(MAURIZIO LONGHI) - "Azzurro
il pomeriggio è troppo azzurro è
lungo". Ascoltando il ritornello
della canzone di Adriano Celentano
si può racchiudere quella che è
stata la straordinaria gioia dei
tifosi del Napoli che a Genova hanno
vissuto davvero un pomeriggio
"azzurro e lungo", ma questa volta
il famoso "treno dei desideri"
invece di andare all'incontrario è
andato dritto dritto in serie A
mettendo in mostra tutta la felicità
della Napoli calcistica. Che gioia,
che soddisfazione per la gente
napoletana che aspettava da tanto
tempo questo momento, ora, è ormai
passata la settimana di fermento e i
festeggiamenti possono prendere
inizio. Questa è la vittoria di una
città intera che ha sempre creduto
nella squadra, l'ha seguita con
tanta passione ovunque sia andata,
poi quando arrivano questi successi
l'urlo di gioia sale davvero il più
in alto possibile. La straordinaria
gara del "Marassi" ha sancito la
promozione in serie A di Napoli e
Genoa, due squadre neopromosse dai
bassifondi della serie C1 che hanno
dominato in lungo e in largo questa
cadetteria risalendo dalle ceneri e
ritornando nel Paradiso che compete
a queste due grandi piazze. È stato
ancora più bello e significativo il
gemellaggio tra queste due tifoserie
che si sono strette forte, e come
non mai, si sono unite ed
abbracciate al grido di una sola
lettera: A. Inoltre, bisogna
aggiungere e rimarcare un fatto
importantissimo, perché è andata in
scena una festa di sport da
ricordare per sempre. Nel momento in
cui è arrivata la notizia del
pareggio della Triestina a Piacenza
sia in campo che sugli spalti c'è
stato il delirio più assoluto, poi
alla fine tutti erano ubriachi dalla
felicità, finalmente era arrivato il
grande momento di dare inizio ai
tanto attesi festeggiamenti
promozione. Genova si è praticamente
colorata di azzurro e rossoblu per
una festa indimenticabile per due
città che hanno stretto
ulteriormente il loro legame di
fratellanza. A Napoli, poi, nella
giornata di domenica ci sono state
celebrazioni alla squadra fino
all'alba, la città era impazzita dal
grande trionfo, dopo anni di
sofferenze e reiterate ingiustizie,
è arrivato il momento di godersi una
risalita che ha dell'incredibile e
del favoloso. Conquistarsi qualcosa
di importante con le proprie forze
senza chiedere aiuti, ha sempre un
sapore particolare, e il Napoli ha
lottato contro tutto e tutti per
guadagnarsi quello che gli è stato
tolto. I giocatori, appena arrivati
all'aeroporto di Capodichino dopo la
partita più bella della stagione,
sono stati assaliti dalla folla in
preda all'entusiasmo. La squadra ha
effettuato nella nottata di domenica
la passerella trionfale nell'ormai
famoso bus scoperto (una
consuetudine di molte squadre) che è
stato preso d'assalto dalla gente
napoletana che ha cantato a
squarciagola la storica canzone "o'
surdato nnammurato" in una giornata
che non verrà più dimenticata. C'è
stato un susseguirsi di emozioni da
brividi, a bordo del bus vi era
anche il presidentissimo degli
azzurri, Aurelio De Laurentiis, che
dopo tante soddisfazioni ottenute
nel mondo del cinema, ne ha avuta
una grandissima anche nel calcio e,
come lui stesso ha dichiarato, una
festa nel calcio è un qualcosa di
meraviglioso. Ancora adesso Napoli
non vuole cessare i festeggiamenti,
la città si è stretta in un unico
abbraccio, quello più intenso,
quello che ha portato via con sé
tutte le ansie e tutte le difficoltà
a cui è andato incontro il Napoli
per cause di forza maggiore (vedere
le partite a porte chiuse). Niente è
riuscito a fermare questa squadra,
che ha dimostrato sempre grande
carattere fino a raggiungere una
meritata promozione che è stata
festeggiata nella maniera più bella.
È stato un finale di campionato da
batticuore, ma questa festa è come
un film, o meglio la conclusione di
un thriller dal lieto fine. È il
caso di dirlo, finalmente il sogno è
diventato realtà. Adesso la squadra
del Napoli, insieme a tutti i
tifosi, si trova lì, tre metri sopra
il cielo, dove solo gli innamorati
prendono posto, ed ecco, bussate
pure alla porta, tanto ad aprire c'è
una città in festa.
Nella foto di Felice De
Martino, i tifosi Francesco e
Massimo