• REJA O MALESANI PER IL DOPO VENTURA •

17/1/2005
(Vincenzo Letizia) - Dopo una giornata così, con tanti nomi che si sono rincorsi per succedere a Ventura, verrebbe voglia di dire aspettiamo l’ufficializzazione e poi commenteremo la scelta del nuovo allenatore del Napoli. Voglio premettere che a noi l’esonero di Ventura dispiace molto. Ci dispiace perché il mister è un personaggio che a microfoni spenti ha sempre avuto un rapporto cordiale con la stampa, sempre disponibile, di buon umore, il suo grande problema è stato quest’anno incorrere in una squadra e una società che evidentemente non si legavano al meglio col suo modo di vedere e fare calcio. Ma in realtà, Ventura andava esonerato molto prima e non bisognava aspettare tutto questo tempo con un mercato di Gennaio praticamente concluso per il Napoli, e un nuovo allenatore che dovrà trovare in un batti baleno la quadratura giusta lì dove il buon Gianpiero non c’è riuscito in più di quattro mesi avuti a disposizione: obiettivamente troppi. Ciò che è deprimente è che il destino di un allenatore sia spesso legato ai risultati, e che per decretare l’esonero di Ventura sia stato necessario il risultato opaco scaturito dal match con la Fermana. E allora, se Calaiò avesse segnato il rigore Ventura sarebbe restato al suo posto? Sicuramente sì. Ed è questo che non va bene, perché il Napoli avrebbe vinto un’altra gara giocando comunque male. Come era già avvenuto tante altre volte in precedenza. Ma allora le colpe sono solo esclusivamente di Ventura? Sicuramente no? No, perché a scegliere l’ex tecnico del Cagliari è stato Marino, stracciando il contratto che De Laurentiis aveva già firmato con Vavassori; e soprattutto è stato Marino a difendere Ventura anche quando obiettivamente il suo pupillo era indifendibile. Lo stesso Marino, tornato a Napoli dopo l’esperienza udinese un po’ cambiato rispetto al professionista pacato ed umile che conoscevamo, ha secondo noi si costruito una super corazzata per la C, ma forse proprio perché tanti calciatori erano abituati a calcare palcoscenici ben più gloriosi di quelli della terza serie e a fine carriera, forse non hanno dimostrato di avere quella fame e dunque quegli stimoli adeguati per poter primeggiare in una categoria tanto ruvida e agguerrita. Questi giocatori, poi, proprio perché prime donne, (vedonsi le dichiarazioni al tritolo di Belardi contro il diggì) si sono sentiti accusati e feriti nell’orgoglio quando qualche uscita poco felice di Marino li ha accusati, ad esempio, di disonorare la maglia azzurra. Quindi, daccordo che Ventura ha cambiato duemila schemi, non ha saputo sistemare in campo ed in modo corretto i tanti buoni calciatori avuti in dote da De Laurentiis, che non ha dato schemi accettabili ed identità alla squadra; ma perdonateci, noi vediamo in Marino, almeno al momento, il responsabile principe di queste difficoltà del Napoli. Poi, vogliamo parlare del campo di allenamento di Varcaturo? Immaginiamo Gautieri che si è allenato a Trigoria, o Abate e Pozzi che sono cresciuti a Milanello, cosa avranno pensato il giorno in cui gli è apparsa davanti agli occhi la struttura del “Club Village”. Saranno tornati indietro negli anni quando da fanciulli andavano a tirare i primi calci nella parrocchia del loro paese…
Ora, sembrerebbero due i candidati a succedere alla panchina di Ventura. Sottolineo sembrerebbe, perché ormai con il Napoli non c’è mai nessuna notizia certa, soprattutto quando chi sarebbe deputato a farlo non è che aiuta tanto i giornalisti risultando spesso irraggiungibile proprio in certi momenti in cui sarebbe opportuno fare un po’ di chiarezza ma non per noi, quanto soprattutto per i tifosi. Il ballottaggio prevede due nomi, entrambi al 50%: uno è Reja, l’altro Malsani. Mi sbilancio subito affermando che io punterei sul primo, che per carattere ritengo più adeguato di Malesani alla realtà partenopea. Reja è uomo esperto, professionalmente impeccabile, preparato tecnicamente il giusto, e che non ha grossi fronzoli. Melesani mi sembra personaggio più emotivo: facile ad esaltarsi se le cose vanno bene o in preda alla depressione se le cose vanno male. Oltretutto, sarebbe una scommessa, in questo momento assolutamente da non sponsorizzare, perché il buon Alberto è uno di quegli allenatori “scienziati” che amano sperimentare: il Napoli ha bisogno di concretezza e soprattutto di certezze. Dunque che ben venga Reja… Tutto questo sperando che intanto Marino si ricordi che al Napoli da quando è iniziato il torneo più che ali, e centrocampisti, serviva ed urge come il pane un terzino destro veloce, ruolo che non è disponibile ancora nell’attuale organico…
 

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