“Caro
amico ti scrivo, così mi rilasso
un po’.” Abbiamo preso spunto
da una canzone scritta e cantata
da Lucio
Dalla che ricorda l’ anno
trascorso e saluta quello a
venire. Per noi, sportivi
napoletani, l’anno che va via è
stato tremendo. Neppure nel
peggiore dei sogni avremmo mai
pensato di sprofondare così
basso. Eppure è accaduto. Sono
stati dodici mesi tristi,
palpitanti, pieni di amarezze, di
speranze e di illusioni. L’anno
che sta terminando
è iniziato nel mese di
gennaio con una nuovo staff
tecnico Perinetti e il prof.
Scoglio. Il primo, uomo di Big
Luciano Moggi, ha avuto il merito
di portare a Napoli giocatori con
pochi mezzi economici che hanno
garantito alla squadra comunque
una stentata salvezza che alla
fine del girone d’andata
sembrava quasi impossibile. Il
vate di Lipari invece è durato
poco in riva al Vesuvio. Le sue
lezioncine di tattica e le sua
maleducazione sono state ben
presto abiuriate dai giocatori e
dalla stampa napoletana. Fu così
che dopo la sconfitta a Marassi
con la Samp, il professore lasciò
il passo al rientrante Franco
Colomba. Il quale nonostante tutte
le sue insicurezze e lo scarso
coraggio per cui si
contraddistingue, è riuscito a
raddrizzare la baracca azzurra
garantendo una striminzita ma
agognata salvezza sul campo.
L’unico giocatore per cui il
2003 sarà da ricordare è Davide
Dionigi. Egli con una ventina
di reti è stato il vero artefice
della salvezza azzurra, il vero
trascinatore, l’unico che si è
assunto la responsabilità di
tirare rigori decisivi per la
sorte azzurra. Ma forse tutto ciò
non basterà, difatti per
ricompensa di quanto fatto, il
presidente Naldi non vuole
rinnovargli il contratto come
promesso ed anzi ha intenzione di
metterlo sul mercato a gennaio!
Protagonista suo malgrado in
questo 2003 azzurro è stato il
sig. Danilo
Nucini di Bergamo che nella
partita interna con la Triestina
inventò letteralmente almeno un
rigore a favore degli azzurri,
consegnando al Napoli in pratica
le chiavi della salvezza, senza
quella vittoria sui giuliani il
Napoli sarebbe difatti precipitato
al terz’ ultimo posto. Quindi
grazie alle magie di Dionigi ed a
qualche rigore dubbio, il Napoli
ha potuto festeggiare sul campo di
Messina la salvezza sul campo. Gli
azzurri chiuderanno a pari punti
con il Venezia con un punto di
vantaggio sul Catania. Ma
l’estate che sta per cominciare
si preannuncia torrida e infuocata
non solo a livello meteorologico
ma soprattutto nelle aule dei
tribunali ed a via Allegri, sede
della FIGC.
Il ciclone Gaucci
imperversa sui TAR di tutta
Italia chiedendo la riammissione
del Catania in serie B al posto
del Napoli o quanto meno chiede lo
spareggio tra lagunari e
napoletani. Dopo varie dispute e
deciso
il campionato a 24 squadre,
scoppia la grana fideiussioni per
il Napoli e la Roma. Gli azzurri
si sono iscritti al campionato con
fideiussioni false in seguito ad
un raggiro posto in essere da
mediatori del settore, il
direttore De Leva chiarisce che il
Napoli è stato ingannato e
consigliato male dal
commercialista napoletano Gianni
De Vita. Inizia finalmente il
campionato, il Napoli parte con
grandi entusiasmi, alla guida vi
è Agostinelli, già criticato da
molti in ritiro per la sua poca
esperienza. Durante l’estate
sono arrivati a Napoli giocatori
di nome e presunto valore:
Sogliano, Olive, Zanini, Savoldi,
Vieri, Bernini, Tosto. Purtroppo
le promesse della società di
andare subito in serie A e del
tecnico di partire subito sparati
in campionato, vengono
clamorosamente disattese. La
squadra vince solo una partita a
Treviso e langue mestamente nei
bassifondi della classifica.
Allora la società cerca una
svolta tecnica affidandosi alle
sagge mani di Gigi Simoni, che
riesce a vincere qualche partita
ma che però non può fare
miracoli con la rosa che ha
disposizione, dilaniata tra
l’altro da una serie incredibile
di infortuni. Nel frattempo la
società si barcamena in acque
torbide e con il rischio di
affondare da un giorno
all’altro. Naldi deve trovare
milioni di euro per completare la
ricapitalizzazione e per pagare
gli stipendi, i giocatori sono
“a secco” dal mese di agosto.
A tutt’oggi ancora non sappiamo
dove l’imprenditore posillipino
troverà i danari per appianare le
varie pendenze della società. Il
2003 per il coraggioso ma
incompetente Naldi, si chiuderà
con delle perdite di un centinaio
di miliardi investiti senza avere
in cambio un barlume di speranza
di riportare il Napoli in serie A.
Questa
è la cronaca sportiva, l’evento
più nero e triste che ha
negativizzato in assoluto il 2003
dei tifosi napoletani, è stato
però la morte assurda ed
incomprensibile del povero Sergio
Ercolano - un giovane tifoso che
ha pagato con la vita, la sua
passione per la maglia azzurra
in quel “inferno” di
settembre che è stato il Partenio
di Avellino.
Addio
2003, a non rivederci mai più.
Tutti, tifosi e addetti ai lavori
sogniamo un anno prosperoso e
ricco di soddisfazioni per la
squadra e per la società azzurra,
un anno che garantisca alla città
di Napoli, amante e passionale per
il calcio, piazza unica ed
esclusiva in Italia per calore
umano, un identità calcistica che
sembra da anni smarrita nel vuoto.