• TANTI I NOMI PER IL DOPO REJA, MA IL MISTER NON E' IL MAGGIORE RESPONSABILE DELLA CRISI •

9/2/2009

(VINCENZO LETIZIA) - Pochi si sarebbero aspettati una crisi così tramortente. Il Napoli fino a dicembre ha illuso i propri tifosi circa una possibile conquista del quarto posto, graduatoria che da’ diritto agli spareggi per la Champions. Eppure, ai meno distratti non sarà sfuggito un dato impietoso: gli azzurri da novembre, esattamente dal giorno dei morti, hanno smesso di essere una squadra all’altezza. Le stime da 3 mesi e mezzo a oggi sono spietate e non ammettono troppi giri di parole: il Napoli è tra le ultime squadre della serie A. Fosse cominciato il 2 novembre il campionato, Lavezzi e compagni sarebbero penultimi o giù di lì… Un dato che avrebbe suggerito un diverso modo di approcciare il mercato di gennaio, ma di questo discuteremo più avanti.
Ieri, il Napoli ha eguagliato il suo record negativo che risaliva al 1935-36: 7 le sconfitte consecutive in trasferta. In 5 giornate il Napoli ha conquistato solo 1 punto, quindi vuol dire che anche al San Paolo la magia sembra essersi dissolta miseramente da due gare a questa parte.
Ma le colpe di questo trend negativo, al di la del crollo fisico preventivabile per via dell'infausta decisione di partecipare all'Intertoto, sono da ascriversi solo alle scelte del ‘povero’ Reja? Se pure sono evidenti alcuni errori di valutazione del mister goriziano, diremmo che le cause di questa crisi azzurra sono da attribuire ad altri. Infatti, al di là delle sostituzioni clamorosamente illogiche operate ieri, e non solo ieri, da Reja, ci domandiamo perché al tecnico non sia stato preso un regista all’altezza per meglio far fluire il gioco, perché da anni non gli sia stato comprato un esterno mancino basso per poter far rendere al meglio il Napoli che ha in mente e che pure ha portato a buoni livelli. Perché non ci sono alternative giuste per poter far rifiatare i titolari. E soprattutto perché a giugno si è acquistato ad esempio Denis e non Milito, piuttosto che Vitale e non Vargas, oppure Rinaudo e non Zapata. Gli acquisti operati dalla società, al di là di quello indovinato di Maggio, sembrano infatti scontrarsi con il credo tattico di Reja: l’ultimo esempio dell’arrivo di Datolo è lampante in questo senso, al di là del valore del calciatore che francamente non conosciamo. A giugno dovremmo comprendere tante cose. E lo capiremo dalla campagna acquisti che sarà fatta, dagli ingaggi che saranno riservati ai giocatori che approderanno all’ombra del Vesuvio. Perché è certo che un giocatore importante non si accontenta del milione di euro… Il Napoli nel suo futuro vorrà essere un’Udinese o una Roma? E’ questo che i tifosi vogliono capire soprattutto dal presidente. Inoltre, non vorremmo più ascoltare frasi fatte tipo "4 anni fa eravamo in C", ecc. De Laurentiis ha infatti ereditato una società d'accordo da un disastroso fallimento, ma proprio per questa intatta, immacolata e senza debiti. Un club che preso per 30 milioni di euro, oggi vale molto, ma molto di più. I tifosi, che soffrono da anni, la loro parte la stanno facendo e alla grandissima. Gli incassi che garantisce una realtà come Napoli non solo allo stadio, auspicherebbero l’arrivo già da quest’estate di giocatori di un certo livello. Perché è con i grandi giocatori che si vince, non con gli allenatori o con le belle parole.
In tutto questo contesto a pagare sarà mister Reja, un uomo per bene, seppur non un mago della tattica. E chi gli succederà? Non certo Mancini o Spalletti che oltre che a guadagnare troppo per questo Napoli, si scontrerebbero con la personalità del direttore Marino, che in virtù della grande esperienza non fa mai mancare suggerimenti e consigli ai propri allenatori.
De Laurentiis ha deciso in prima persona che l’avventura di Reja è conclusa. E forse è anche giusto così, perchè ogni ciclo si chiude nella vita. I requisiti che dovrà avere l’erede del mister friulano sono stati tratteggiati chiaramente dal patron azzurro: il nuovo allenatore dovrà praticare innanzitutto un calcio divertente attraverso un modulo moderno ed in linea con il football di oggi, pratico e vincente, ma comunque spettacolare, denominatori difficile da coniugare. I candidati per il dopo-Reja sono diversi. Si ripropone un’operazione della scorsa stagione, Del Neri, al quale fu proposto la guida del Napoli nel corso di un incontro segreto all’aeroporto di Venezia, contatto che diventò di dominio pubblico e che fu inutilmente smentito. Ma Del Neri è tecnico a cui piace essere interpellato e tenuto in giusta considerazione in sede di scelte di mercato: questo potrebbe rappresentare ostacolo non superabile per una sua candidatura sulla panca partenopea. Al patron piace molto Giampaolo, giovane stratega del Siena. A Marino piace Delio Rossi che ritorna tra i candidati per la prossima stagione. L’ultimissima novità riguarda invece un altro tecnico che si sta mettendo in luce attraverso un campionato d’avanguardia, si tratta di Antonio Conte impegnato nel portare in serie A il Bari. Chi arriverà, comunque, per far bene dovrà avere un organico all’altezza e ricco di alternative adeguate al proprio credo calcistico. Altrimenti per chiunque sarebbe impossibile fare meglio di Reja che ricordiamolo, pur tra mille impedimenti e difficoltà, ha portato il Napoli dalla C alla A…
 
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