• L'EDITORIALE - INGIUSTIZIA E' FATTA •

9/8/2005

(Carmine Casella) - Ancora una volta ingiustizia è fatta! Il Napoli subisce l’ennesimo torto, questa volta ad opera del Consiglio di Stato che respinge i ricorsi presentati dai legali della società azzurra contro le irregolarità amministrative di alcune società di A e B, tra cui le ripescate Vicenza e soprattutto Pescara, quest’ultima che beneficerà per la seconda volta di un ripescaggio grazie all’irregolarissima norma approvata in corsa dalla FIGC il 13 giugno che ribaltava quella precedente che non permetteva tale passo, cose che accadono solo in Italia.
Non entriamo nel merito delle decisioni dei giudici, ma il perdonismo dimostrato quest’anno per quanto riguarda i bilanci di tante compagini professionistiche italiane stride notevolmente nei confronti della fermezza e “perentorietà” (caro Carraro, come si cambia facilmente idea in 12 mesi pur di far fuori qualcuno l’anno scorso) dimostrata ai danni della squadra azzurra.
Ribadiamo il concetto che a perdere in questa vicenda è l’intera città di Napoli, a cominciare da quella classe politica (tutta intera, non si salva nessun partito) che ha dimostrato di non avere alcun peso specifico rilevante in sede nazionale (ah! caro sindaco, ancora ci vogliamo fidare dell’”amico” Franco?).
Si resta in serie C1, lana pregiata azzurra in mano al “tosapecore” Macalli che si sta fregando le mani dalla prospettiva di poter disporre anche la prossima stagione della preziosissima (per le sue tasche) presenza dei partenopei nel miserabile (per come è gestito) torneo di terza divisione.
L’auspicio è che quanto accaduto in questi due mesi possa far aprire gli occhi a chi ritiene che nell’anomalo mondo professionistico di oggi si possa ancora credere alla veridicità dei risultati sul campo ( su questo, e anche sul presunto trattamento di favore avuto dagli azzurri nella scorsa stagione ci sarebbe molto da discutere).
Nel frattempo, “godiamoci” il rango di “colonia” calcistica, perché tale è il livello della Napoli pedatoria su scala nazionale, vedere il Birra Moretti per credere. A questo torneo ognuno è libero di comportarsi come crede. Lo scrivente, che non ama cibarsi di illusioni, è orgoglioso di non esserci.
 

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