28/8/2008
(GIUSEPPE PALMIERI) - Minacce,
avvertimenti, incontri "leali" per
redimere questioni, quando la lealtà
è fatta di testate, spintoni,
coltellate. Siamo all'alba di una
nuova stagione calcistica, domenica
il pallone tornerà a rimbalzare sui
rettangoli verdi di tutta Italia e
infiammare platee entusiaste ed
emozionate di vedere i propri
beniamini esaltare i colori della
squadra del cuore.
Ma le ombre incombono, inesorabili,
sullo sport più amato, pronte a
soffocare la gioia di un gol o di un
rigore parato. La sete di vendetta
più forte della voglia di vittoria.
Adesso basta.
Roma-Napoli, tifoserie caldissime
per definizione, due città splendide
che vantano una importante
tradizione calcistica, con fior di
campioni che hanno vestito le
casacche delle due compagini. Sfida
che dovrebbe essere da tutto
esaurito e attesissima dalla gente
che affolla le tribune diventata
gara a rischio. Una giornata da
cordoni di polizia, da zone rosse in
stile G8, da risse senza esclusioni
di colpi o lame. Per difendere un
ideale che deve cominciare a
distaccarsi dalla parola violenza e
riavvicinarsi alla sana dimensione
del tifo. L'anno scorso l'Olimpico
fu off-limits per i supporters
partenopei e anche per i giallorossi
non abbonati, tanta gente che non ha
potuto godere dal vivo dell'emozione
di un epico 4-4. Stesso andazzo per
il ritorno al San Paolo, dove la
Roma si è imposta per 2-0 in un
impianto con soli tifosi azzurri. E'
stato orribile vedere queste misure
per partite di calcio. Tutto ciò per
evitare gli scempi susseguitisi
nell'ultimo decennio tra le due
tifoserie. Dalla giornata di follia
dell'10 giugno 2001 a Napoli, con
incidenti a tutta forza dalla
stazione allo stadio senza limiti da
parte di entrambe le tifoserie in un
match che poteva valere lo scudetto
per la Roma ed è praticamente
costato la retrocessione alla
squadra dell'allora tecnico
Mondonico. Cinquantotto feriti. Alla
rivincita in coppa Italia, sempre a
Fuorigrotta l'8 dicembre 2005, con
assalto finale alla caserma dei
Carabinieri. Scene di ordinaria
follia. Quindici feriti e
diciassette fermati. Fino ad
arrivare all'aggressione da parte di
ultras del Napoli ad un pulmann
giallorosso a Montepulciano finita
con diciassette tifosi azzurri
arrestati, in una giornata nel quale
i partenopei giocavano a Torino e i
giallorossi a Catania. Senza senso.
Una guerra senza quartiere.
Episodio questo per il quale gli
ultras azzurri hanno esibito
striscioni nelle gare contro il
Panionios, accusando i sostenitori
romani di essere delle "spie". La
risposta scritta esposta a San Siro,
con appuntamento a braccia aperte
all'Olimpico per il confronto
"leale" di cui sopra. Assurdo.
Non vogliamo entrare nel merito
delle dinamiche che portano a tutto
ciò, non capiamo e rischiamo di
essere ciechi e retorici e
incompetenti. Vogliamo però dire un
sonoro basta a tanta gratuita
violenza che attanaglia la mentalità
di tantissimi giovani, anche
giovanissimi. Basta leggere i forum
per vedere sedicenni parlare di
vendetta giustificata. Il Casms ha
voluto dare fiducia al buonsenso
delle due tifoserie, aprendo a tutti
i cancelli dell'Olimpico, seppur con
enormi misure di sicurezza. Una
decisione coraggiosa, che fa
discutere, ma apprezzabile. Si è
deciso di dare la possibilità a
tanti tifosi innamorati della
propria squadra, tanto da seguirla
sui campi più assurdi di serie C o a
fine luglio ad Atene o in Albania,
di dimostrare di essere campioni
sugli spalti, tanto quanto i Lavezzi
e i Totti sul rettangolo verde. La
possibilità per gli ultras di
dimostrare a tutti di non essere un
problema ma un motore per questo
sport, di essere degli amanti
incontenibili dei propri colori e
non dei violenti. Sono certo che non
la sprecheranno. Che tutta questa
fiducia sarà ben ripagata e che il
Napoli, quanto la Roma, potranno
avere i propri tifosi al seguito per
tutto il campionato su ogni campo di
Italia o d'Europa. Il dodicesimo
uomo in campo. Ovunque.
"Comportatevi in modo ineccepibile
come spesso avete dimostrato di
saper fare, anche perché vi vogliamo
vicini con il vostro caloroso e
impareggiabile incoraggiamento anche
per le prossime trasferte. Cogliete
questa occasione così nelle prossime
partite fuori casa non saremo
nuovamente soli, perché lontano dal
San Paolo lo siamo stati troppo
spesso e probabilmente con i nostri
tifosi avremmo potuto evitare molti
pareggi e molte sconfitte". Parole
sante e coerenti queste del capitano
azzurro Paolo Cannavaro. Appello
condiviso anche dal dg Marino e in
cuore crediamo anche dagli omologhi
di sponda capitolina, nonostante il
preoccupante silenzio evidenziato da
Ilario di Giovanbattista, direttore
di Radio Radio, ai microfoni di
Radio Marte.
Domenica tutti all'Olimpico, con
sciarpe al posto di coltelli e
bandiere al posto delle mazze. Per
un calcio che cominci a cambiare,
partendo dalla lezione di civiltà
che vogliamo che gli ultras diano a
tutti, che siano parte integrante e
trascinante di quella definita
"sana" del tifo.
Buon calcio a Roma, a Napoli e a
tutta Italia. E che sia davvero solo
calcio.
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