(Carmine
Casella) - Se una mente occulta avesse
qualche anno fa pianificato la distruzione
del calcio a Napoli, dopo quanto visto
durante la prima gara ufficiale della
formazione azzurra, diremmo che il piano è
perfettamente riuscito.
Come è stato desolante per lo scrivente
vedere le gradinate del S. Paolo occupate da
3000 persone, che per tutti i 90’ hanno
manifestato tutto il loro dissenso nei
confronti del Palazzo, giustizialista con i
deboli, assolutamente servile nei confronti
dei forti.
E dopo aver trascorso un’intera estate ad
aspettare deliberazioni favorevoli alla
causa partenopea (CCA, Coavisoc, Tar etc.),
ci siamo resi conto alla fine, senza essere
tacciati di troppo vittimismo, che per i
propri guai finanziari ha pagato solo il
Napoli.
Scontiamo probabilmente il famoso scudetto
della monetina di Bergamo, quando poi,
stesso giorno, ci fu l’ episodio,
analogamente poco chiaro, del gol fantasma
di Bologna in favore del Milan, non visto
incredibilmente dall’ arbitro di quella gara
Lanese (promosso poi “misteriosamente” a
rappresentare l’Italia ai mondiali del 90’
ai danni del ben più meritevole Pairetto,
ripescato poi dalla stessa Fifa) e dal suo
assistente Nicchi ( anch’egli beneficiario
di una promozione ad internazionale Uefa).
L’attuale presidente di Lega Galliani, oltre
a ricordare periodicamente l’episodio di
Atalanta-Napoli, cercasse di fornirci anche
delle spiegazioni su questo fatto che
certamente non aveva sfavorito la compagine
rossonera i quel combattuto campionato.
Ma soprattutto la Napoli calcistica paga
ancora, accadimento sempre di quell’annata,
il fatto di essersi schierata con
l’Argentina nella semifinale contro l’Italia
di Vicini ai mondiali.
E mentre gli azzurri regolano i giovanotti
del Pescara, nonostante la doppia
inferiorità numerica, decretata dell’arbitro
Farina di Novi Ligure ai danni di Grava e
Montervino, e il buon patron De Laurentiis
inveisce giustamente, nell’intervallo della
gara, contro il Tar, davanti alle telecamere
Rai, andiamo via dalla tribuna stampa
(semivuota anch’essa) con l’intima speranza
che si possa subito voltare pagina, e
ritornare a vedere gare ufficiali di un
certo livello contornate da una cornice di
pubblico di rilievo. Il Trofeo Birra
Moretti? No, grazie. Una simile
manifestazione non può certamente ripagare
la fame di grande calcio dei napoletani.
Certi “paliativi” da Sibilla cumana
portiamoli da un’altra parte, perché, come
diceva Totò, “accà nisciuno è fesso!”.