• EDITORIALE - De Laurentiis vara il kolossal di gennaio •

13/12/2004
Aurelio De Laurentiis spesso utilizza un linguaggio tipico del cinema, nelle interviste, quando parla del Napoli. E questo campionato del Napoli, ma forse tutta la vicenda della sua resurrezione dopo il fallimento targato Naldi, sembra essere stata pensata proprio come una trama di un film.
Dobbiamo dire che come inizio non è male. Poco tempo a disposizione per allestire la squadra, la possibilità di prendere solo gli … esuberi (scarti sarebbe offensivo) delle altre squadre, i trofei messi all’asta e poi recuperati (quelli più importanti), l’entusiasmo popolare seguito dalla delusione e dai fischi e poi, finalmente, il mercato di gennaio e la galoppata trionfale.
Il primo tempo è quasi finito, manca solo l’ultimo episodio, quello di Rimini di domenica prossima, a suggellare la conclusione della prima parte della trama. La seconda deve ancora avvenire ed è tutta nelle mani di Pierpaolo Marino, direttore generale con pieni poteri per la campagna di gennaio al mercato di riparazione. E se Marino farà il Marino, il film si trasformerà in un vero kolossal, statene certi.
Ma andiamo con ordine nell'esaminare i personaggi di questo film.
La squadra, di riffa o di raffa, pur avendo fatto storcere il naso a tutti, anche ai tifosi più fedeli, si trova a soli due punti dalla zona play – off. Per quanto piena di limiti ha un sacco di attenuanti, non ultima i ripetuti infortuni di pedine molto importanti. Di gioco se n’è visto pochino, quasi nulla, ma quel che conta è che la possibilità di giocarsi la promozione è lì, a portata di mano.
L’allenatore, sempre imbronciato e con poca voglia di comunicare, è alquanto enigmatico. Prima ha utilizzato il 3-5-2, poi il 4-4-2, poi ancora il 3-5-2, con il Martina una specie di 4-3-1-2. Prima ha difeso “i suoi ragazzi”, dicendosi orgoglioso di loro, poi li ha additati al pubblico linciaggio dopo la disfatta di Foggia. Non lo abbiamo mai sentito fare autocritica. Sarebbe comunque un errore cambiarlo a stagione in corso ma puntare ancora su di lui per il futuro ci lascia qualche dubbio.
Il direttore generale è stato, nel bene e nel male, l’uomo immagine di questo Napoli. All’inizio della stagione, a Napoli era impossibile trovare una sola persona che ne parlasse male. Tutti hanno gioito al ritorno del figliuol prodigo e a come era stato capace di allestire una squadra “competitiva” in così poco tempo. Col passare del tempo… e delle brutte figure fatte dalla squadra, si sono levate le prime voci critiche. Ora da lui ci si aspetta ciò che sa fare, l’uomo mercato competente come pochi. Pià è già stato assicurato alla causa azzurra. Il sogno nel cassetto resta Fava. Se riuscisse nel colpaccio il più sarebbe davvero fatto.
Il presidente è il vero asso nella manica dei tifosi partenopei. Ieri ha parlato chiaro, che più chiaro non si può. “Io gioco per vincere – ha detto – e voglio arrivare primo. Marino è autorizzato a comprare chi vuole. Gente di serie C ma anche di serie B o di serie A”. Come dire “qua ci sono i soldi, allestiamo una grande squadra per vincere a mani basse”.
Indubbiamente è lui il vero protagonista del film e certo sarà un film a lieto fine.

Rino Scialò

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