21/6/2005
(Ferruccio
Fiorito) -
Il sogno azzurro è svanito al cospetto di un
Avellino che ha certamente meritato per quel che
ha fatto vedere nel corso del campionato, un po’
meno se consideriamo la doppia prestazione di
questa finale play-off.
Amara consolazione la nostra, ancor più amara se
pensiamo alle tante occasioni da rete malamente
fallite da Capparella, giocatore giunto a
campionato iniziato con la fama di essere un
campione per la serie C, congedatosi , invece,
dai suoi tifosi, nel peggiore dei modi.
Ci
attende, a questo punto, una nuova estate,
calda, caldissima, con una differenza
sostanziale rispetto alla precedente, quella per
intenderci del fallimento; oggi vi è una società
che ci tutela, una società solida, con un grande
presidente che ha nuovamente fatto capire di che
pasta è fatto, evitando di drammatizzare per la
bocciatura del suo Napoli, confermando da subito
il tecnico Reja, comunque anche lui non immune
da critiche, per gli errori commessi in questa
doppia finale.
A
fine giugno (il 28) conosceremo i nomi delle
società che non hanno i bilanci in ordine, e che
rischiano di non iscriversi al campionato,
mentre il 15 luglio sapremo se il Napoli
giocherà in serie B il prossimo campionato; nel
frattempo De Laurentis rassicura tutti,
dichiarando che il Napoli non aspetterà di
conoscere a quale campionato parteciperà il
prossimo anno, ma allestirà sin da subito una
formazione in grado di essere competitiva anche
in serie B.
In
un mondo come quello del pallone, ove le
certezze lasciano il tempo che trovano, noi
siamo certi che gli azzurri l’anno prossimo
giocheranno in serie B, se i vertici del calcio
applicheranno con la stessa rigidità, quelle
stesse norme che la scorsa estate hanno
cancellato dal calcio professionistico il nome
del Napoli, senza preoccuparsi delle conseguenze
e delle motivazioni che portarono a quel
provedimento.
Sarà importante,
però, pretendere l’applicazione di quelle stesse
leggi anche quest’anno, preoccupandosi di
vigilare con attenzione affinchè la gente di
Napoli non venga nuovamente presa in giro;
questa volta siamo, altrettanto certi, che non
lo capirebbe. |