(RENATA SCIELZO) - "Devo
fare i complimenti a Mario (ndr
Sconcerti) che non ha mai criticato
Reja, mentre a Napoli ci sono i
soliti sapientoni che vedono un po’
il calcio in maniera sbilenca. Poi,
troppi giovincelli non fanno il bene
della professione... Ora, così come
loro hanno criticato noi, noi
muoviamo delle critiche a loro...".
Pierpaolo Marino,
dg Napoli, dixit.
1)A Napoli ci sono i soliti
sapientoni
2)Troppi giovincelli non fanno il
bene della professione
1) A Napoli? Eh già forse ad Udine
era un po’ diverso…ma Napoli è
Napoli, come Roma, come Torino, come
Milano. Siamo nella serie cadetta,
vero, ma siamo pur sempre una grande
squadra, una grande piazza con un
numero incredibile di tifosi sparso
in tutto il mondo (6 milioni) e uno
stadio, il San Paolo, che il sabato,
diversamente da molti altri, si
riempie quasi fino a scoppiare.
Perché questi dati? Semplice, perché
i soliti sapientoni, come li chiama
il dg, sono pronti ad affilare armi
e penna se le cose non girano a
Napoli come a Roma, forse ad Udine
un po’ meno…ma non è certo colpa dei
soliti sapientoni se chi di dovere
non è abituato a certe pressioni.
Mettere su una grande squadra,
GESTIRE una grande squadra e una
grande piazza, significa anche
questo: imparare ad accettare le
critiche e farne tesoro, nicchiare,
se si ritiene che sia ingiusta, in
caso di contestazione.
Non se ne abbiano a male i tifosi
dell’Udinese, squadra che
rispettiamo e che in questi ultimi
anni è assurta più volte agli onori
della cronaca, per il bel gioco o
per il piazzamento in Champions
nell’era Spalletti, ma gestire
Napoli e il Napoli è cosa po’
diversa, molto diversa.
Chi riveste ruoli di responsabilità
dovrebbe capire e sapere come
comportarsi, evitare di scadere in
polemiche sterili: “ora, così come
loro hanno criticato noi, noi
muoviamo delle critiche a loro”. Ma
“muovere critiche” è il sale del
mestiere dei sapientoni, quello di
un dg è altro (almeno da quello che
ci risulta). Ciò naturalmente non
significa non doversi difendere
dagli attacchi esterni, soprattutto
se li si ritiene immotivati e
ingiusti, ma bisogna dotarsi di
savoir faire e rispondere con un
certo piglio, con una certa classe.
La soluzione non è certo la polemica
urlata su Sky, la sviolinata a
Sconcerti o il negare (complice la
vecchia volpe Baldari) l’accredito
ai giornalisti delle tante piccole
testate made in Naples, che sono poi
quelle più lette dai tifosi. E
l’interesse primario di una società
dovrebbero – dovrebbero – essere i
tifosi…
Certo Sconcerti non rientrerà tra i
sapientoni di cui ironicamente parla
Marino, ma del Napoli poco sa e poco
gli interessa, è ha ragione Marino
perché è davvero tutt’altro da quei
sapientoni che si vanno a seguire le
amichevoli, che fanno la spola tra
Napoli e Castelvolturno, che
ascoltano ogni singola
dichiarazione, prendono appunti,
annotano, provano a sentire la voce
dei calciatori come dei tifosi,
documentano le vicende degli azzurri
tempestivamente e quasi minuto per
minuto…
Nulla vieta poi che ogni categoria
sia ampia e variegata ma
generalizzare, come ha fatto il dg,
non è da persona che ricopre il suo
ruolo e il suo incarico. C’è chi
specula, chi accusa pour parler etc,
ma in molti in queste settimane si
sono solo limitati a segnalare un
qualcosa di palese e
straordinariamente oggettivo: la
squadra non girava come doveva, il
gioco era pressoché nullo, alcuni
settori del campo avrebbero meritato
giocatori di altra levatura e
spessore. E questa non era solo la
voce dei sapientoni, era la voce
della verità: si vorrebbe forse
negare che alcuni match del Napoli
abbiano avuto effetto soporifero? Si
vorrebbe forse negare che alcuni
match (Napoli – Rimini grida ancora
vendetta) siano stati vinti grazie
al felice contributo della dea
bendata?
Ora, per carità, ben venga la dea
Bendata, nel calcio c’è bisogno
anche di quella, però non si neghi
l’evidenza, fa male ad un calcio
sano. Non si facciano polemiche con
i sapientoni per aver giudicato
l’andamento di una squadra o la
gestione tecnica di una gara in
maniera quanto più obiettiva
possibile, si facciano semmai per
aver taciuto e per continuare a
tacere lo schifo che imperversava ed
imperversa nei nostri campionati. Si
facciano magari con le alte sfere
che non hanno tutelato la nostra
squadra e che continuano a non
tutelare nemmeno l’immagine della
nostra città (vedi Matarrese: “la
situazione a Napoli è delicata” e
intanto tenta di farci fuori per
Euro 2012 e poi vai con la
sviolinata a Cannavaro e meno male
che sono i sapientoni che sventolano
come bandiere a destra e manca….).
Si facciano magari con chi non suda
dietro al Napoli e soprattutto si
trovi un modo per distinguere tra
l’erba buona e la gramigna, mettendo
su un ufficio stampa e di relazioni
esterne che sia in grado di gestire
la questione accrediti e che lungi
dal distribuire ingressi e omaggio a
destra e a manca (ora che tutti sono
diventati tifosi del Napoli, guarda
caso l’anno scorso il problema non
c’era… a buon intenditor poche
parole) faccia accomodare in tribuna
stampa chi si impegna con serietà e
spirito di abnegazione a raccontare
il Napoli, al di là poi che la sua
voce sia gradita o meno, purché sia
rispettosa, civile, corretta.
2) La linea del dg poi ci pare poco
“illuminata” e un tantino
pregiudiziale per quel che riguarda
i giovani. Ma i giovincelli non
erano e non sono il nostro futuro?
Ben lungi da noi voler cadere nella
trappola di avviare inutile
polemiche generazionali, ci preme
far notare che se ai giovincelli può
mancare l’esperienza sul campo,
avere 60 anni non significa
necessariamente essere Gianni Brera,
Giovanni Floris è un giovincello e
ci pare più brillante e più
smagliante di Santoro, Maurizio
Mosca c’ha la sua bella età ed è un
vecchio trombone rimbambito e
potremmo continuare… ma non è questo
quello che ci preme dire. Ci preme
notare come Marino cada spesso,
senza volere, in contraddizione con
il pensiero e le esternazioni del
suo presidente. Nemmeno una
settimana fa De Laurentiis parlava
di un progetto giovane, di investire
sui giovani, sì certo si riferiva a
quelli che scendono in campo, ma
cosa c’è di diverso tra chi scende
in campo e chi la partita la guarda
e la racconta? Si investe sui
giovani, nonostante gli manchi quel
pizzico di esperienza che completa
le persone già adulte, già fatte
come si dice a Napoli, perché hanno
quel quid in più e quel quid in più
si chiama ENTUSIASMO, VOGLIA DI
EMERGERE. Poi si può sbagliare, e
allora è li che entrano in gioco i
GRANDI, che, con l’ausilio
dell’esperienza, fanno capire ai
giovani che va rivista qualcosa. Chi
scrive è “giovincello” e come tale
fazioso, ma ha plaudito a De
LAURENTIIS quando ha detto di
investire sui giovani, si è
premurato solo di sottolineare
quanto fosse importante una guida di
polso. Lo stesso dicasi per i
giovincelli della carta stampata,
quelli per intenderci che fanno la
spola Napoli – Castelvolturno: forse
se trovassero di fronte a loro dei
GRANDI – e quando diciamo grandi non
diciamo solo adulti – dotati di buon
senso, capacità di ascolto e di
discernimento forse non avrebbero
bisogno di urlare, talvolta nel
giusto, talvolta in maniera un po’
troppo istintiva e giovane, per far
sentire la loro voce. Prima di dire
che troppi giovincelli non fanno il
bene della professione,
interroghiamoci sul comportamento
dei GRANDI…