• TROPPI GIOVINCELLI NON FANNO IL BENE DELLA PROFESSIONE...una giovincella risponde ai grandi •

19/11/2006

(RENATA SCIELZO) - "Devo fare i complimenti a Mario (ndr Sconcerti) che non ha mai criticato Reja, mentre a Napoli ci sono i soliti sapientoni che vedono un po’ il calcio in maniera sbilenca. Poi, troppi giovincelli non fanno il bene della professione... Ora, così come loro hanno criticato noi, noi muoviamo delle critiche a loro...". Pierpaolo Marino, dg Napoli, dixit.

1)A Napoli ci sono i soliti sapientoni
2)Troppi giovincelli non fanno il bene della professione


1) A Napoli? Eh già forse ad Udine era un po’ diverso…ma Napoli è Napoli, come Roma, come Torino, come Milano. Siamo nella serie cadetta, vero, ma siamo pur sempre una grande squadra, una grande piazza con un numero incredibile di tifosi sparso in tutto il mondo (6 milioni) e uno stadio, il San Paolo, che il sabato, diversamente da molti altri, si riempie quasi fino a scoppiare.
Perché questi dati? Semplice, perché i soliti sapientoni, come li chiama il dg, sono pronti ad affilare armi e penna se le cose non girano a Napoli come a Roma, forse ad Udine un po’ meno…ma non è certo colpa dei soliti sapientoni se chi di dovere non è abituato a certe pressioni.
Mettere su una grande squadra, GESTIRE una grande squadra e una grande piazza, significa anche questo: imparare ad accettare le critiche e farne tesoro, nicchiare, se si ritiene che sia ingiusta, in caso di contestazione.
Non se ne abbiano a male i tifosi dell’Udinese, squadra che rispettiamo e che in questi ultimi anni è assurta più volte agli onori della cronaca, per il bel gioco o per il piazzamento in Champions nell’era Spalletti, ma gestire Napoli e il Napoli è cosa po’ diversa, molto diversa.
Chi riveste ruoli di responsabilità dovrebbe capire e sapere come comportarsi, evitare di scadere in polemiche sterili: “ora, così come loro hanno criticato noi, noi muoviamo delle critiche a loro”. Ma “muovere critiche” è il sale del mestiere dei sapientoni, quello di un dg è altro (almeno da quello che ci risulta). Ciò naturalmente non significa non doversi difendere dagli attacchi esterni, soprattutto se li si ritiene immotivati e ingiusti, ma bisogna dotarsi di savoir faire e rispondere con un certo piglio, con una certa classe. La soluzione non è certo la polemica urlata su Sky, la sviolinata a Sconcerti o il negare (complice la vecchia volpe Baldari) l’accredito ai giornalisti delle tante piccole testate made in Naples, che sono poi quelle più lette dai tifosi. E l’interesse primario di una società dovrebbero – dovrebbero – essere i tifosi…
Certo Sconcerti non rientrerà tra i sapientoni di cui ironicamente parla Marino, ma del Napoli poco sa e poco gli interessa, è ha ragione Marino perché è davvero tutt’altro da quei sapientoni che si vanno a seguire le amichevoli, che fanno la spola tra Napoli e Castelvolturno, che ascoltano ogni singola dichiarazione, prendono appunti, annotano, provano a sentire la voce dei calciatori come dei tifosi, documentano le vicende degli azzurri tempestivamente e quasi minuto per minuto…
Nulla vieta poi che ogni categoria sia ampia e variegata ma generalizzare, come ha fatto il dg, non è da persona che ricopre il suo ruolo e il suo incarico. C’è chi specula, chi accusa pour parler etc, ma in molti in queste settimane si sono solo limitati a segnalare un qualcosa di palese e straordinariamente oggettivo: la squadra non girava come doveva, il gioco era pressoché nullo, alcuni settori del campo avrebbero meritato giocatori di altra levatura e spessore. E questa non era solo la voce dei sapientoni, era la voce della verità: si vorrebbe forse negare che alcuni match del Napoli abbiano avuto effetto soporifero? Si vorrebbe forse negare che alcuni match (Napoli – Rimini grida ancora vendetta) siano stati vinti grazie al felice contributo della dea bendata?
Ora, per carità, ben venga la dea Bendata, nel calcio c’è bisogno anche di quella, però non si neghi l’evidenza, fa male ad un calcio sano. Non si facciano polemiche con i sapientoni per aver giudicato l’andamento di una squadra o la gestione tecnica di una gara in maniera quanto più obiettiva possibile, si facciano semmai per aver taciuto e per continuare a tacere lo schifo che imperversava ed imperversa nei nostri campionati. Si facciano magari con le alte sfere che non hanno tutelato la nostra squadra e che continuano a non tutelare nemmeno l’immagine della nostra città (vedi Matarrese: “la situazione a Napoli è delicata” e intanto tenta di farci fuori per Euro 2012 e poi vai con la sviolinata a Cannavaro e meno male che sono i sapientoni che sventolano come bandiere a destra e manca….). Si facciano magari con chi non suda dietro al Napoli e soprattutto si trovi un modo per distinguere tra l’erba buona e la gramigna, mettendo su un ufficio stampa e di relazioni esterne che sia in grado di gestire la questione accrediti e che lungi dal distribuire ingressi e omaggio a destra e a manca (ora che tutti sono diventati tifosi del Napoli, guarda caso l’anno scorso il problema non c’era… a buon intenditor poche parole) faccia accomodare in tribuna stampa chi si impegna con serietà e spirito di abnegazione a raccontare il Napoli, al di là poi che la sua voce sia gradita o meno, purché sia rispettosa, civile, corretta.

2) La linea del dg poi ci pare poco “illuminata” e un tantino pregiudiziale per quel che riguarda i giovani. Ma i giovincelli non erano e non sono il nostro futuro?
Ben lungi da noi voler cadere nella trappola di avviare inutile polemiche generazionali, ci preme far notare che se ai giovincelli può mancare l’esperienza sul campo, avere 60 anni non significa necessariamente essere Gianni Brera, Giovanni Floris è un giovincello e ci pare più brillante e più smagliante di Santoro, Maurizio Mosca c’ha la sua bella età ed è un vecchio trombone rimbambito e potremmo continuare… ma non è questo quello che ci preme dire. Ci preme notare come Marino cada spesso, senza volere, in contraddizione con il pensiero e le esternazioni del suo presidente. Nemmeno una settimana fa De Laurentiis parlava di un progetto giovane, di investire sui giovani, sì certo si riferiva a quelli che scendono in campo, ma cosa c’è di diverso tra chi scende in campo e chi la partita la guarda e la racconta? Si investe sui giovani, nonostante gli manchi quel pizzico di esperienza che completa le persone già adulte, già fatte come si dice a Napoli, perché hanno quel quid in più e quel quid in più si chiama ENTUSIASMO, VOGLIA DI EMERGERE. Poi si può sbagliare, e allora è li che entrano in gioco i GRANDI, che, con l’ausilio dell’esperienza, fanno capire ai giovani che va rivista qualcosa. Chi scrive è “giovincello” e come tale fazioso, ma ha plaudito a De LAURENTIIS quando ha detto di investire sui giovani, si è premurato solo di sottolineare quanto fosse importante una guida di polso. Lo stesso dicasi per i giovincelli della carta stampata, quelli per intenderci che fanno la spola Napoli – Castelvolturno: forse se trovassero di fronte a loro dei GRANDI – e quando diciamo grandi non diciamo solo adulti – dotati di buon senso, capacità di ascolto e di discernimento forse non avrebbero bisogno di urlare, talvolta nel giusto, talvolta in maniera un po’ troppo istintiva e giovane, per far sentire la loro voce. Prima di dire che troppi giovincelli non fanno il bene della professione, interroghiamoci sul comportamento dei GRANDI…
 

 

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