• LE "PULCINELLATE" DELLA GIUSTIZIA ITALIANA •

10/8/2005

(Vincenzo Letizia) - Che il calcio fosse malato, da un po’ ce n’eravamo accorti tutti, ma che fosse così marcio, fino all’osso, neanche i più pessimisti e mal pensanti potevano immaginarselo. E’ sconvolgente quanto è stato sentenziato ieri dal Consiglio di Stato, ovvero che nell’ordinamento italiano, non vige più il principio della perentorietà dei termini: dunque tutti gli studi che abbiamo fatto fin’ora di diritto, anche chi scrive, se ne vanno a fare benedire, perché abbiamo appreso dai giudici che le tasse in Italia si pagano, se si pagano, quando lo decide il debitore, ben oltre i termini previsti. Ma questo privilegio è affidato solo ai ricchi, ai potenti e soprattutto ai furbi... Andatelo a dire questo ad un povero pensionato che a mala pena con la sua retribuzione mensile riesce a pagare le bollette della luce e del telefono e che se non paga in tempo, addirittura gli staccano la corrente elettrica... Addirittura, poi, un Tribunale Civile, quello di Genova, può decidere di bloccare la composizione dei calendari, perché alla squadra della propria città è stata inflitta una punizione “troppo severa” per aver COMPRATO (dallo stesso presidente) una partita, quella con il Venezia...
Ieri, è stato il giorno delle “pulcinellate” per usare un termine caro al presidente De Laurentiis, e soprattutto si è avuta la conferma della pochezza dell’attendibilità della FIGC e soprattutto della scarsa affidabilità della iustitia italiana, inutile qui citare i troppi casi di ordinaria ingiustizia che avvengono in altri settori ben più rilevanti della vita quotidiana. Lo scorso anno, improvvisamente i potenti del calcio, avevano deciso di mortificare solo il Napoli con i suoi 6 milioni di tifosi, quest’anno, per tanti, troppi evasori fiscali, c’è stato più di un “paracadute”. Cosa ci aspetteremmo ora? Quantomeno le dimissioni di don Franco Carraro, reo nell’arco della sua atavica presidenza, di aver visto cogliere dalla Nazionale italiana i risultati più deprimenti della sua storia e soprattutto di aver assistito e COPERTO i maggiori scandali del nostro calcio: passaportopoli, doping, illeciti amministrativi, gare truccate e qunt’altro...
Cosa fare? Certamente, il popolo napoletano non è che improvvisamente si tramuterà in un’orda barbarica ed inizierà ad occupare stazioni o porti come fatto da qualche altra tifoseria, fra l’altro premiata dal “teorema Berlusconi”, secondo cui per ordine pubblico si possono graziare delle piazze... Questo no, però... A nostro avviso, sarebbe il caso che, se il Napoli dovesse disputare come pare, un altro torneo di C, i tifosi non siano più la giumenta gravida per ingrassare le tasche di Macalli, un altro personaggio del teatrino delle macchiette che si impegna tantissimo per tenere il club di De Laurentiis tra i semidilettanti. Bisognerà disertare il San Paolo fin quando terranno ancorato, mortificando i suoi tifosi, il Napoli nell'inferno della serie C.
In tutto questo marasma, un’altra notizia sconvolge i tifosi partenopei che avevano visto un po’ di luce dopo le nubi tossiche innescate da Naldi lo scorso anno: il Presidente Aurelio De Laurentiis ha dichiarato che dopo l'esito del Consiglio di Stato che lascia di fatto il Napoli in C1, gli è venuto il disgusto per il calcio e potrebbe lasciare il club partenopeo. Speriamo che il prode Aurelio, cambi idea in fretta, anche perché questo vorrebbe dire davvero porre il punto esclamativo finale sul rilancio del calcio a Napoli.
Un rilancio che sul piano sportivo, in verità, non sembra stia dando grosso nerbo la strategia di mercato di P. Marino. Il ritardo clamoroso nel completare l’organico, dati ora i tempi ristrettissimi, creeranno altre difficoltà al potenziamento della squadra. Ed un Napoli che disputerà un altro campionato di serie C1 non potrà permettersi i tentennamenti dello scorso anno. Bisognava e bisognerà allestire una squadra che ammazzi ben presto il campionato, perché non solo i giudici potrebbero ledere il morale del generoso De Laurentiis ma anche e forse soprattutto gli insuccessi sul terreno verde. E la stagione non sembra iniziata, nonostante i toni trionfalistici uditi dopo il 2-0 sulla Primavera del Pescara, nel migliore dei modi. Calaiò, inutile girarci attorno, non piace a Reja e lo stesso giocatore non si integra nel gioco del mister friulano. Bisognerà presto risolvere questo problema, magari cedendo in prestito l’ex bomber del Pescara a qualche club di B e portare all’ombra del Vesuvio un calciatore che meglio si adatti alle caratteristiche del gioco di Reja e soprattutto meglio viva il difficile ambiente napoletano. Altro problema è poi quello dell’organico in cui mancano diversi, troppi ruoli cardine: bisognerà alla svelta acquistare due terzini sinistri, uno a destra, tre difensori centrali, quattro esterni di centrocampo (un paio per ogni lato). E se la matematica non è un opinione come il diritto italiano, bisognerà acquistare entro dieci giorni ben 10,11 calciatori e tutti di qualità per garantire un’alta competitività alla squadra: obiettivamente troppi per essere super ottimisti. Dunque tante ombre sul cielo d’agosto di Napoli, speriamo che l’estate possa finalmente iniziare anche per i tifosi azzurri...
 

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