• EDITORIALE: CALAIO' TITOLARE? NIENTE DRAMMI •

17/6/2005
(Carmine Casella) - Siamo arrivati finalmente all’ultimo atto di questa stagione calcistica del Napoli Soccer che, in 90 (o 120) minuti si gioca un’intera annata domenica prossima al Partenio con i cugini dell’ Avellino.
Prendiamo atto che, a fronte di un ottimismo, frutto più di passionalità che di raziocinio, serpeggia nel popolo azzurro la tendenza a prepararsi al peggio. Del resto, anche in qualche trasmissione TV dedicata alle gesta della compagine azzurra, o su un importante quotidiano cittadino, ha cominciato ad avere spazio la possibilità del ripescaggio nel campionato cadetto per la perdente del playoff promozione, visto la crisi finanziaria di buona parte dei club di A e B.
Questa implicita sfiducia è determinata dal fatto che, in questo campionato di C, il Napoli non è mai riuscito a vincere a domicilio contro le squadre di prima fascia. Per giunta l’unica sconfitta della gestione Reja è maturata proprio in terra irpina. Con i biancoverdi, poi, i partenopei , in tre gare tra regular season e playoff, non sono mai andati a rete, cozzando sistematicamente contro i bunker eretti, precedentemente, da Cuccureddu, ed attualmente da Oddo.
Quello che poi non è piaciuto è la scarsa personalità, lucidità mostrata nell’ attaccare la “Muraglia” avellinese, ostinandosi a tessere fitte trame di passaggi, lanci lunghi per l’ariete Sosa, evitando di giocare con insistenza sulle fasce dove gli azzurri hanno un chiaro vantaggio, fatto soprattutto di freschezza atletica, nei confronti dei loro rivali. Si spera che l’assenza di Criaco tra gli irpini possa costituire un handicap pesante, ma Puleo ha dimostrato di saper tenere in piedi il reparto difensivo da solo.
Paradossalmente il Napoli aveva trovato un suo equilibrio(precario) giocando in attacco con Calajò titolare, facendo poi subentrare a partita in corso “El Pampa” Sosa. Certo, in questa configurazione, gli azzurri hanno ottenuto successi sofferti, maturati in piena Zona Cesarini, ma l’obiettivo comunque veniva centrato.
Chissà che ritornare all’ “antico” per Edy Reja possa essere nelle sue mani una carta vincente, per tornare da Avellino, lui e i suoi giocatori, da trionfatori. Un eventuale successo che non ripagherebbe, certo, le tante delusioni subite, in questi ultimi 15 anni, dall’impagabile popolo azzurro. Ma verrebbero gettate, queste si, delle sicure e solide fondamenta per il ritorno ai vertici nazionali del calcio napoletano.
 

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