13/1/2005
(Rino
Scialò) -Il virus dell’esonero.
Ci risiamo. Si ritorna a parlare con insistenza
di esonerare l’allenatore. Un malcostume che si
sta radicando profondamente nell’ambiente
calcistico partenopeo.
Non solo i tifosi sono ormai soggiogati
dall’illusione che il cambio del tecnico serva a
migliorare la squadra, ma anche la critica e gli
stessi nuovi dirigenti del Napoli Soccer
sembrano vittime di questo virus dell’esonero
del mister.
E questo è davvero preoccupante, perché sta a
significare che l’era Ferlaino-Corbelli e subito
dopo quella Corbelli-Naldi ha prodotto guasti
nella cultura calcistica napoletana che vanno
ben oltre lo scempio del fallimento societario.
Se persino un dirigente di altissimo livello
come Pierpaolo Marino si lascia trascinare dagli
umori della piazza dopo appena quattro mesi di
attività che, ricordiamolo, è partita da zero, e
dopo una sola partita disputata con i nuovi
giocatori acquistati, allora c’è veramente da
preoccuparsi.
Sì, perché vorrebbe dire che non è cambiato
nulla, a livello di gestione tecnica, rispetto
al passato e il rischio di rivedere balletti
pazzeschi come quelli Colomba-Scoglio-Colomba o
Agostinelli-Simoni sarebbe tutt’altro che
remoto.
La programmazione.
Parola magica, pronunciata ogni qualvolta si
vuole dimostrare che ci si è messi a tavolino e
si è fatto un programma pluriennale da portare
avanti. Ad inizio stagione i dirigenti del
Napoli Soccer parlavano di un piano quinquennale
per ritornare grandi. Dopo quattro mesi sembra
che ogni partita sia diventata una questione di
vita o di morte, specialmente per il povero
Ventura, ma anche per tutti i suoi ragazzi.
Si è detto che a questi ragazzi al San Paolo
tremano le gambe. Per forza, se ogni partita
viene caricata all’inverosimile di pressioni di
ogni tipo, quasi fosse una finale di Champions
League!
Aurelio De Laurentis e Pierpaolo Marino hanno
iniziato questa avventura napoletana
accreditandosi come realizzatori di una società
seria, sullo stile delle grandi società del
calcio italiano. Ma non basta mettere sul piatto
tanti soldi o sapersi muovere sul mercato. La
compattezza, diremmo quasi la graniticità di
Milan e Juventus, dovrebbero essere prese a
modello.
Marino ha scelto Ventura, quattro mesi fa, e gli
ha fatto un contratto di due anni. Il tecnico
ligure ha un curriculum rispettabile, ha già
vinto il campionato di C1 e se il direttore lo
ha scelto è perché credeva in lui. Ora si scopre
che Ventura è un brocco, che non piace al
presidente e nemmeno ai tifosi, dimenticando da
dove si è partiti e che, tutto sommato, il
Napoli è nei play-off ed ha tutto per restarci
sino al termine del campionato.
Si lasci lavorare Ventura, anzi, lo si lasci
lavorare serenamente, aiutandolo, proteggendolo
addirittura dalle critiche. E se proprio non
piace, lo si sostituisca alla fine del
campionato, come fanno le grandi squadre.
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