Un passo avanti e tre indietro; questo il
cammino deficitario della squadra di Ventura,
che nonostante abbia oramai familiarizzato con
il campionato di serie C, non riesce a imprimere
quel imprescindibile cambio di marcia,
indispensabile per poter tramutare in realtà i
sogni estivi raccontatici all'alba dall'era De
Laurentis-Marino.
Il credito aperto nei confronti del Duo dei
sogni è terminato, inizia a lampeggiare una spia
allarmante, indice di pericolo, che ci ricorda
che il "blasone" serve a poco in categorie in
cui si è abituati a lottare per sopravvivere e
che il baratro è a un passo.
L'entusiasmo di inizio stagione ha segnato il
passo, facendo esponenzialmente crescere il
disagio nei tifosi azzurri, stanchi di
immaginare un futuro diverso, ancora una volta
dal presente, per poter sperare che qualcosa, di
qui a poco, potrà cambiare...in meglio.
L’ultima partita casalinga con il Sora, crocevia
di un presente imprevedibile, è stata una di
quelle sfide che chi ama il gioco più bello del
mondo (ma siamo sicuri che lo sia ancora almeno
per noi…?) non avrebbe mai voluto vedere, invece
i nostri interpreti, i nostri atleti, ci hanno
allietato con una vittoria dal sapore amaro di
una sconfitta, mascherando il disagio di chi non
sa vincere, anche perché non ha mai vinto nulla,
con una pessima vittoria.
Ma al peggio non c’è mai fine!
Ci si aspettava un pronto riscatto, il
calendario ancora una volta ci sorrideva,
invitandoci in trasferta, su un campetto dove il
Napoli (l’altro Napoli…) aveva sempre imposto il
suo maggior peso, la sua maggior classe con
vittorie strepitose…ma non questo Napoli, figlio
del malessere e dell’improvvisazione del nefasto
mese di agosto.
Tutti ci aspettavamo una vittoria a testa bassa
a Foggia...anche se forse gli impagabili tifosi
azzurri, avrebbero preferito rialzarla la testa,
da troppo tempo chinata in avanti per gli
insuccessi raccolti un po’ ovunque, ma non
stato cosi.
Ancora una volta ci siamo vergognati della
nostra squadra di calcio, che mai come in questo
momento è l’anima perfetta della città di
Napoli, afflitta dal canto suo da problemi ben
più seri…ma torniamo al calcio.
Individuare un aggettivo capace di racchiudere
in una sola parola il ribrezzo che abbiamo
provato, non è impresa facile…potremmo scrivere,
“vergogna”, ma non saremmo originali…potremmo
scrivere umiliazione…ma qualcuno potrebbe
obiettarci che è un sentimento in noi presente
da almeno 24 mesi…allora, forse, rinunciare è la
cosa più semplice che si possa fare, sicuri come
non mai, di non poter scrivere quel che
realmente pensiamo di questi giocatori (intesi
naturalmente solo come “professionisti” del
pallone) perché a quel punto rischieremmo di
passare noi dalla parte del torto (…il torto di
considerarli ancora giocatori da Napoli).
Pertanto, lasciamo i torti…e veniamo alle colpe,
di chi sono le colpe?
Sicuramente di chi non sa che il futuro va
costruito passo dopo passo, vivendo il presente,
non illudendo la gente di giocare il prossimo
anno in serie A (quasi probabilmente…sigh!) o
per lo meno in serie B, perchè poi se a maggio
il sogno raccontatoci giorno dopo giorno dovesse
essere diverso al risveglio, e se questo
risveglio, poi, addirittura fosse peggiore di un
incubo, allora credo proprio che questa volta,
sarà difficile chiedere nuova comprensione, e
nuove aperture di credito.
Pertanto, basta con le promesse e gli alibi, ma
soprattutto cerchino i dirigenti azzurri di
analizzare il momento nero del Napoli, e
cerchino di individuare i responsabili; perchè,
sia chiaro, cosi come per ogni vittoria vi è
sempre un artefice, altrettanto vi è per ogni
insuccesso.
La giuria popolare ha la certezza di aver
individuato nell'allenatore e nella mediocrità
di molti uomini della rosa i colpevoli; il
direttore generale, dall'alto della sua
esperienza gli fa scudo con il proprio corpo
sparando a zero sulla squadra senza però fare
nomi (??); il Presidente dall'alto della sua
inesperienza non si pronuncia, ma chi lo
conosce...; la squadra, di contro, chiede scusa,
trincerandosi a tratti dietro l'alibi della
mancata preparazione, da utilizzare sempre e
comunque per rimandare al mittente ogni accusa.
Cari amici, come uscirne...? Non ci resta che
sperare che al risveglio, ciò che stiamo vivendo
sia solo un brutto sogno, e che effettivamente a
maggio per miracolo parleremo di un altro
calcio, di un'altra squadra, di un altro
futuro...diverso dal presente.
Ferruccio Fiorito
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