(Vincenzo Letizia) - Che il calcio
fosse malato, da un po’ ce n’eravamo accorti
tutti, ma che fosse così marcio, fino
all’osso, neanche i più pessimisti e mal
pensanti potevano immaginarselo. E’
sconvolgente quanto è stato sentenziato ieri
dal Consiglio di Stato, ovvero che
nell’ordinamento italiano, non vige più il
principio della perentorietà dei termini:
dunque tutti gli studi che abbiamo fatto
fin’ora di diritto, anche chi scrive, se ne
vanno a fare benedire, perché abbiamo
appreso dai giudici che le tasse in Italia
si pagano, se si pagano, quando lo decide il
debitore, ben oltre i termini previsti. Ma
questo privilegio è affidato solo ai ricchi,
ai potenti e soprattutto ai furbi...
Andatelo a dire questo ad un povero
pensionato che a mala pena con la sua
retribuzione mensile riesce a pagare le
bollette della luce e del telefono e che se
non paga in tempo, addirittura gli staccano
la corrente elettrica... Addirittura, poi,
un Tribunale Civile, quello di Genova, può
decidere di bloccare la composizione dei
calendari, perché alla squadra della propria
città è stata inflitta una punizione “troppo
severa” per aver COMPRATO (dallo stesso
presidente) una partita, quella con il
Venezia...
Ieri, è stato il giorno delle “pulcinellate”
per usare un termine caro al presidente De
Laurentiis, e soprattutto si è avuta la
conferma della pochezza dell’attendibilità
della FIGC e soprattutto della scarsa
affidabilità della iustitia italiana,
inutile qui citare i troppi casi di
ordinaria ingiustizia che avvengono in altri
settori ben più rilevanti della vita
quotidiana. Lo scorso anno, improvvisamente
i potenti del calcio, avevano deciso di
mortificare solo il Napoli con i suoi 6
milioni di tifosi, quest’anno, per tanti,
troppi evasori fiscali, c’è stato più di un
“paracadute”. Cosa ci aspetteremmo ora?
Quantomeno le dimissioni di don Franco
Carraro, reo nell’arco della sua atavica
presidenza, di aver visto cogliere dalla
Nazionale italiana i risultati più
deprimenti della sua storia e soprattutto di
aver assistito e COPERTO i maggiori scandali
del nostro calcio: passaportopoli, doping,
illeciti amministrativi, gare truccate e
qunt’altro...
Cosa fare? Certamente, il popolo napoletano
non è che improvvisamente si tramuterà in
un’orda barbarica ed inizierà ad occupare
stazioni o porti come fatto da qualche altra
tifoseria, fra l’altro premiata dal “teorema
Berlusconi”, secondo cui per ordine pubblico
si possono graziare delle piazze... Questo
no, però... A nostro avviso, sarebbe il caso
che, se il Napoli dovesse disputare come
pare, un altro torneo di C, i tifosi non
siano più la giumenta gravida per ingrassare
le tasche di Macalli, un altro personaggio
del teatrino delle macchiette che si impegna
tantissimo per tenere il club di De
Laurentiis tra i semidilettanti. Bisognerà
disertare il San Paolo fin quando terranno
ancorato, mortificando i suoi tifosi, il
Napoli nell'inferno della serie C.
In tutto questo marasma, un’altra notizia
sconvolge i tifosi partenopei che avevano
visto un po’ di luce dopo le nubi tossiche
innescate da Naldi lo scorso anno: il
Presidente Aurelio De Laurentiis ha
dichiarato che dopo l'esito del Consiglio di
Stato che lascia di fatto il Napoli in C1,
gli è venuto il disgusto per il calcio e
potrebbe lasciare il club partenopeo.
Speriamo che il prode Aurelio, cambi idea in
fretta, anche perché questo vorrebbe dire
davvero porre il punto esclamativo finale
sul rilancio del calcio a Napoli.
Un rilancio che sul piano sportivo, in
verità, non sembra stia dando grosso nerbo
la strategia di mercato di P. Marino. Il
ritardo clamoroso nel completare l’organico,
dati ora i tempi ristrettissimi, creeranno
altre difficoltà al potenziamento della
squadra. Ed un Napoli che disputerà un altro
campionato di serie C1 non potrà permettersi
i tentennamenti dello scorso anno. Bisognava
e bisognerà allestire una squadra che
ammazzi ben presto il campionato, perché non
solo i giudici potrebbero ledere il morale
del generoso De Laurentiis ma anche e forse
soprattutto gli insuccessi sul terreno
verde. E la stagione non sembra iniziata,
nonostante i toni trionfalistici uditi dopo
il 2-0 sulla Primavera del Pescara, nel
migliore dei modi. Calaiò, inutile girarci
attorno, non piace a Reja e lo stesso
giocatore non si integra nel gioco del
mister friulano. Bisognerà presto risolvere
questo problema, magari cedendo in prestito
l’ex bomber del Pescara a qualche club di B
e portare all’ombra del Vesuvio un
calciatore che meglio si adatti alle
caratteristiche del gioco di Reja e
soprattutto meglio viva il difficile
ambiente napoletano. Altro problema è poi
quello dell’organico in cui mancano diversi,
troppi ruoli cardine: bisognerà alla svelta
acquistare due terzini sinistri, uno a
destra, tre difensori centrali, quattro
esterni di centrocampo (un paio per ogni
lato). E se la matematica non è un opinione
come il diritto italiano, bisognerà
acquistare entro dieci giorni ben 10,11
calciatori e tutti di qualità per garantire
un’alta competitività alla squadra:
obiettivamente troppi per essere super
ottimisti. Dunque tante ombre sul cielo
d’agosto di Napoli, speriamo che l’estate
possa finalmente iniziare anche per i tifosi
azzurri...