22/3/2005
(di Ferruccio Fiorito) - Il calcio pulito
di De Laurentiis, alimentato dal
“doping-tifosi”, presenti sempre e comunque
sugli spalti, ci appare come un’oasi felice in
un mondo in cui un giocatore della nazionale si
rifiuta di sottoporsi a delle analisi
specialistiche volte all’accertamento
dell’utilizzo o meno di sostanze proibite. Ci
sorprende, a tal proposito, come il presidente
di lega Adriano Galliani, nelle vesti di attento
giurista non abbia ritenuto necessario (al
momento) intervenire sul rifiuto di un giocatore
di serie A, e componente della rosa del Milan…di
sottoporsi alle c.d. analisi incrociate di
sangue-urina, cosi come di contro, qualche
giorno addietro fece in merito al presunto
“reato prescrittosi”, che vide il Napoli di
Maradona “rubare” uno scudetto a discapito del
Milan di Sacchi. Alcun commento merita
l’incresciosa vicenda, se non quello di
sottolineare con più tratti di penna, ancora una
volta, l’inopportunità di avere un uomo come
Adriano Galliani, in palese conflitto di
interessi, alla guida della Lega Calcio.
Venendo, ora, alle questioni di casa nostra, non
sfuggirà ai più come la querelle delle ultime
ore in merito alla possibilità di rendere lo
stadio San Paolo la casa del Napoli anche per i
prossimi anni (quelli del riscatto azzurro)
abbia distratto l’opinione pubblica da quello
che si può definire un piccolo miracolo del
tecnico Reja: sei vittorie su sette partite
disputate! Il Napoli di quest’anno ci ricorda il
Palermo protagonista della cadetteria dello
scorso campionato, la cui ossatura base è
rimasta intatta, permettendo con pochi ritocchi
di competere con le grandi della serie A.
Auspicare lo stesso cammino per gli azzurri è
più che un augurio, avendo la certezza che De
Laurentis come Zamparini fa della concretezza la
sua miglior qualità, e in tempi come quelli
attuali non è poco.
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