25/10/2006
Sessant’anni
e non sentirli. Così Emiliano Mondonico vive
la sua personalissima perestrojika
professionale. Dopo l’amaro esonero di
Firenze, il fautore del calcio “pane e
salame” sembrava avviato ad un mesto
retirement, ed invece, dopo un anno
sabbatico di sanante campagna, riecco
sbocciare il talento di un tecnico stimato
persino dal “Pibe de Oro” ai tempi dell’Atalanta
di Glenn Stromberg. L’Albinoleffe è
compagine formata per lo più da giovani
“autoctoni” in rampa di lancio (ben 12
elementi sono originari del bergamasco) e da
fedelissimi militanti perfettamente calati
nella mission della provinciale che avanza.
Il segreto dei bergamaschi è la serenità e
la possibilità di esprimersi senza l’assillo
del risultato. 4-5-1 o 3-5-2. Queste le
varianti tattiche proposte dal rustico
“Mondo”.
DIFESA – Il lungagnone Paolo Acerbis (202
centimetri!) rappresenta una vera garanzia.
Bravo nelle uscite alte, ed abile tra i
pali, dopo l’agrodolce esperienza di Livorno
il portierone di Clusone è tornato
all’ovile, traendone evidenti e sostanziali
benefici. Un dubbio. Sarà difesa a tre anche
contro il quotatissimo Napoli? Difficile
prevederlo. Nelle gare interne sembra questa
la soluzione preferita, coi tre centrali Dos
Santos (vicinissimo al Napoli 2 stagioni or
sono), Dal Canto ed Innocenti, a formare una
linea difensiva ancora imbattuta tra le mura
amiche, fortissima sotto il profilo fisico,
ancorché lenta e poco reattiva nei duelli
individuali. La fama del tridente partenopeo
indurrà Mondonico a ridiscutere la scelta?
Vedremo.
CENTROCAMPO – E’ il punto di forza
dell’undici lombardo. Cinque centrocampisti
di corsa e sostanza a pressare alti i
portatori di palla avversari: finché avranno
fiato e passo sarà dura per i statici
mediani azzurri, altro che compitino! Occhio
ai due esterni Colombo e Garlini,
velocissimi, dotati di buon cross e sempre
alla ricerca del fondo. Da centrale dinanzi
alla difesa agirà il 38enne di Seriate Ivan
Del Prato, sesta stagione a Bergamo, fosforo
ed esperienza a servizio della squadra. Al
suo fianco i “polmoni” Poloni (o Belingheri)
e Marco Gori, quest’ultimo pericolosissimo
negli inserimenti a “rimorchio” dalle
retrovie, come testimoniano i 2 goal
realizzati dal forte interno toscano:
ovvero, un terzo di quelli complessivamente
realizzati dall’Albinoleffe.
ATTACCO – Mancherà il cannoniere principe
degli orobici: Ferrari (2 reti). Le punte
Joelson (fratello di Inacio Pià) e Rabito,
entrambi ancora a secco, cercheranno di
infrangere un fastidioso tabù: nelle tre
gare interne sinora disputate, la formazione
bergamasca non ha ancora trovato la via del
goal. Ogni scongiuro è lecito, ovvio, ma sta
di fatto che il tecnico di Rivolta d’Adda,
un ex non troppo rimpianto da questa parti,
starebbe meditando lo sgambetto, avendone
ben donde: l’Albinoleffe, al di là del
sorprendente ruolino di marcia e dell’ottimo
calcio espresso, è temibilissimo sulle
corsie esterne, proprio dove gli azzurri
hanno mostrato evidenti e preoccupanti
sofferenze.
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