23/4/2005
(dal mensile n. 6, Silver Mele) - Nella
prima domenica del calcio blindato o della
mobilitazione generale contro la violenza o di
una nuova consapevolezza di valori condivisi,
scegliete voi, il Napoli frena inaspettatamente
a Sora, abbandonando di fatto la rincorsa al
secondo posto che è posizione privilegiata per
chi è costretto a giocarsi tutto nei playoff e
rischiando di compromettere nel finale i grandi
numeri della gestione Reja, proprio nel momento
in cui il Rimini perde colpi e l’Avellino
incalza intravedendo il sorpasso. Non c’è che
dire, la trasferta ciociara ha ridestato
ambiente e tifosi dopo l’orgogliosa vittoria col
Padova, confermando l’incapacità di un gruppo
decimato dalle indisponibilità piene di
Capparella e Sosa, quella parziale di Calaiò, di
sfruttare il vantaggio della superiorità
numerica (è la sesta volta su dieci finora).
Insomma, a giochi praticamente fatti nella
definizione della griglia spareggi, agli azzurri
non resta che riprendere a lavorare dal momento
che un Napoli che rasenta la sufficienza sul
campo di una pericolante, poco lucido in
attacco, debole nelle intenzioni di un
centrocampo tanto decantato e spesso in crisi,
proprio non ispira fiducia. Lo sa benissimo il
patron De Laurentiis, visibilmente seccato negli
spogliatoi del Tomei, lo sanno i calciatori
rappresentati ai microfoni dall’esperto Fontana
che invita tutti a rimanere con i piedi a terra,
evitando voli pindarici quando la rincorsa alla
B è soltanto abbozzata. All’Avellino dunque il
compito di sfruttare il calendario favorevole e
riprendersi il primato, scongiurando il rischio
di una finalissima-derby, al Napoli l’augurio di
invertire nuovamente la tendenza tattica e
caratteriale, gettandosi alle spalle l’infelice
domenica di Sora. |