• ADDIO GIANNI, GUERRIERO LEALE DAL CUORE AZZURRO •

3/8/2008

(VINCENZO LETIZIA) - Era l’estate del 1983, la Roma acquistava Toninho Cerezo dall’Atlético Mineiro, l’Udinese il fenomenale Zico dal Flamengo, il Napoli prelevava dal Verona lo ‘zingaro del gol’, Josè Dirceu . E proprio in quell’anno, arrivò a Napoli un bomber che il club azzurro, guidato in panchina da Nello Santin, l’allenatore del miracolo Cavese che in serie B batteva Lazio e Milan e sfiorava la promozione in serie A, prelevò dal Palermo. Si trattava del riccioluto Giovanni De Rosa che con la maglia rosanero, in serie B, aveva fatto sfaceli: 29 gol in 61 gare. De Rosa era un centravanti dotato di un gran tiro, come gli arrivava il pallone lo calciava in porta senza indugiare, ma era il colpo di testa la sua specialità più insidiosa per gli avversari. In un Napoli che aveva nel difensore Ferrario, uno dei suoi migliori goleador: un po’ come Domizzi il biondo Moreno era il rigorista della squadra; in Dal Fiume un centrocampista che sapeva inserirsi e trovare spunti vincenti in zona gol; in Krol e Dirceu, due campioni meravigliosi, i propri leader indiscussi; De Rosa si fece apprezzare per la combattività e la grinta con la quale seppe onorare la maglia azzurra. Furono 6 i suoi gol su 25 presenze, prima del trasferimento a Cagliari. Non era titolare fisso, si alternava in attacco con Claudio Pellegrini e Palanca. In quel Napoli non fortissimo, ma orgoglioso e garibaldino (come si diceva una volta), giocò De Rosa e giocò anche Dirceu. Due cuori azzurri legati dallo stesso tragico destino. Josè mori il 15 settembre in un maledetto incidente stradale; così come Gianni De Rosa, che alla guida del suo ciclomotore, ha trovato la morte in uno scontrato frontale contro un minibus che arrivava in senso opposto sulla statale Adriatica tra Riccione e Rimini. Con Gianni De Rosa se ne va un altro pezzo di un calcio romantico, quello degli anni ’80, che era poesia e sport, più che business e televisioni. Quel calcio che a renderlo meraviglioso aveva artisti sublimi come Diego Maratona, Platini, appunto Zico e tutta la fantastica schiera dei fuoriclasse brasiliani… C’era la radio a pitturare i cuori dei tifosi, oggi ci sono le TV a pagamento a prosciugare i portafogli degli appassionati… Addio Gianni, uomo vero e cuore azzurro.
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