel Napoli che si sta formando non sono disponibili in organico terzini capaci di spingere adeguatamente e manca inoltre il play basso. Al di là di queste lacune, “il rombo” è un sistema di gioco che può dare qualche vantaggio se si fa un buon possesso palla, ma in fase difensiva presenta innumerevoli problematiche. Una strada quella scelta da Reja che sorprende per diversi motivi: il tecnico goriziano non ha mai giocato e amato avere in squadra un rifinitore vero (Zola a Cagliari, l’eccezione che conferma la regola, giostrava comunque da seconda punta); e soprattutto non si è compreso il perché si sia voluto abbandonare il 4-4-2 che tanto bene aveva funzionato. Anche la campagna di rafforzamento di Marino sarebbe risultata meno elaborata. Ad un mese dall’inizio del torneo, guardando al 4-3-1-2 che si sta formando, si può dunque affermare che al Napoli mancano sicuramente 3,4 calciatori per poter utilizzare al meglio questo nuovo modulo preteso da De Laurentiis. Il “Birra Moretti” sarà dunque un esame fondamentale per testare l’adattabilità della squadra azzurra ad assimilare i nuovi movimenti e, ci auguriamo, l’occasione per dare una mossa a chi secondo noi sta tergiversando un po’ troppo nel colmare lacune perdendo così il vantaggio che il Napoli aveva rispetto a tutte le altre compagini: quello cioè i poter programmare il proprio futuro sin da maggio.

@aruba.it

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