19/11/2008
(PEPPE IANNICELLI) - Il Napoli è
chiamato alla riscossa immediata
dopo la brutta sconfitta di Bergamo.
La partita contro il Cagliari sarà
un eccellente cartina al tornasole
della condizione azzurra. I sardi
sono affamati di punti salvezza, ma
nettamente inferiori al Napoli. Come
contro la Reggina gli uomini di Reja
dovranno, pertanto, sfoggiare una
prestazione eccellente per
organizzazione tattica,
determinazione agonistica,
concentrazione tecnica evitando gli
strafalcioni che ne hanno decurtato
il pur ingente patrimonio di punti.
Ci sono errori che si ripetono con
troppa frequenza. In primis, la
sequenza delle espulsioni inaugurata
dal bis di Santacroce e proseguita
da Mannini e Zalayeta. Qualche
cartellino si può anche discutere,
ma l’inferiorità numerica è costata
da due a quattro punti agli azzurri.
Poi ci sono le autoreti fatali su
calci di punizione tutto sommato non
irresistibili, scoccati nel finale
dagli avversari; è successo a Milano
ed a Bergamo. Ed ancora il deficit
di personalità di qualche
protagonista che si lascia fin
troppo intimorire – come i direttori
di gara – dalla spavalderia altrui
firmata Gattuso o Doni. La società è
stata brava in settimana a togliere
l’alibi degli arbitri avversi agli
azzurri ed a restringere i
regolamenti interni richiamando
tutti ad una maggiore continuità di
rendimento. Il campionato entra in
una fase caldissima dove sarà sempre
più vietato sbagliare specialmente
in gare come quella contro il
Cagliari. In questa occasione il
Napoli dovrà anche invertire
l’inerzia negativa rispetto alla
scorsa stagione. Contro il Genoa, il
Milan e l’Atalanta gli azzurri hanno
perso proprio come l’anno scorso. E’
bene ricordare, allora, che i sardi
sbancarono il San Paolo alla prima
di campionato. Errare è umano,
preservare diabolico.
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